Le tecnologie DLT possono trasformare il modo in cui le aziende gestiscono molti loro processi e Fleap lo ha dimostrato per la gestione societaria. Ma è solo l'inizio.
Autore: f.p.
Nel settore finanziario non è facile "sdoganare" completamente le tecnologie basate sull'approccio a ledger distribuiti. A ragione, peraltro: quando sono in gioco investimenti economici, i rischi della decentralizzazione incontrollata sono troppi. Per chi ancora non ne fosse convinto, basta guardare ai crolli e alle frodi che hanno segnato il mondo crypto.
Questo però non vuol dire che le tecnologie DLT, con le giuste verifiche e salvaguardie, non siano una potenziale panacea per problemi anche annosi del Finance e di ambiti collaterali. Proprio da questa convinzione è nata Fleap, società incubata presso Polihub - l’acceleratore d'impresa del Politecnico di Milano - e partner tecnologico di IBM.
L'idea al cuore di Fleap si sviluppa dalla constatazione che i ledger distribuiti possono fare da base per una digitalizzazione affidabile dei processi di gestione d'impresa. Proprio questa digitalizzazione diventa l'obiettivo di Fleap, concretizzato poi nella piattaforma Fleap Digital Company, che digitalizza molti aspetti societari di una Srl o di una SpA.
"Una società 'cartacea' ha molti limiti - racconta il CEO e co-fondatore Thomas Iacchetti - perché qualsiasi cosa è soggetta alla lentezza della burocrazia classica. Ma una volta digitalizzato il suo 'nucleo', ossia le partecipazioni dei vari soci, in maniera affidabile con le DLT, si possono trasporre in digitale anche molti altri aspetti di governance, mantenendone la validità legale e formale".
Dalle parole di Iacchetti, e per le questioni che abbiamo accennato a inizio articolo, si deduce che la piattaforma Fleap Digital Company non è una implementazione "pura" del modello DLT, in questo caso basato su Hyperledger. "La logica adottata - spiega il CEO - è consortile: solo i soggetti autorizzati possono accedere ai nodi della piattaforma, che risiedono sul cloud IBM... Un modello centralizzato come l'azionariato non può essere portato su un sistema completamente decentralizzato".
D'altronde sarebbe impossibile far transitare dati così critici come quelli societari per nodi che non possono essere controllati, come accadrebbe in una rete veramente decentralizzata. La sicurezza "by design" della piattaforma Fleap così è garantita. E ha consentito alla software house italiana di conseguire diversi "industry first" in breve tempo.
La piattaforma Fleap ha ad esempio permesso l’emissione e la sottoscrizione del primo bond nativo digitale su piattaforma DLT in Europa, ad opera della PMI veneta Quargentan. E "non era mai accaduto che una piccola società potesse emettere un bond in autonomia", sottolinea Iacchetti. Un progetto di smart governance basato su DLT di Fleap, poi, è stato il primo del suo genere ad essere ammesso alla sandbox regolamentare avviata da Banca d'Italia, Consob e Ivass.
I risultati conseguiti da Fleap dimostrano la validità del suo approccio, anche se in alcuni ambiti è ancora difficile parlare di soluzioni DLT. "Una generica impresa fa ancora fatica a comprendere bene le implicazioni e le dinamiche del diventare una digital company - spiega Paolo Bucciol, CMO di Fleap - e per questo è importante puntare sul concetto di utilità".
Nel mercato finanziario c'è invece subito un grosso interesse, "Perché gli interlocutori sanno che devono affrontare un cambiamento dei loro processi. Certo c'è attesa per quello che decideranno le Authority in merito a varie questioni regolamentari, che non si risolveranno a breve", sottolinea Bucciol.
Chi tocca con mano la piattaforma di Fleap si rende conto che particolari problemi tecnici, nel suo utilizzo, non ce ne sono. Una infrastruttura DLT chiusa garantisce performance adeguate nella gestione delle transazioni, Hyperledger è in generale una piattaforma solida e performante, non guasta poi (date le perplessità che le DLT generano lato sostenibilità) che tutta la soluzione sia ESG-compliant.
"In generale - spiega Iacchetti - abbiamo cercato di slegare la tecnologia dall'approccio applicativo: la prima è per molti versi commodity, ormai, mentre il secondo è funzionale a quello che di volta in volta si vuole fare". Perché quella di Fleap è una piattaforma, non una soluzione chiusa: una distinzione che ha la sua importanza. La base che oggi "muove" la gestione societaria potrebbe, domani, sostenere qualcosa di molto diverso.
Tutto sta a superare qualche ostacolo iniziale di percezione. Molti sono portati a pensare che questo tipo di tecnologie, e la digitalizzazione in generale, siano inutili per le aziende che non hanno una struttura e processi particolarmente articolati. "In realtà non è così - sottolinea Bucciol - e per le tecnologie DLT può accadere quello che è accaduto ad esempio per lo SDI: inizialmente sembrava un sistema complesso, poi è diventato semplicemente il nuovo modo di gestire certi processi". E, soprattutto, la base che permette di crearne di nuovi.