La componente infrastrutturale cresce in fretta e supererà presto quella applicativa, che ora punta sempre più sulla disponibilità di "verticals" fatti e finiti
Autore: Redazione ImpresaCity
A guardare i numeri trimestrali degli analisti di mercato, ci sono pochi dubbi sull'interesse che le imprese hanno verso la migrazione in cloud dei loro processi e delle loro applicazioni. A confermarlo sono stavolta le stime IDC riguardanti il mercato del cloud pubblico, che nel 2021 ha mosso qualcosa come 409 miliardi di dollari (per la precisione 408,6) con una crescita anno su anno del 29%. Le cifre si riferiscono al complesso dei servizi applicativi SaaS (Software as a Service) e di quelli infrastrutturali IaaS (Infrastructure as a Service) e PaaS (Platform as a Service).
Il cloud, sintetizza IDC, è diventato la scelta preferenziale per chi ha deciso di innovare per essere "una azienda digital-first". E lo sarà anche per gli anni a venire, ovviamente, il che rende i cloud provider un interlocutore chiave in tutti i processi di modernizzazione. In parte lo si vede già nelle cifre del 2021, perché a crescere maggiormente sono i servizi infrastrutturali: quei "foundational cloud service", per IDC, che sono essenziali alle aziende per innovare e innovarsi.
In confronto, il comparto SaaS è più ricco ma anche più maturo. Nel biennio della pandemia ha rappresentato una scelta tutto sommato comoda per le aziende che volevano digitalizzarsi in fretta, in una dinamica che fa ancora sentire i suoi effetti e che può contare su una offerta ampia e sempre più specializzata di servizi cloud. Per molte imprese che non intendono operare necessariamente a livello IaaS e PaaS il Software-as-a-Service basta e avanza, infatti il suo tasso di crescita anno su anno è comunque rilevante. Qui, spiega IDC, conta e conterà sempre di più la capacità di offrire "verticali" già confezionati in SaaS.
Come è prevedibile, il cloud pubblico è un mercato guidato dai grandi hyperscaler. I primi cinque cloud provider applicativi e infrastrutturali (Microsoft, AWS, Salesforce, Google, SAP) fanno insieme quasi il 40% del comparto. E, soprattutto, nel complesso sono cresciuti più della media del mercato, facendo segnare un +36,6% anno su anno.
Il provider predominante non è in questo caso la solita AWS, perché IDC ha messo insieme le componenti cloud applicative e infrastrutturali. Così in cima alla classifica dei market share c'è Microsoft, l'unica che propone servizi in tutte le categorie IaaS, PaaS, SaaS - al 14,4%. AWS, che è un provider infrastrutturale praticamente puro, segue però molto da vicino, fermandosi al 13,7%.
IDC però ricorda che c'è ancora "una sana coda lunga" di operatori minori che offrono i propri servizi cloud, magari specializzandosi su nicchie di applicazioni particolari o zone geografiche specifiche. È vero che non lo si vede molto nella parte dei servizi infrastrutturali, dove i fattori di scala e la ricchezza dell'offerta sono elementi chiave e che premiano inevitabilmente i grandi nomi. Qui la Top 5 dei provider (la dominante AWS, poi Microsoft, Alibaba, Google, IBM) conquista poco più dei tre quarti (il 76%) del mercato totale.
La "coda lunga" si nota maggiormente in ambito SaaS, dove le dinamiche di migrazione al cloud delle aziende sono diverse e possono premiare anche provider non di primissimo piano. Magari per questioni di sovranità dei dati o perché offrono piattaforme spiccatamente verticali. Come che sia, in ambito SaaS c'è più spazio per chi sa muoversi. Lo dimostra il fatto che in questo ambito la Top 5 dei provider (Microsoft, Salesforce, SAP, Oracle, Google) si ferma al 32% circa di market share.