La ricerca ‘Broadband Survey’ indica che affidarsi sempre più alla banda larga domestica per le attività quotidiane porta nuove preoccupazioni per i consumatori
Autore: Redazione ImpresaCity
Sono interessanti i dati che emergono dalla “Broadband Survey” di Cisco: per il 67% dei consumatori italiani l’impronta di CO2 rilasciata dalla propria connessione rappresenta un fattore di grande rilevanza, e questa percentuale sale addirittura a quota 79,8% nei giovani tra i 18 e i 24 anni. Il 74% degli intervistati sarebbe addirittura disposto a pagare di più per un servizio di connessione in banda larga sostenibile, in linea con la media europea che è del 73%, mentre il 13% accetterebbe perfino una differenza di costo superiore al 20%, contro una media europea del 22%.
Condotta all'inizio di quest'anno su oltre 20mila persone in 12 paesi Emea tra cui l’Italia, la Cisco Broadband Survey si è focalizzata sulle nuove esigenze legate alla rete in funzione delle diverse aspettative degli utenti. Alla tradizionale richiesta di velocità e affidabilità, oggi si affianca per esempio una crescente consapevolezza dell’impatto ambientale del digitale.
Non solo: nasce anche l’esigenza di bilanciare tutto questo con una maggiore sicurezza dell’infrastruttura cloud, che “sorregge” le nostre vite digitali, e con la “consumerizzazione” di tecnologie come l’Internet of Things ormai presenti nella vita quotidiana, dalle smart car agli elettrodomestici. Tutto ciò attualmente porta l’82% degli italiani (anche più della media europea, che è del 77%) a considerare la banda larga come una infrastruttura critica per il Paese: per il settore ICT è quindi di vitale importanza creare velocemente l’Internet sostenibile e sicura del futuro.
La diffusione sempre maggiore del lavoro ibrido e l'uso della rete domestica per motivi professionali e non solo personali, ha generato nuovi rischi. Nonostante gran parte degli utenti usi una connessione casalinga per accedere ai servizi bancari o per entrare nei propri sistemi lavorativi, ancora oggi metà degli italiani (50%) e metà degli europei (51%) usa solo una password per proteggere la rete di casa e tutto ciò che vi è connesso. Solo il 19% degli italiani, ancora meno della media europea che è il 24%, ha attivato il firewall sul proprio router.
Questa scarsa propensione a una protezione evoluta contrasta nettamente con l’attenzione alla sicurezza dichiarata da coloro che intendono passare a un servizio broadband più performante entro il prossimo anno. In Europa la richiesta di maggiore sicurezza supera di un punto la richiesta di maggiore velocità (37% - 36%). In Italia invece il desiderio di un a rete più veloce abbraccia il 38% degli intervistati, mentre l’esigenza di una rete più sicura si ferma al 35%.
Il numero delle “cose” connesse a Internet sta passando dall’ordine dei miliardi all’ordine delle migliaia di miliardi, e ciò aumenta la domanda di banda e di capacità di calcolo per analizzare tutti i dati prodotti. Il 52% degli italiani ha già connesso alla rete i sistemi di home entertainment, in linea con il resto dei consumatori europei; seguono i device legati a salute e benessere (39%, più della media europea che è del 33%); l’illuminazione domestica (24,3%), i sistemi di riscaldamento o condizionamento (23,5%), gli elettrodomestici (22%), gli strumenti per regolare i consumi energetici (21%), l’auto privata (19%) e, al 10%, l’acqua.
Guardando ai prossimi cinque anni si prevede di arrivare al 57,8% degli elettrodomestici, al 61,5% degli strumenti di gestione dell’energia, al 59,8% dell’illuminazione e quasi al 40% dell’utenza idrica.
Questo significa che la rete dovrà rispondere a esigenze sempre più elevate facendo i conti anche on con l’aumento del costo della vita. A tale proposito, il 66% degli italiani ha dichiarato che l’aumento del costo della vita ha inciso in generale sulla propria spesa per servizi digitali: nel dettaglio, il 20% degli interpellati ha rimarcato di essere passato recentemente a un’offerta broadband più economica e il 12% ha cancellato servizi in streaming che prima utilizzava. In Europa il peso della crisi dei prezzi si sente ugualmente, ma in modo un po’ diverso: più che passare a offerte meno costose (18%) si è scelto di tagliare sui servizi streaming (15%).
“Si stima che l'impronta di carbonio del settore ICT rappresenti circa il 2,1 - 3,9% delle emissioni globali di gas serra, e che più della metà provenga da reti e data center. Cisco è impegnata a trasformare l'economia e la sostenibilità di Internet per il futuro. Ciò significa progettare i prodotti tenendo conto dell'efficienza energetica e della sicurezza, adottare i principi dell'economia circolare nello sviluppo dei prodotti e nelle operazioni aziendali e adottare un approccio intelligente e sostenibile alla gestione del ciclo di vita. Oltre al panorama delle minacce alla sicurezza informatica in continua evoluzione ed espansione, dobbiamo affrontare la crescente minaccia del cambiamento climatico. Dare priorità alla sostenibilità e alla sicurezza dell'infrastruttura a banda larga è quindi fondamentale per consentire una trasformazione digitale duratura e resiliente", commenta Gordon Thomson, Vice President Service Provider - Emea di Cisco.