I nuovi dati globali di
LinkedIn evidenziano che le difficoltà economiche e l'iniquità dei luoghi di lavoro hanno determinato la crescita esponenziale di donne imprenditrici durante la pandemia, mentre le dipendenti hanno cercato di prendere il controllo della propria carriera.
I dati LinkedIn, pubblicati nel
Global Gender Gap Report 2022 del World Economic Forum, mostrano che le donne fondano le proprie aziende a un ritmo più veloce rispetto agli uomini, con un netto aumento nel corso del 2020. In Italia, la pandemia ha visto un'accelerazione di una tendenza di più lungo periodo, con una crescita della percentuale di donne imprenditrici del 62% e degli uomini del 27% nel 2020 rispetto al 2019.
Le carriere al femminile hanno affrontato molte sfide durante la pandemia. Le donne svolgevano più spesso lavori nel settore dei servizi,
come il commercio al dettaglio e l'ospitalità, che sono stati quelli maggiormente colpiti dai lockdown. La pandemia ha visto molte donne farsi carico della doppia responsabilità del lavoro e del caregiving, costringendole a cercare una maggiore flessibilità rispetto a quella offerta dai loro datori di lavoro. La pandemia ha anche creato nuove opportunità di business, poiché i settori sono stati stravolti e si sono adattati a operare in modo digitale, contribuendo a ridurre alcuni costi di avviamento, come gli uffici fisici. La combinazione di questi fattori ha fatto sì che le donne avviassero le proprie attività a un ritmo senza precedenti.
I settori della finanza, del commercio al dettaglio e dell'istruzione
hanno registrato la crescita maggiore di donne imprenditrici tra il 2016 e il 2021, con un aumento delle percentuali di imprese fondate da donne rispettivamente di 2.5, 2.4 e 2.3 volte in questi settori. I Paesi con la crescita maggiore in questo periodo sono stati il Portogallo (un aumento di quattro volte) e il Belgio (un aumento di tre volte).
Le donne restano gravemente sottorappresentate a livello dirigenziale e hanno una probabilità significativamente inferiore di essere promosse internamente a ruoli dirigenziali.
I dati LinkedIn contenuti nel
Global Gender Gap Report 2022 evidenziano inoltre che le donne continuano a essere sottorappresentate nelle posizioni di leadership a livello globale, con meno di un terzo dei ruoli dirigenziali nella maggior parte dei Paesi. La sottorappresentazione delle donne inizia già a livello dirigenziale, creando una ristretta cerchia di talenti che si riduce con l'anzianità.
In Italia, mentre la metà delle donne (50%) ricopre posizioni entry-level,
solo un terzo (35%) ha ruoli manageriali e un quarto (26%) ruoli C-Suite.I nuovi
dati di LinkedIn sottolineano anche i pregiudizi di genere nelle promozioni interne: a livello globale, gli uomini hanno un terzo di probabilità in più (33%) di ricevere promozioni interne a ruoli di leadership rispetto alle donne, in media, nel 2021. Questo dato, in Italia sale al 63%.
Sue Duke, Head of Global Public Policy di LinkedIn, ha dichiarato: "La pandemia ha colpito le donne lavoratrici più duramente degli uomini, in quanto i ruoli tradizionali di genere hanno prevalso e i settori dominati dalle donne hanno sopportato il peso dei lockdown. La grave mancanza di donne in posizioni di leadership continua a essere un problema reale, eppure i dati mostrano che i colleghi maschi hanno molte più probabilità di essere promossi a ruoli di leadership.Considerate le turbolenze economiche e lavorative degli ultimi anni, le donne hanno cercato di assumere il controllo della propria carriera e di avviare un'attività in proprio. Mentre alcune perseguivano le loro passioni o cercavano una maggiore flessibilità, molte sono diventate "imprenditrici per necessità", per esigenze di reddito o per mancanza di opportunità sul lavoro. Dobbiamo riconoscere che molte di queste imprenditrici sono state costrette da ambienti di lavoro iniqui e dobbiamo adottare misure urgenti per far sì che i luoghi di lavoro siano adatti alle donne.Se da un lato i dati appaiono molto preoccupanti, dall'altro indicano dove è possibile compiere dei progressi. È chiaro che un esame approfondito delle pratiche di assunzione e promozione è un fattore critico, così come lo è rendere il lavoro flessibile la norma per tutti".