Confcommercio: "In Italia, il ridimensionamento della domanda è diffuso tra i prodotti, mentre, per quanto riguarda i canali, colpisce in misura più significativa le imprese di minori dimensioni".
Autore: Redazione ImpresaCity
"La stima delle vendite al dettaglio di luglio è coerente con la fase di rallentamento economico, fenomeno generalizzato in Europa. La riduzione non è di intensità particolarmente rilevante e viene registrata dopo la revisione al rialzo del mese precedente, operazione, anche in questo caso, condivisa da tanti altri paesi europei".
"In Italia, il ridimensionamento della domanda è diffuso tra i prodotti, mentre, per quanto riguarda i canali, colpisce in misura più significativa le imprese di minori dimensioni".
"Se il dato puntuale non è allarmante, è, invece preoccupante il quadro che si sta delineando mettendo a sistema gli indicatori congiunturali relativi a terzo trimestre. Sono declinati l’occupazione, la fiducia di famiglie e imprese e le vendite al dettaglio, dentro un quadro internazionale fattosi più cupo a causa di sporadici ma significativi segnali di rialzo dei corsi delle materie prime energetiche. Rispetto alle attese, potrebbe essere meno brillante lo stesso contributo del turismo".
"Sembra finita la spinta reattiva post-pandemica e il rischio di tornare a tassi di crescita dello “zero virgola” comincia a farsi molto concreto. Per l’anno in corso, lo stesso traguardo di una variazione del PIL all’1% è adesso in discussione".
Questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat sulle vendite al dettaglio.