Sapevamo bene che la transizione politica Draghi-Meloni avrebbe comportato alcune novità riguardo la gestione e la concezione stessa del PNRR.
Autore: Redazione ImpresaCity
Sapevamo bene che la transizione politica Draghi-Meloni avrebbe comportato alcune novità riguardo la gestione e la concezione stessa del PNRR. Il che è, se vogliamo, anche logico: il Piano Nazionale ha ovunque una forte valenza anche politica, quindi è naturale che l’avvicendarsi dei Governi porti novità nella gestione dei fondi europei per le molte iniziative collegate alla digitalizzazione. Quello che non ci aspettavamo, invece, è il brusco cambiamento nella comunicazione istituzionale collegata al PNRR. Come se il Piano Nazionale fosse diventato essenzialmente cosa “da politici” e per la quale non si deve rendere conto granché ai cittadini e alle imprese. Che invece sono, com’è ovvio, estremamente interessati a come si sta cercando di fare evolvere il lato digitale del Paese.
“Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova” è una frase notoriamente attribuita ad Agatha Christie.
Il primo indizio della regressione comunicativa dell’innovazione italiana è il portale Italia Domani, che nelle intenzioni raccoglie tutte le novità collegate all’applicazione del PNRR.
Bene, dopo il cambio di Governo il portale è diventato stitico di notizie, limitandosi a sottolineare quanto l’esecuzione del Piano Nazionale rispetta le Milestone del momento e quando l’Italia chiede e ottiene nuove tranche dei fondi europei. La differenza con l’abbondanza dell’era Draghi è macroscopica. Secondo indizio: l’attività comunicativa del nuovo MIMIT. Al quale non si può imputare di essere latitante come Italia Domani, per carità, ma che ha una politica comunicativa decisamente...