Tre realtà – vendor, partner, cliente – impegnate nel processo di trasformazione digitale di Coopservice. Al centro la tecnologia di Red Hat e la consulenza e le competenze del system integrator Extra Red
Autore: Barbara Torresani
E’ una storia di successo quella che lega in una triangolazione virtuosa Red Hat con le sue tecnologie innovative, il system integrator Extra Red, partner di riferimento del vendor in grado di veicolare la tecnologia sul cliente personalizzandola sulla base delle esigenze di questo e un cliente lungimirante come Coopservice, capace di abbracciare le sfide dell’era moderna per cavalcare il futuro. Lo ha fatto intraprendendo un Digital Journey incentrato su una hybrid digital strategy che oggi adotta API e microservizi per la progettazione delle nuove soluzioni e che ha richiesto una collaborazione costruttiva tra le realtà coinvolte.
Red Hat mette clienti e partner al centro
Si parte dalla strategia di Red Hat da sempre customer centrica, che nell’ultimo triennio, sotto la guida di Thomas Giudici, MED Region Ecosystem Leader, Red Hat, è evoluta mettendo sempre più al centro del proprio modello di go-to-market l’ecosistema dei partner, tanto che il claim aziendale ‘customer first’ è presto diventato ’customer first, ecosystem alaways’.
Competenze che consentono al partner di poter scegliere una serie di percorsi su come andare sul cliente, come quello della system integration, utilizzando e integrando più soluzioni per creare l'infrastruttura, o quello dell’erogazione di servizi che supera il concetto di mera rivendita, offrendo una serie di soluzioni e implementazione di progetti. Per poter evolvere ed essere riconosciuti dai clienti i partner devono quindi investire e impegnarsi nella formazione, supportati da Red Hat: “Abbiamo reso gratuito il 50% dei corsi offerti ai nostri partner”, commenta Giudici.
Un’organizzazione del canale italiano così segmentato: GSI, i global system integrator con al proprio interno persone dedicate al vendor; i local system integrator - la grossa percentuale dei partner; i cloud provider - i primari hyperscaler e i regional cloud service provider: “Tre anime che costituiscono i tre segmenti di partner principali, ciascuno con le sue peculiarità, gestiti in maniera dfferente.”
A disposizione dei partner un Partner Program per sostenere le loro attività, come fondi marketing, percorsi di formazione, incentivi e scontistiche in base al livello di partnership, piuttosto che programmi dedicati per aiutare a migliorare le marginalità legate alle sottoscrizioni.
Una storia di successo che sfrutta il potere di tre reatà che lavorano insieme in sintonia. A partire dal partner tecnologico: “Sono molto fiero di questo partner, sia da punto di vista umano che tecnico – enfatizza Giudici - soprattutto per il modo in cui sviluppano la loro strategia sul cliente e sul mercato. È un partner su cui noi possiamo stare tranquilli su tutto ciò che implementano e le attività che svolgono sul cliente, che corrisponde esattamente a ciò che noi avremmo fatto con le nostre tecnologie. Lo stesso dicasi per il cliente, quasi storico, capace di abbracciare una filosofia evolutiva all'interno della propria infrastruttura con grande lungimiranza e soprattutto in tempi non sospetti”, dichiara Giudici.
Un technology service provider al passo coi tempi
Con sede a Pontedera, in Toscana, provincia di Pisa, Extra Red oggi conta uno staff di circa 70 persone e un giro d’affari 2022 pari a 7 milioni di euro. Ne parla Laura Pisano, Sales Director, Extra Red: “Ci piace definirci un Tecnology Service Provider, un'azienda che mette al centro le competenze delle proprie risorse specializzate sulle piattaforme dei principali vendor, creando e alimentando le partnership con i principali vendor sul mercato.”
E poi ci sono le partnership con InfluxData, una piattaforma database Time Series utilizzata soprattutto per il monitoraggio applicativo e infrastrutturale dei data center implementata all'interno della piattaforma Extra Red; quella con Liferay sulla parte di front end di una tecnologia Digital Experience Platform sulla quale il service integrator costruisce portali per l'utente finale; e quella con il cloud provider AWS non solo sulle tecnologie Iaas e Paas ma anche sui servizi a corredo come la blockchain, l’IoT e l'intelligenza artificiale.
