In un anno che si prospetta turbolento, i CIO devono capire meglio su quali tecnologie investire e cosa mandare invece metaforicamente in pensione
Autore: Redazione ImpresaCity
Il 2023? Per i CIO delle imprese non sarà un anno da navigare con i classici investimenti tecnologici incrementali. Sarà invece un anno in cui le turbolenze economiche potrebbero essere imprevedibili. E per questo i CIO dovranno studiare con attenzione - e precisione - su quali ambiti investire, dove vale la pena sperimentare, quali risorse già in uso vanno tagliate per evitare sprechi.
Secondo Forrester Research, i CIO dovrebbero esaminare lo scenario tecnologico che si para loro di fronte suddividendolo in tre aree fondamentali: quelle per cui conviene aumentare gli investimenti, quelle che invece impongono un taglio delle spese e, infine, quelle si cui investire ma ancora nell'ottica di sperimentazione.
Nel primo ambito Forrester inserisce innanzitutto le tecnologie che possono migliorare la Customer Experience e aumentare la conoscenza che l'azienda ha dei suoi clienti, oltre che il loro coinvolgimento.
Il primo motivo per questo è che il comportamento dei clienti, in un anno previsto in recessione, cambierà notevolmente rispetto al recente passato. Servono gli strumenti per rilevare questo cambiamento, quantificarlo e adattarsi ad esso. Il secondo motivo è di immediata comprensione: se il 2023 si presenta come un anno economicamente difficile, la prima cosa da fare è cercare di aumentare le interazioni positive con i clienti che già si hanno.
Aumentare gli introiti poteziali deve però vedere, in parallelo, anche una riduzione delle spese. Per questo Forrester consiglia di investire su tutte le tecnologie che permettono di contenere i costi operativi nelle relazioni con i clienti. Ad esempio gli agenti virtuali o le componenti di RPA (Robotic Process Automation).
I fondi a disposizione dei CIO vanno dirottati anche verso tecnologie ancora allo stato di (relativo) primo sviluppo. Forrester vede da questo punto di vista due ambiti su cui puntare, sempre in maniera sperimentale. Il primo è quello degli agenti virtuali intelligenti, di nuova generazione. Agenti, in sostanza, che non si limitino a dialogare con un cliente ma possano anche prendere decisioni in base al contesto, a cosa indica l'utente e alle passate "esperienze" dell'agente stesso.
L'altro ambito su cui investire è il complesso web3-XR-metaverso. Il web decentralizzato, la Extended Reality e gli ambienti virtuali sono tre modi collegati - e, ammette Forrester, oggi "overhyped" - per garantire esperienze sempre più immersive. Le aziende leader dei propri settori, secondo Forrester, dovrebbero almeno - come peraltro già sta accadendo - sperimentare applicazioni realizzate con queste tecnologie. Prendendo come esempio metaversi già affermati (Forrester cita Roblox, ma non c'è solo questo).
Resta, per i CIO, da definire cosa tagliare. Forrester indica di ridurre gli investimenti in due direzioni principali. La prima è tecnologica e riguarda il "technical debt", il cosiddetto debito tecnologico. Fare semplicemente lift-and-shift al cloud dei workload che sinora non si sono potuti (o voluti) modernizzare non è più una strada vantaggiosa: il vecchio resta vecchio anche se è in cloud. Ora è meglio non investire più nel mantenimento di elementi inefficienti e che non si possono aggiornare facilmente.
La seconda direzione è invece legata alle partnership. In generale, spiega Forrester, "le aziende che si sono basate troppo su partner per fare innovazione durante fase di sviluppo digitale accelerato della pandemia dovrebbero ora portare più innovazione al proprio interno". E investire meno, quindi, in tali collaborazioni.
Da tagliare sono anche le terze parti che forniscono dati sì utili ai processi d'impresa, ma non di sufficiente qualità. In generale, notano gli analisti, la qualità dei "third-party data" sta calando sensibilmente, meglio quindi concentrare la spesa su chi ne fornisce di affidabili.