Il fenomeno open source in Italia: Red Hat si conferma leader in un mercato che continua a crescere
Una ricerca SDA Bocconi conferma i trend di crescita delle tecnologie open source, adottate ormai dall’83% delle aziende italiane, nella gran parte dei casi in ambienti mission critical.
Autore: Redazione ImpresaCity
Le tecnologie open source sono ormai diventate un elemento fondante dell’economia italiana. Lo conferma una ricerca condotta da SDA Bocconi, che ha messo in evidenza come l’83% delle aziende italiane dichiari di aver già adottato soluzioni open source, con una percentuale che sale all’89% se si considerano le intenzioni future. Parallelamente, Red Hat si è confermata come vendor più apprezzato dalle aziende interpellate, per il suo mix di flessibilità, affidabilità, autonomia, costo e innovazione. E che non si tratti di una scelta estemporanea ma di un’indicazione strategica, lo confermano i numeri. Tra le aziende che hanno già adottato l’open source, l’85% ha effettuato questa scelta almeno tre anni fa, e nel 77% dei casi le soluzioni open source sono presenti in azienda in ambiti considerati mission critical. La ricerca mostra anche come la presenza dell’open source si stia gradualmente estendendo in azienda, passando dalle aree viste come suo tradizionale ambito di competenza ed andando a coprire le più innovative evoluzioni tecnologiche. Se la presenza di soluzioni open source è al momento prevalente in tema di sistemi operativi server e middleware, le aziende identificano virtualizzazione, storage e cloud computing come direttrici di sviluppo future, sulle quali intensificare gli investimenti in ambito open. Ma quali sono gli obiettivi che spingono le aziende italiane ad investire sull’open source? Se la risposta più citata rimane la riduzione del TCO (fattore fondamentale nella fase di turbolenza economica che stiamo vivendo), seguono a breve distanza il desiderio di rendersi indipendenti dai fornitori e la volontà di innovazione. Tra i fattori critici, che definiscono il successo di un progetto open source, gioca un ruolo importante la disponibilità di competenze tecniche adeguate, siano esse interne all’azienda cliente o disponibili sul mercato. I risultati di questa ricerca mostrano come per un’azienda possa risultare particolarmente strategico poter contare su un modello di servizio erogato sotto forma di sottoscrizione, quale quello che storicamente offre Red Hat”, commenta Gianni Anguilletti, Country Manager di Red Hat Italia. “Non solo, la ricerca conferma in pieno quanto stiamo dicendo da tempo, ovvero che l’open source è ormai un elemento fondamentale del tessuto economico italiano, adottato da un numero di aziende costantemente crescente ed in ambiti sempre più strategici, cosa particolarmente importante per noi che regolarmente ascoltiamo le necessità dai nostri clienti per offrire loro il supporto necessario per affrontare al meglio il mercato. Infine, all’open source vengano riconosciute qualità di innovazione e di indipendenza dai vendor è ancor più importante, perché sottolinea che chi sceglie queste tecnologie lo fa pensando al futuro, con la possibilità di ottenere vantaggi significativi già nel presente”. “La ricerca si inserisce in un percorso che la Unit Sistemi Informativi di SDA Bocconi ha intrapreso nel 2005 per osservare e interpretare l’open source”, spiega Paolo Pasini, Head della Unit Sistemi Informativi e Professore SDA, SDA Bocconi School of Management. “La ricerca evidenzia l’interesse e la fiducia che le aziende italiane medio-grandi hanno verso questo fenomeno. Rispetto al passato quando le aziende consideravano l’OS un’alternativa volta ad abbattere i costi IT, oggi si è riscontrato un importante cambiamento: le aziende cercano nell’OS altri benefici sia tecnici sia manageriali. In particolare la volontà di liberarsi dall’effetto lock-in è un fattore che spinge molti verso le soluzioni aperte. Ci sentiamo di prevedere che in futuro assisteremo a due fenomeni: da un lato le aziende modificheranno i loro modelli organizzativi per rafforzare la loro governance interna e la loro capacità di gestire le soluzioni IT in logica di autonoma e di “open innovation”, dall’altra i player open source svilupperanno servizi sempre più qualificati per proporsi come veri e propri partner nei progetti OS delle aziende.” Infine, in un confronto tra vendor proposto in coda alla ricerca, Red Hat è stata valutata assieme ad altre 8 importanti realtà del mercato open source, risultando la più apprezzata dagli intervistati, che hanno considerato cinque differenti criteri: flessibilità, affidabilità, autonomia, costo e capacità di innovare.
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