L’incontro tra le due realtà si colloca nel 2011 quando Extra Red si aggiudica la gara indetta dall'ospedale di Careggi in Toscana relativa a un service bus allora comunitario avendo tutte le competenze sull’interoperabilità applicativa. Quando Red Hat acquisisce quel prodotto comunitario e lo trasforma in un prodotto enterprise parte la relazione: quel prodotto ancora oggi è nel portafoglio del vendor come Red Hat Joss Boss Fuse. Da subito Red Hat si interessa a questa azienda, denominata allora Extra, in particolare alle competenze della business unit specializzata sull’interoperabilità applicativa. Nel 2012 il technology service integrator inizia il cammino con il vendor diventandone partner.
Dal 2017 al 2023 ai collocano gli anni maturità della partnersip; quelli in cui la Business Unit Extra diventa un’azienda, denominata Extra Red, portandosi nel nome il valore della partnership con il vendor e diventando, di fatto, leader italiano riconosciuto per lo sviluppo delle progettualità su tutti i prodotti Red Hat. Investendo in questa relazione, negli ultimi tre anni Extra Red ha raggiunto il livello massimo di Premier Business Partner, acquisendo non solo le certificazioni ma soprattutto le competenze per dare valore ai prodotti a portfolio.
Ad oggi Extra Red è uno dei principali partner sul portfolio middlware (RH Integration, RH Process Automation, RH JBoss Enterprise Application Platform, RH MAQ) in grado di coprire, come detto, anche i fronti tecnologici emergenti, quindi Cloud & Automation – virando dalla piattaforma RH OpenStack a quella RH OpenShift Container Platform e abbracciando la componente di automazione Ansible Automation Platform. Piattaforme alla base della trasformazione digitale delle organizzazioni, che devono essere abbinate necessariamente alla metodologia DevOps per la migrazione e la modernizzazione applicativa: “Aiutiamo il cliente non soltanto nell’installazione del prodotto OpenShift ma anche nella costruzione di vere e proprie pipeline di 'continuous integration e delivery' per trasformare le applicazioni monolitiche in applicazioni a micro servizi e nell'automazione dei servizi all’interno dei data center dei clienti”, spiega Pisano.
Dentro il caso cliente
E’ Gianfranco Scocco, Chief Information Officer, Coopservice a raccontare il viaggio nel digitale di Coopservice, una Cooperativa che punta a valorizzare i mondi su cui opera - la casa, la scuola, il lavoro, la salute, i trasporti, la cultura, il tempo libero: ”Tutti questi mondi sono i nostri luoghi di lavoro e ogni giorno ce ne prendiamo cura e li rendiamo più puliti, accoglienti, sicuri ed efficienti per creare benessere e migliorare la qualità di vita delle persone.
Un Cooperativa di oltre 6 mila soci lavoratori per un totale di oltre 17 mila operatori complessivi, con un fatturato 2021 di circa 691 milioni di euro, un risultato netto ante imposte di 8,1 milioni, un patrimonio netto di 119,1 milioni e un ebitda di 39,8 milioni: “Numeri importanti, soprattutto perché declinati su servizi molto diversi tra di loro, quindi con una complessità intrinseca della gestione del business estremamente elevata”, sottolinea Scocco.
Un piano industriale ambizioso che richiede una Digital Strategy
Una realtà che si è posta un piano industriale molto sfidante secondo cui il fatturato deve passare da 700 milioni di euro del 2022 a 789 milioni di euro nel 2026, in modo sia organico sia attraverso operazioni di M&A, garantendo alcuni pilastri fondamentali quali l’agilità operativa -“La complessità di business in cui ci muoviamo ci costringe ad avere agilità a tutti i livelli” - nonché la digitalizzazione e la cultura del dato, “in quanto un’azienda di questo tipo si guida solo se le decisioni sono supportate dai dati”.
La trasformazione tecnologica
Un cammino di trasformazione tecnologica partito nel 2018, basato su alcuni pilastri fondamentali: Hybrid Cloud Strategy, approccio Cloud First per i nuovi servizi integrando funzioni Saas e Paas: “Da subito abbiamo iniziato a lavorare in ottica di cloud ibrido per ottenere l’agilità necessaria sia in termini operativi che economici, con servizi abilitanti in termini di innovazione - e-learning e machine learnig-, ma anche servizi di agilità e supporto al business come i database e i servizi di Infrastructure as service. Dopodiché abbiamo adottato Red Hat OpeneShift su larga scala sia sulle piattaforme on premise sia su piattaforme cloud, valorizzando le competenze e aumentando la scalabilità. In questo modo abbiamo creato un layer che ci ha permesso di standardizzare all’interno e all’esterno, capitalizzando su ciò che si era già fatto e introducendo concetti di data federation e data governance - Identity Governance e protezione delle informazioni ‘by design’- e infine abbiamo abbracciato totalmente modelli applicativi basati sui microservizi con l’obiettivo di disporre di applicazioni in qualche modo già ‘cloud ready’ per consentire un'elevata portabilità", illustra Scocco.
