Con i primi due bandi si attiva il Fondo studiato per accrescere le competenze digitali dei cittadini italiani
Autore: Redazione ImpresaCity
La corsa alla nuova digitalizzazione dell'Italia passa ovviamente per le infrastrutture e per un salto tecnologico della PA. Ma richiede anche un deciso miglioramento nelle competenze digitali dei cittadini, che spesso devono acquisire nuovi skill per partecipare attivamente a una società e a un mondo del lavoro che stanno cambiando. Anche questo è uno degli obiettivi del PNRR, che si raggiunge anche attraverso gli investimenti del Fondo per la Repubblica Digitale.
Il Fondo per la Repubblica Digitale nasce da una collaborazione tra alcune componenti pubbliche - il MiTD e il Ministro dell’economia e delle finanze - e altre parti del privato sociale, come l’associazione delle Fondazioni di origine bancaria. Il suo scopo è finanziarie i progetti che possono fare leva sulla formazione per favorire l’inclusione digitale. In primis, prevedibilmente, i progetti di reskilling e di upskilling.
Ora il Fondo per la Repubblica Digitale ha iniziato ufficialmente il suo lavoro, con lo stanziamento dei primi 13 milioni di investimento, suddivisi in due bandi distinti.
Il bando Futura ha l’obiettivo di finanziare progetti di formazione volti ad accrescere le competenze digitali delle donne con un'età compresa tra i 18 e i 50 anni, per garantire loro migliori condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Sono a disposizione 5 milioni di euro per soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro ed enti del terzo settore.
Il bando Onlife ha lo stesso scopo ma riguarda una platea diversa:: i cosiddetti Neet (Not [engaged] in Education, Employment or Training), ossia coloro che non stanno né studiando, né lavorando, né sono coinvolti in un altro qualsiasi percorso formativo. Sono, per così dire, "fermi". Il bando è rivolto ai progetti di formazione che coinvolgono Neet da 15 a 34 anni e mette a disposizione 8 milioni di euro per, come Futura, soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro ed enti del terzo settore.
I progetti dei due bandi possono coinvolgere anche gli enti for profit, ma solo come partner sostenitori (senza quota di budget) o come fornitori per l’apporto di know how e competenze in ambito digitale.