Il Cisco Consumer Privacy report 2022 rivela i consumatori sono favorevoli all'Intelligenza Artificiale, ma sono preoccupati per l'uso che le aziende ne fanno
Autore: Redazione ImpresaCity
Più trasparenza su come vengono usati i dati personali e scarsa fiducia su come l’intelligenza artificiale li utilizza: sono questi i due elementi principali che emergono dal Consumer Privacy Report 2022 di Cisco, l’analisi globale pubblicata ogni anno relativa alle percezioni e ai comportamenti dei consumatori in materia di privacy.
Nell’indagine, svolta nello scorso giugno su 2600 persone in 12 Paesi di tutto il mondo, tra cui l’Italia, gli utenti affermano che la loro priorità è che le aziende siano più trasparenti sull’utilizzo dei loro dati personali, e sebbene i consumatori italiani siano favorevoli all'AI, con il 67% disposto a condividere i propri dati in modo anonimo per migliorare i prodotti AI, molti hanno perso fiducia su come l’intelligenza artificiale li utilizza.
Secondo il Report 2022, l'81% degli intervistati in Italia è d’accordo sul fatto che il modo in cui un'azienda tratta i dati personali è indicativo della considerazione e del rispetto che ha verso i propri clienti. Si tratta della percentuale più alta dal 2019, anno in cui questo parametro è stato preso a riferimento.
In risposta alla minore fiducia nella capacità delle aziende di proteggere i dati, molti consumatori stanno agendo in autonomia. Il 76% dichiara che non acquisterebbe prodotti da un'azienda di cui non si fida, e il 37% di aver cambiato fornitore a causa delle pratiche applicate alla privacy. Alla domanda invece su altre azioni intraprese per proteggere i propri dati, il 53% dichiara di controllare le impostazioni dei cookie di un sito web prima di accettarli, mentre il 46% di coloro che hanno in casa un dispositivo in ascolto dichiara di spegnerlo per proteggere la propria privacy.
Non solo. Anche se le tecnologie in continua evoluzione possono frenare i consumatori nell’affidare i propri dati alle aziende, la maggior parte degli intervistati ritiene che i potenziali benefici dell'AI siano superiori ai rischi, a condizione che venga effettuata una corretta de-identificazione dei dati. Il 54% (67% in Italia) è disposto inoltre a condividere i propri dati personali in forma anonima al fine di contribuire al miglioramento dei prodotti e dei processi decisionali basati sull'AI.
C’è tuttavia una differenza di pensiero tra aziende e consumatori: mentre l'87% delle aziende ritiene di avere dei processi in atto che garantiscono decisioni automatizzate conformi con le aspettative dei loro clienti, il 60% degli intervistati ha espresso preoccupazione per il modo in cui l’AI utilizza i dati personali. Le aziende possono adottare misure efficaci per risolvere questo problema, tra cui dare ai consumatori l'opportunità di rinunciare all’applicazione dell'AI, oltre a spiegare in dettaglio come funziona.
Infine, più della metà degli intervistati ha affermato che il Governo dovrebbe svolgere un ruolo predominante quando si tratta di proteggere i dati dei consumatori. Mentre i Governi e le aziende continuano a richiedere la protezione dei dati che si trovano al di fuori dei confini nazionali, un numero sempre maggiore di aziende sta introducendo requisiti sulla localizzazione, richiedendo che i dati siano fisicamente archiviati nel Paese o nella regione in cui sono stati raccolti. Ma la localizzazione dei dati ha un prezzo: il Cisco Data Privacy Benchmark Study 2022 ha infatti evidenziato che l'88% delle aziende intervistate ha registrato costi operativi aggiuntivi significativi proprio a causa della localizzazione dei dati. Dal canto loro i consumatori sono equamente divisi sul valore della localizzazione dei dati (41% a favore, 41% contro), se questa aggiunge costi ai prodotti e ai servizi che acquistano.
"Le aziende devono spiegare le loro pratiche in materia di dati in termini semplici e renderle prontamente disponibili in modo che i clienti e gli utenti possano capire come vengono utilizzati. Non si tratta solo di un obbligo legale: la fiducia dipende da questo", ha commentato Harvey Jang, Vicepresidente di Cisco, Deputy General Counsel e Chief Privacy Officer.