L'americana Lonestar lavora su Micro Data Center da collocare sulla Luna per offrire servizi di Disaster Recovery a sicurezza "spaziale" dei dati più preziosi
Autore: Redazione ImpresaCity
Se parlare di Space Economy vi sembra a volte prematuro, sappiate che c'è chi sta già lavorando al volto IT della Lunar Economy, ossia allo sfruttamento informatico-commerciale del nostro satellite naturale. La startup statunitense Lonestar sta man mano concretizzando la sua idea di lanciare Micro Data Center da installare sulla superficie lunare. "Data security e storage saranno una componente necessaria per la nuova generazione dell'esplorazione lunare", ha spiegato uno degli investitori che appoggiano la società. Quindi perché non organizzarsi per collocare sistemi di edge computing sulla Luna?
Lonestar - il cui motto è "salvare i dati della Terra un byte alla volta" - sta sviluppando un portafoglio di servizi indirizzato a quello che definisce come "il segmento premium" del mercato data center. Si rivolge cioè a quelle imprese che considerano i loro dati talmente preziosi che le normali garanzie di sicurezza dei data center terrestri si rivelano insufficienti. Spostare questi dati sulla superficie lunare, secondo Lonestar, è un modo migliore per proteggerli. La Luna - spiega il fondatore della società, Chris Stott - "è il luogo ideale dove conservare il nostro futuro".
Lonestar vuole agire sostanzialmente come un fornitore di servizi BaaS (backup as-a-service) e DRaaS (disaster recovery as-a-service) per le imprese. Proponendo una forma di conservazione (estremamente) off-site dei dati davvero di primo piano, che affianchi i servizi DRaaS tradizionali. Per questo ha sviluppato una piattaforma che è di fatto un Micro Data Center da edge computing.
Nello spazio non si possono usare i server convenzionali, quindi ha creato insieme a un'altra azienda della nascente Space Economy americana - Skycorp - un server Risc-V con annesso storage che può operare anche sulla superficie lunare. In tutto il sistema pesa circa un chilogrammo e dispone di 16 TB di capacità.
A portare il Micro Data Center sulla Luna saranno le missioni di un'altra azienda innovativa americana: Innovative Machines, che sta sviluppando per la NASA una linea di lander e satelliti destinati a colonizzare la superficie lunare e la sua orbita. Il primo "volo con edge computing" sarà la missione battezzata IM-1, che punta a riportare fisicamente gli Stati Uniti sulla Luna per la prima volta dopo il 1972, anno della missione Apollo 17. IM-1 è prevista per il prossimo giugno e porterà sulla superficie lunare un lander denominato Nova-C. Al suo interno ci sarà il Micro Data Center di Lonestar, che effettuerà così i suoi primi test sul campo.
Una missione successiva, battezzata IM-2 e basata sempre sul lander Nova-C, ospiterà un altro server che - stavolta - offrirà per la prima volta servizi operativi di BaaS e DRaaS "lunare" a un cliente pagante. La comunicazione dati con la Terra avverrà in tempo reale via radio, su frequenze satellitari che Lonestar ha già prenotato. Si tratterà ancora di un test, sebbene evoluto, perché il piccolo data center opererà solo per la durata della missione IM-2, prevista di circa due settimane. I data center delle missioni successive dovrebbero invece essere permanenti.
Lonestar ha già testato nello Spazio il suo approccio. La Stazione Spaziale Internazionale ospita un server modificato in modo da operare come nodo di edge computing e Lonestar ha dimostrato che si può effettivamente inviare workload dalla Terra alla ISS, farli eseguire su macchine virtuali in locale, registrare i risultati delle elaborazioni in una blockain e re-inviarli a Terra. Test simili erano stati condotti anche da HPE.