Il Google Cloud Next 2022 porta novità ad ampio spettro per la nuvola di Google, spaziando dai componenti infrastrutturali sino alla collaboration di Workspace
Autore: f.p.
Google Cloud conferma la sua impostazione storica di hyperscaler "tecnologico" e la sua offerta continua a crescere: "nella prima metà del 2022 abbiamo introdotto circa 1.300 nuovi prodotti e funzionalità", sottolinea il CEO Thomas Kurian in occasione del Google Cloud Next 2022. Dal quale sono arrivate diverse novità.
Molte hanno riguardato l'AI, prevedibilmente. Come Translation Hub, un agente AI per la traduzione "su scala enterprise" di contenuti e documenti in più di 135 lingue. O come Vertex AI Vision, un servizio che converte in dati strutturati uno o più flussi video, grazie a funzioni di riconoscimento delle immagini e machine learning, in modo da sviluppare rapidamente applicazioni di computer vision. Le tecnologie Google di AI e ML entrano poi più pesantemente nella parte di Business Intelligence, portando all'evoluzione di Looker in due moduli potenziati e distinti: Looker Studio per l'analisi dei dati più "self service" e Looker Studio Pro per la "governed analysys" più strutturata.
Un altro messaggio che viene dal Google Cloud Next 2022 è la crescente attenzione di Google all'apertura delle proprie piattaforme, in modo che possano collaborare con quelle di terze parti. Questo vale in particolare nel mondo dei dati: il modello dell'Open Data Cloud punta a permettere di gestire con le piattaforme Google - in particolare BigQuery - tutti i dati possibili, strutturati e non, per tutti i possibili tipi di accesso. Ed eventualmente anche senza muoverli da dove sono, dato il peso anche economico della "data gravity".
Per chi è più interessato alla parte di cloud computing puro la novità più interessante è il concetto di Workload Optimized Infrastructure. "Le aziende vogliono poter gestire nuovi tipi di workload e poter sfruttare tutte le potenzalità del nuovo hardware", spiega Kurian. Così Google Cloud impacchetta nuove istanze, nuovi processori, nuovi moduli software e nuove componenti Nvidia per l'AI in ambienti virtualizzati pensati per applicazioni verticali: AI, HPC, media streaming, sovereign cloud, workload tradizionali, workload cloud-first, web3.
Tra le varie opzioni delle Workload Optimized Infrastructure ce ne sono alcune che possono interessare anche le aziende meno cloud-native. Google Cloud ha ad esempio potenziato le funzioni che permettono di portare direttamente al cloud i workload gestiti in ambienti VMware, come anche di effettuare il rehosting delle applicazioni mainframe.
In ottica decisamente più futuribile, il lancio di ambienti di computing ottimizzati per il web3 merita qualche parola in più. L'attenzione al web3 - un tema molto "alla Alphabet", il che non guasta - aiuta in primis a conquistare sempre più utenti nell'attuale e soprattutto futuro ecosistema web3, intorno al quale girano molti dubbi ma anche molti investimenti. Il punto semmai è capire quanto l'affidabilità di Google Cloud permetta di andare oltre, sdoganando nelle imprese le tecnologie alla base del web3 e scollegandole dal mondo speculativo delle criptovalute.
Per questo l'annuncio del Next 2022 che fa notizia - Coinbase userà Google Cloud per parte dei propri servizi e darà la possibilità ad alcuni clienti Google Cloud di pagare i servizi cloud con criptovalute - in realtà è significativo fino a un certo punto. Conta di più vedere quanto Google Cloud potrà diventare la piattaforma di riferimento dell'Internet distribuita e delle dApp: nessun hyperscaler al momento ci ha puntato in maniera altrettanto evidente. Forse anche perché a livello di immagine è difficile - anche per Google Cloud - mettere insieme l'impegno per la sostenibilità ambientale e i consumi energetici "monstre" delle criptovalute.
Come tutti i Google Cloud Next, anche l'edizione 2022 ha portato qualche novità per il mondo Workspace. Che, secondo Google, si adatta perfettamente ai nuovi scenari del lavoro ibrido. Google ormai per Workspace parla di "un hub di collaborazione integrato, basato sull'intelligenza artificiale", che man mano si migliora nelle sue varie componenti. A questo giro è toccato ad esempio a Google Meet, alle funzioni di collaborazione di smart canvas e alle funzioni di DLP e cifratura di Chat e Gmail.
In prospettiva c'è l'applicazione delle funzioni di AI generativa, in cui l'intelligenza artificiale crea in autonomia immagini, video e altri contenuti, seguendo le indicazioni dell'utente umano. Un modo per potenziare lo storytelling, spiega Google, attraverso workflow di produzione e collaborazione del tutto nuovi.