Troppi silos, vecchi e nuovi, rallentano il business: serve un nuovo modello per le architetture che dia priorità a resilienza, agilità e integrazione
Autore: Redazione ImpresaCity
Oggi gran parte dell'agilità del business e dell'efficacia operativa di un'azienda dipendono dalla reattività, scalabilità e resilienza dell'infrastruttura digitale, ricorda IDC. Ma la resilienza e l'agilità dell'infrastruttura IT diventano poi particolarmente cruciali in periodi di incertezza come l’attuale, dove le aziende si ritrovano a fare i conti con interruzioni delle catene logistiche, aumento dell'inflazione, instabilità geopolitica, picchi dei prezzi dell'energia e cambiamento climatico.
Prendere le decisioni giuste su dove investire nella modernizzazione dell'infrastruttura IT comporta un impatto fondamentale sulla capacità di un'organizzazione di sopravvivere ai cambiamenti e alle turbolenze. A livello globale, molte imprese hanno in questi anni investito in strategie di IT ibrido e multicloud per sostituire o potenziare i tradizionali data center on-premises. In molti casi, però, le organizzazioni hanno dato priorità alla velocità invece che alla qualità. Ciò ha portato a decisioni di investimento infrastrutturale scollegate tra loro e prese in modo indipendente dai team IT, cloud, DevOps e data science.
Molte aziende si affidano ora a più servizi cloud e piattaforme on-premises, che a loro volta supportano diverse generazioni di sistemi di elaborazione e storage - fisici, virtualizzati e cloud. E molti sviluppatori hanno creato dipendenze intorno a specifiche API o servizi di cloud pubblico. Tutto ciò ha portato un gran numero di imprese ad affermare di avere difficoltà a eseguire programmi strategici di business digitale a causa degli attriti operativi legati all'integrazione e al coordinamento di così tanti silos di dati e applicazioni.
Questo scenario non potrà che peggiorare, a meno che i decisori IT, i team DevOps, i team di data science e le linee di business non trovino un modo migliore per progettare ambienti sempre più distribuiti. Nel complesso, tutto ciò indica la necessità di un approccio più modulare - che in IDC viene definito "distributed by design" - alle architetture IT dell'infrastruttura digitale, approccio che dia priorità a opzioni di deployment ottimizzate per carico di lavoro, a un’automazione software-defined guidata da AI/ML, a operazioni basate su policy, a integrazioni abilitate dalle API e a SLA legati ai risultati aziendali.
Le aziende di successo saranno quelle che supereranno questi silos, vecchi e nuovi, per attivare architetture IT più modulari, coerenti e distribuite dal punto di vista progettuale. Entro il 2026, per esempio, il 90% dei CIO utilizzerà soluzioni AIOps per prendere decisioni automatizzate sulla gestione dei carichi di lavoro che includano parametri di costo e di prestazione, migliorando così la resilienza e l'agilità.
Questi temi saranno al centro dell’evento digitale IDC Resilient & Agile Infrastructure 2022, previsto il 22 settembre in diretta streaming dalle 11:30 alle 13:00, con la partecipazione di Cradlepoint, Dynatrace e Rubrik.