Michele Zunino, Fondatore e Amministratore Delegato di Netalia, il Public Cloud Provider ‘made in Italy’, racconta la strategia aziendale, con un fatturato 2022 in crescita del 66% e l'ambizione di arrivare a coprire il 2% del mercato public cloud italiano nel 2030
Autore: Barbara Torresani
E’ un ottimo momento per Netalia, il Public Cloud Service Provider italiano indipendente, precursore del settore, azienda fondata nel 2010 da Michele Zunino, Fondatore e Amministratore Delegato, che già allora aveva intuito tutte le potenzialità di un modello – quello del Public Cloud – oggi alla base dei processi trasformativi ed evolutivi di molte organizzazioni: “E’ il modello più adatto per accompagnare un percorso di sviluppo micro e macro economico: è flessibile e scalabile virtualmente senza limiti, minimizza i rischi di lock-in e annulla quelli di obsolescenza tecnologica, è facilmente integrabile in soluzioni ibride e multi-cloud, le più diffuse e ricercate”, afferma Zunino in un recente incontro stampa in cui si è fatto il punto sull’andamento dell'azienda, allargando la vista al mercato del cloud italiano.
Un’impresa nazionale di riferimento per il proprio segmento che ha abbracciato il Public Cloud scegliendo, di fatto, come perimetro di azione quello nazionale. Una scelta di campo decisa che ha portato l’azienda nel 2022 a mettere a segno una crescita di fatturato del 66%, per attestarsi a 5,5 milioni di euro, con l’obiettivo di raddoppiare nel 2023, potendo contare su un team di circa 40 persone e una serie di partnership con global system integrator per accelerare sul mercato. Attualmente presente in tre Region - Genova, Milano, Palermo, entro fine 2023 è in programma l’apertura della quarta a Roma, mentre per fine 2024 è pianificato l’avvio del NOC interno, quasi sicuramente posizionato in Sicilia.
Una storia di innovazione
Zunino ripercorre la storia aziendale: “Le origini di Netalia risalgono appunto al 2010, sulla scia di un’intenzione legata più al trattamento dei dati che alla tecnologia. Il punto di partenza infatti è stato quello di comprendere come, in un mondo che stava orientandosi verso modelli di gestione condivisi delle informazioni, queste potessero essere tutelate da un punto di vista giuridico, normativo e nell’ambito della proprietà intellettuale. Da qui l'idea di fondare una un'azienda, un provider che fosse in grado di garantire in un perimetro normativo certo la gestione delle informazioni. E il modello che è sembrato da subito quello più coerente con questa esigenza è stato quello del public cloud”.
Nel tempo l’azienda si è dotata di una propria architettura public cloud, ovvero di una piattaforma in grado di sfruttare infrastrutture già presenti sul territorio nazionale - reti e data center in co-location in ambienti totalmente riservati – collegandole e integrandole tra loro attraverso un’attenta ingegnerizzazione al fine di erogare servizi: “Servizi che consentono ai nostri interlocutori di rivedere riprodotto in software sia i concetti di infrastruttura – infrastructure as a service (IaaS) che quello più evoluto di piattaforma - PaaS, ovvero di piattaforme come servizio.
E in uno scenario che si sta avvicinando sempre di più alle applicazioni, il cloud diventa l’abilitatore di un mondo applicativo con logiche completamente diverse da quelle del passato: "Un processo di evoluzione reso possibile grazie al fatto che esistono le piattaforme abilitanti per modernizzare i modelli di business”, continua Zunino.
In questo scenario da subito Netalia si è focalizzata su aspetti legati ai temi relativi a compliance, valorizzazione dell’informazione e business continuity, ovvero tutto quel perimetro che va dalla sicurezza alla distribuzione e alla continuità del dato; elementi architetturali che concorrono all'efficacia e all'efficienza del servizio applicativo, che è ciò che l’utente percepisce come elemento di valore.
Per valorizzare le informazioni il cloud provider non ha creduto nel profilo di operatore verticalmente integrato: “Di fatto, con la nostra capacità occupiamo uno strato di questa catena del valore che non si occupa della creazione, dell'evoluzione e dell'esercizio della piattaforma, bensì attraverso la Netalia Cloud Platform ci occupiamo di portare sul mercato i servizi di infrastruttura e di piattaforma con una forte attenzione a tutto quel mercato degli sviluppatori di software che stanno orientandosi verso modelli evoluti con i quali trasformare appunto i loro modelli di business. Per intendersi, non facciamo ‘Software as a Service’ ma bensì ci poniamo sul mercato come abilitatori di coloro che lo propongono al mercato”, chiarisce Zunino.
Un’offerta di servizi non pacchettizzati, ma basata su elementi atomici ingegnerizzati e combinabili tra loro a seconda delle specifiche esigenze dell’interlocutore: “Partendo da questa base di elementi atomici siamo in grado di interpretare correttamente il bisogno del cliente e la capacità di personalizzarlo su una piattaforma abilitante,” dettaglia l’AD.
