Sono a disposizione 200 milioni di euro per il salto al cloud delle AO e delle ASL, con le stesse modalità previste per Comuni e scuole
Autore: Redazione ImpresaCity
Prima un grosso sforzo è stato fatto per la digitalizzazione infrastrutturale dei Comuni italiani, ora tocca alle ASL e agli Ospedali. Le Aziende Sanitarie Locali (ASL) e le Aziende Ospedaliere (AO) sono infatti i destinatari di un nuovo Avviso collegato al PNRR e destinato a far migrare al cloud i loro dati e sistemi informativi. Nel complesso sono stati messi a disposizione 200 milioni di euro, suddivisi in parti uguali a seconda dell'obiettivo da raggiungere.
L'Avviso infatti riguarda diversi Milestone e Target della Missione 1 del PNRR. Per le componenti infrastrutturali in sé sono stati stanziati 100 milioni di euro, per il raggiungimento di due target collegati: M1C1-17 (migrazione di 100 PAC/ASL al PSN, entro settembre 2024) e M1C1-26 (migrazione di 280 PAC/ASL al PSN, entro giugno 2026).
Altri 100 milioni di euro sono stati allocati per la parte di abilitazione al cloud della PA, che in particolare rimanda al Milestone M1C1-125: l'aggiudicazione di tutti i bandi pubblici per la migrazione al cloud di Comuni, scuole ed enti sanitari locali, con la raccolta e la valutazione dei relativi piani di migrazione. Questo Milestone andava "chiuso" entro fine marzo ma l'Avviso pubblicato ha scadenza verso metà maggio.
La componente di abilitazione al cloud rimanda anche a due target collegati: M1C1-139 (la migrazione verso ambienti cloud certificati di 4.083 PAL, entro settembre 2024) e M1C1-147 (la migrazione verso ambienti cloud certificati di 12.464 PAL, entro giugno 2026).
Come era già avvenuto per i Comuni e le scuole, le ASL e le AO interessate ai fondi messi a disposizione non devono presentare un progetto IT vero e proprio ma, più semplicemente, un piano di migrazione al cloud costituito da un elenco dei servizi che si intendono attivare nella "nuvola". In questo senso si può scegliere di migrare tutti i dati e servizi verso il PSN oppure verso "infrastrutture della PA adeguate e/o verso soluzioni cloud qualificate".
Si può anche scegliere una soluzione mista, in cui una parte di dati e servizi passano sul Polo Strategico Nazionale e un’altra parte verso le infrastrutture e soluzioni alternative.
La migrazione deve prevedere il passaggio in cloud di un minimo di 3 fino ad un massimo di 15 servizi classificati come Ordinari e di un minimo di 3 fino ad un massimo di 26 servizi classificati come Critici. Per fare qualche esempio, sono considerati servizi Critici il Pronto Soccorso, l'assistenza residenziale o l'attività dei medici di base. Sono servizi Ordinari, invece, l'antinfortunistica, gli screening preventivi periodici o l'Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP).
La migrazione in cloud dei servizi classificati nell'Avviso prevede due strade diverse. Il cosiddetto "trasferimento in sicurezza" è la più semplice ed è sostanzialmente un lift-and-shift dell'esistente, senza modifiche. Una seconda strada prevede invece una vera cloudification delle applicazioni che, a seconda dei singoli casi, possono essere sostituite con analoghe soluzioni SaaS oppure riprogettate con una - si spiega - "riorganizzazione dell’architettura applicativa sostituendo intere componenti del servizio in favore di soluzioni cloud native in modo da usufruire dei benefici dell’infrastruttura cloud".
La filosofia della migrazione in cloud è la stessa per qualsiasi struttura. Variano però i costi a listino della migrazione, in funzione dei posti letto gestiti (per le AO) e del bacino di utenza servito (per le ASL).