Sebbene si continui a parlare di digitalizzazione, per l’81% delle imprese il budget dedicato a questa tipologia di investimenti non supera il 10% del fatturato complessivo: negli ultimi tre anni il 40% ha dichiarato di aver investito oltre un milione di euro e il 25% solo fino a 100mila euro.
Autore: Redazione ImpresaCity
Trasformazione digitale ma con ampi spazi di miglioramento. È questa la principale indicazione che emerge dalla nuova ricerca realizzata da The European House - Ambrosetti e Workday intitolata “Innovazione e nuovi modelli organizzativi: obiettivi e sfide per i CFO” che si è posta l’obiettivo di approfondire quali sono i driver di cambiamento che stanno influenzando la funzione amministrativa, finanziaria e di controllo delle aziende italiane, analizzando lo stato di adozione del digitale nelle imprese in una situazione attuale di mercato contraddistinta da spiccata volatilità e instabilità economica.
Analizzando gli investimenti in relazione al fatturato, la ricerca evidenzia che per l’81% delle imprese italiane il budget dedicato alla trasformazione digitale non supera il 10% del fatturato complessivo. I dati della ricerca mostrano che:
A livello di volumi, considerato l’ultimo triennio, la maggior parte delle aziende intervistate (il 59%) ha investito meno di un milione di euro nella trasformazione digitale. In particolare:
La ricerca segnala che non ci sono aziende che non hanno effettuato investimenti digitali negli ultimi tre anni.
“La trasformazione digitale rappresenta un insieme di profondi cambiamenti tecnologici, organizzativi, sociali e manageriali che sta pervadendo tutti gli aspetti della vita sociale” indica Corrado Panzeri Partner di The European House Ambrosetti e Responsabile dell’Innovation and Technology Hub. “Come tale, la digitalizzazione non si limita alla semplice adozione di nuove tecnologie bensì abilita la possibilità per i cittadini, per gli ecosistemi business e per la pubblica amministrazione di fruire di servizi innovativi, di vivere nuove esperienze, di poter accedere a grandi quantità di contenuti creando opportunità di contatto impensabili fino a qualche anno fa. La diffusione della digitalizzazione richiede pertanto un’evoluzione in parallelo delle tecnologie, dei modelli organizzativi e del capitale umano per valorizzare appieno gli investimenti che le aziende stanno facendo e per trasferire i benefici dell’innovazione sia agli utenti finali sia al personale delle imprese”.
La survey ha permesso di raccogliere importanti evidenze circa lo stato di adozione delle principali tecnologie digitali utilizzate dal mondo imprenditoriale: l’82% delle aziende italiane ha adottato soluzioni di cloud computing per facilitare e ottimizzare il proprio business come soluzioni di human e financial management. “Le moderne soluzioni cloud richiedono un approccio completamente diverso dal passato. Le aziende italiane necessitano di tecnologie agili che permettono di potere scalare facilmente e fare fronte a scenari di mercato mutevoli ma senza perdere focus sull’innovazione continua che il cloud offre. Workday offre una soluzione moderna e integrata per la gestione delle finanze e delle risorse umane, consentendo alle organizzazioni di sostituire sistemi obsoleti e frammentati e di evitare potenziali ostacoli che potrebbero compromettere le loro iniziative di business. Per questo ci impegniamo a posizionarci come player di riferimento in Italia per la gestione finanziaria e delle risorse umane”, afferma Andrea Cissello, Interim Country Manager per l’Italia di Workday.
Dopo le soluzioni di cloud computing, queste sono le tecnologie più utilizzate dalle imprese italiane:
Per quanto riguarda la funzione finanziaria e amministrativa i CFO hanno sottolineato l'importanza di avere dati e modelli accurati per valutare gli investimenti in tecnologie digitali necessari per la trasformazione dei modelli di business e l'innovazione dei processi aziendali. Inoltre, la ricerca evidenzia l'importanza di stabilire rapporti di collaborazione attiva tra la funzione finance e la funzione IT per superare gli ostacoli che possono compromettere la reperibilità, la fruibilità e il successivo utilizzo dei dati, come i rischi legati alla sicurezza e alla data governance, le limitazioni delle infrastrutture tecnologiche interne e le problematiche inerenti alla sicurezza come i possibili attacchi informatici che sono sempre di più all’ordine del giorno per le grandi organizzazioni.