Così operando, oggi Netalia ha l'ambizione di diventare un operatore in grado di coprire una fetta del mercato del cloud pubblico pari al 2% nel 2030, quando dovrebbe attestarsi oltre i 10 miliardi di euro: “E’ chiaro che la grande fetta di questo mercato è, e resterà, nelle mani dei grandi provider globali, i cosidetti hyperscaler. In un mercato così ampio però una percentuale di questo tipo rappresenta comunque un numero interessante in valore assoluto”, commenta.
Un’ ambizione supportata da un percorso di crescita che passa da un'azione commerciale, che non vuol dire solo guidare i clienti ma anche costruire un ecosistema di soggetti che riconoscono reciproco valore nell'indirizzare l'ammodernamento dell'offerta sul mercato: “Una prospettiva di crescita al 2030 ci dà la piena consapevolezza del fatto di avere un progetto a medio lungo termine in ambito tecnologico, a conferma del fatto di essere una piattaforma di aggregazione per una serie di soggetti che gravitano all’interno di mercati specifici molto simili, la cui sopravvivenza dipende da economie di scala”.
Oggi il profilo del cliente target di Netalia è rappresentato da aziende con un fatturato nell’intorno dei 50-60 milioni di euro, all’incirca un bacino di 10 mila realtà sul territorio nazionale: “Tra i clienti però annoveriamo anche un paio di aziende che superano il miliardo di euro fatturato, che si sono affidate interamente a noi per tutto il ciclo di vita del loro sistema Informativo, a testiomonianza del fatto che siamo in grado di interpretare in modo corretto anche le esigenze di organizzazioni con progetti estremamente complessi”, afferma con un pizzico di orgoglio Zunino.
Con un modello di go-to-market prevalentemente diretto, al fine di amplificare la penetrazione della propria proposta sul mercato e raggiungere una platea più ampia di clienti, Netalia può fare leva su un certo numero di partnership con le terze parti –“non certo partner di rivendita’ ma realtà a valore, tendenzialmente global system integrator e local system integrator di grandi dimensioni strutturati per gestire le logiche di business dei clienti: “Con queste realtà stiamo realizzando una serie di progetti interessanti; sono aziende evolute più attente a un modello di cambiamento e di trasformazione che non di fullfilment della tecnologia”.
Un allineamento perfetto
Negli anni la strategia del cloud service provider si è altresì incastrata con il percorso regolatorio relativo al cloud avviato dal Governo italiano, in specifico nei progetti del Polo Strategico Nazionale; un tratto distintivo del public cloud provider è infatti quello di ragionare in ottica di sistema in quanto operare in ambito di reti e infrastrutture digitali significa assumersi una responsabilità sociale, economica, politica nel senso più ampio del termine: “I nostri policy maker, anche a livello europeo, sembrano avere compreso l’importanza strategica di un’infrastruttura di cloud computing. In Italia, ne è un esempio la nascita del Polo Strategico Nazionale, nell’alveo delle tante importanti missioni del PNRR. Netalia è a disposizione dell’esecutivo come interlocutore e aggregatore di esigenze e soluzioni, in una visione collettiva e attenta alle istanze di tutto l’ecosistema”, dichiara Zunino, che prosegue: “Uno dei percorsi più importanti e onerosi che abbiamo affrontato è stato quello di qualificarci come interlocutore per i dati sensibili e strategici presso l’Agenzia per la Cyber sicurezza Nazionale, e, di recente, siamo anche diventati una delle pochissime realtà italiane che può trattare i dati di difesa e giustizia, ambiti in cui quali i valori della compliance emergono in maniera evidente”.
Olre a ciò, dall’agosto 2021, Zunino è anche presidente del Consorzio Italia Cloud, che raggruppa esclusivamente aziende italiane del settore, con l’obiettivo di creare un’infrastruttura federata di cloud nazionale al servizio di pubbliche amministrazioni e privati, assicurando piena sovranità digitale al Paese, garantendo processi di gestione dei dati svolti interamente in Italia da operatori soggetti alle normative italiane ed europee.
Ad oggi sono sei le aziende attive nel mercato cloud nazionale che fanno parte del Consorzio: Netalia, Seeweb, Sourcesense, Infordata, BabylonCloud e ConsorzioEHT. A queste si è aggiunta, nel dicembre del 2021, Insiel S.p.A, la società in-house della Regione Friuli Venezia Giulia. “Il Consorzio ci consente di sedere ai tavoli regolatori e di indirizzare il nostro punto di vista come categoria e non come singolo soggetto; è una delle poche realtà in grado di mettere al servizio del Paese le migliori competenze strategiche e tecnologiche con una visione a medio-lungo termine”, conclude Zunino.