Una strategia che si appoggia su una base tecnologica e su una serie di attività e progetti sviluppati insieme a Red Hat ed Extra Red, approfonditi da Fabio Pini, Enterprise Solutions Architect, Coopservice: "API Led Integration significa cercare di catturare i concetti di business con delle API, definendo un contratto, un modo per consentire agli altri sistemi di parlare con queste API il cui compito è esporre le informazioni relative a tutto ciò che c’è all'interno del mondo Coopservice, siano esse informazioni per l’HR o per le molteplici e differenti altre linee di business". A livello di ciclo di vita delle API, tutto è garantito da strumenti di runtime su RH OpenShift, come piattaforma principe basata sui container che consente di avere uno strumento scalabile, affidabile e moderno."Oltre alle API c’è poi tutto ciò che riguarda il ciclo di vita di ciò che è dietro i sistemi che fanno funzionare le API: strumenti di integration pattern & engine di Red Hat e una serie di tool per configurare, installare, manutenere e aggiornare il tutto, come Developer Portal o sistemi di singol sign on per verificare chi è autorizzato ad accedere alle API e cosa può vedere. Oltre a ciò, ci sono una serie di altri sistemi moderni di data capture, real time streaming & queues che vivono all'interno dei container e che, con il supporto di Extra Red, permettono di capire qual è lo strumento giusto per indirizzare tutte le soluzioni da scaricare a terra".
Il prezzo da pagare e come abbatterlo
Hybrid cloud, multicloud, as a service, … per quanto rappresentino senza ombra di dubbio il futuro a cui tendere, se da una parte favoriscono maggior agilità, efficienza, flessibilità e libertà di scelta, dall’altra portano inevitabilmente a un aumento di complessità e a una minore affidabilità sia a livello architetturale sia operativo. Ed ecco che Extra Red è al fianco del cliente: “Ci aiuta a ad avere le corrette competenze specialistiche attraverso una completa e continua formazione”. Oltre a ciò i sistemi complessi e interconnessi sono difficili da monitorare: per questo non è possibile trovare la radice dei problemi in caso di malfunzionamenti. Tool sempre più numerosi richiedono set di skill specialistiche e un effort di sviluppo, configurazione e manutenzione elevato. E poi c'è il tema della vulnerabilità: ambienti complessi possono ‘nascondere’ componenti che vanno rapidamente in obsolescenza e non ricevono i necessari update di sicurezza: “Nell’IT un singolo punto nevralgico può diventare un problema per l'intero sistema".
La ricetta utilizzata dalla triade Red Hat, Extra Red e Cooposervice prevede quindi quattro ingredienti principali a partire dalla trasparenza – “Red Hat non è solo un'azienda specializzata nel fornire prodotti, ma è anche una fautrice dell'open source. Ciò significa appoggiarsi non solo a uno specialista di prodotti ma a una community in grado di garantire che questi prodotti sia mantenuti, evoluti e migliorati nel tempo”. E poi ci sono gli standard: “Red Hat e il suo ecosistema utilizzano standard, formati, protocolli e pattner riconoscibili da tutta la comunità degli sviluppatori e questo facilità l’operatività quotidiana e l’integrazione tra prodotti”. E poi il supporto avanzato: “Fornito da Extra Red con la sua system integration moderna capace di rispondere in modo adeguato a esigenze sia di delivery grazie a team specializzati, competence center, sviluppo API, ma anche di operation al fine di gestire e mantenere le infrastrutture 'upper running'". E infine l'architettura: “Utilizzare modelli di astrazione consente di nascondere la complessità irrilevante al supporto delle decisioni”.
Una ricetta che ad oggi permette di consolidare ciò su cui si è già lavorato come la fatturazione verso clienti, la revisione del ciclo attivo e la digitalizzazione della rendicontazione ma anche la volontà di estendere la data governance attraverso un approccio data driven: “Ogni giorno riceviamo tonnellate di dati da cui ci interessa estrarre del valore per prendere decisioni una volta elaborati in maniera opportuna." Ma anche di ridurre il time to market e il backlog: “Abbiamo avviato iniziative e strumenti low code e no code, che per loro natura sono estremamente dipendenti dalle API”, e anche valorizzare il brand: “L’obiettivo è quello di riuscire ad associare al nome di Coopservice, già sinonimo di affidabilità e di competenze sul campo, il valore di tutta l'offerta digitale integrata,” conclude.