Data center e definizione di uno storage as a service in grado di garantire flessibilità e scalabilità senza precedenti
Autore: Piero Macrì
Nonostante in tutti questi anni il costo unitario dello storage sia andato progressivamente diminuendo, rafforzando una tendenza imprescindibile, che vede la tecnologia di riferimento del settore associata a una densità sempre maggiore, gli investimenti delle organizzazioni IT sono spesso orientati a individuare un Return On Investment (ROI) in grado di assecondare esigenze in termini di efficienza, produttività e continuità del business. Così come avvenuto per l’infrastruttura server, la dimensione storage è interessata dalla tendenza alla virtualizzazione, come logica di ottimizzazione del data center, e dalla definizione di uno storage as a service in grado di garantire flessibilità e scalabilità senza precedenti. Travolti dalla costante necessità di operare su volumi dati sempre più consistenti, interni ed esterni al perimetro aziendale, i CIO ricercano soluzioni che consentano di ridurre i costi. Tuttavia, sono oggi attenti a tutto quanto possa contribuire a implementare nuove modalità di consumo e fruizione dei servizi. Dimensione operazionale e di archiviazione, esigenze di backup e data recovery, le aziende vogliono indirizzare i propri investimenti verso tecnologie che assolvano nel modo migliore la funzione loro assegnata, individuando la risposta più adatta coerentemente con i livelli di gerarchizzazione di riferimento (tier 1, 2, 3, 4). Infine, logiche software defined si stanno imponendo per garantire una maggiore flessibilità e dinamicità all’infrastruttura di storage, rendendo sempre più governabile ed efficiente la gestione del dato e dei relativi workload. A seconda della tipologia del servizio che lo storage deve supportare, o se vogliamo della esigenza di business da soddisfare, i clienti hanno oggi a disposizione una molteplice gamma di opzioni, on premise e cloud. Nessuna opzione è mutuamente esclusiva, tanto è vero che si assiste all’affermarsi tendenziale di un approccio ibrido, all’interno del quale ambienti tradizionali, legacy ed enterprise, convivono e sviluppano interdipendenze con ambienti cloud, siano essi privati o pubblici. E in questo contesto diventa essenziale saper fornire uno storage integrato, che sappia rispondere in modo corretto alla movimentazione e condivisione del dato in ambienti eterogenei. L’opportunità è garantire accesso ai dati anywhere, anytime, privilegiando l’allocazione degli stessi sulle piattaforme coerenti con l’operatività prevista dai processi supportati.Nella dimensione hardware l’innovazione ha permesso di iniziare a utilizzare tecnologia a stato solido, sia in una forma ibrida, associata ai sistemi disk array dedicati a storage condiviso, sia in una forma pura, dove si sono messi a punto sistemi flash array per esigenze di computing associato, per esempio, alle analisi dei dati in stile big data. La tecnologia di data base in-memory, che inizia a essere utilizzata da coloro che vogliono ottenere operatività real time o near real time, necessita infatti di storage più performante in grado di garantire tempi di risposta di un ordine di grandezza di gran lunga superiore a quanto assicurato da storage general purpose. E’ vero, i costi del flash array sono ancora elevati, tuttavia la discesa dei prezzi è tale che alcuni analisti ritengono che nel giro di qualche anno essa possa diventare una tecnologia mainstream, e lo storage enterprise esserne contaminato in modo definitivo. Se da una parte l’innovazione si gioca sulla modernizzazione dei sistemi dall’altra si nota un’accelerata competizione nel mettere a punto applicazioni, soluzioni e servizi che facciano dello storage una risorsa sostenibile, ovvero una risorsa in grado di essere gestita in compliance con le policy aziendali e con la trasformazione del business. Software defined software è la prospettiva coerente con questi obiettivi e chi, tra i diversi player, sarà in grado di traslarla in soluzioni coerenti con i nuovi modelli di consumo sarà nella condizione di acquisire ulteriore market share.
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