SAP Now, le tre I del business del futuro

Innovazione, Insight e Intelligenza. Quest’ultima ovviamente Artificiale e generativa, ma soprattutto integrata nei processi di business. Se ne è parlato all’evento annuale di SAP Italia svoltosi a Milano a fine ottobre

Autore: Edoardo Bellocchi

Rendere il business a prova di futuro, grazie non solo all’AI generativa ma anche a tre elementi irrinunciabili: Innovazione, Insight e Intelligenza. Parola di Carla Masperi, Amministratore Delegato di SAP Italia, che dal palco del SAP Now, l’appuntamento annuale più importante che l’azienda dedica ogni anno alla business community, tenutosi a Milano a fine ottobre, non rinuncia a sintetizzare i tre elementi chiave per affrontare sfide di business sempre più complesse. E se lo scorso anno si era parlato di tre P, ovvero Performance, Persone e Pianeta, quest’anno è la volta delle tre I, con l’Intelligenza Artificiale generativa che ormai è entrata a pieno titolo in tutte le attività.


Carla Masperi, Amministratore Delegato di SAP Italia (anche nella foto di apertura)

Impegno costante

Ovviamente, SAP non si sottrae, puntando i riflettori sulla propria proposta di AI generativa, chiamata Joule, la cui caratteristica distintiva è quella di non essere generica, ma già concretamente integrata nella realtà del business. Non a caso, Carla Masperi fa notare che l’impegno di SAP nell’intelligenza artificiale conta già qualche anno, visto che “è da tempo che applichiamo machine learning e deep learning ai nostri processi, e oggi abbiamo circa 26mila clienti in tutto il mondo che utilizzano i nostri sistemi di AI. È anche per questo che Joule nasce già pronta per gestire i processi di business, nei quali è integrata, per accelerare l’innovazione agendo da copilota che non risponde in maniera generica, ma fornendo risposte precise e concrete”.

L’ora di Joule

Ed è in grado di farlo, prosegue Carla Masperi, perché trae la sua forza dai “nostri 50 anni di esperienza, e può utilizzare i dati operativi delle applicazioni SAP: si tratta di un patrimonio informativo unico per portare alle aziende i migliori insight perché senza una base dati affidabile non si avranno risultati affidabili. Joule conosce benissimo i processi di business e il contesto dei dati, provenienti anche da fonti terze, e può fornire alle aziende una visione a 360 gradi dei propri clienti”.

Inoltre, insight proattivi e contestuali basati sull’AI in tutta l’impresa aiutano a ottimizzare i processi e ad adattarsi alle specifiche esigenze di business e ai rapidi cambiamenti del mercato.



Un copilota per la CX

Definito da SAP stessa come “copilota di AI generativa in linguaggio naturale”, Joule è oggi disponibile anche su tutto il portafoglio SAP CX, e promette di rivoluzionare la gestione di una funzione fondamentale come quella della Customer Experience, aiutando le aziende ad automatizzare attività dispendiose in termini di tempo e ad analizzare rapidamente i dati provenienti da tutta l’organizzazione, per ottenere insight preziosi e fruibili in modo da offrire ai clienti esperienze più intelligenti e personalizzate.

Gli esempi non mancano: “la correttezza dei cataloghi è uno dei compiti più ardui per i responsabili dell’area commerce, visto che i beni non taggati correttamente non sono visualizzati nelle ricerche, e le raccomandazioni di prodotti incomplete non facilitano le conversioni”, sottolineano in SAP, spiegando che “con l’utilizzo dell’AI per arricchire i cataloghi attraverso l’estrazione e l’arricchimento dei tag dei prodotti, i responsabili possono aumentare significativamente la visibilità e la reperibilità dei prodotti stessi. Non solo: questa nuova funzionalità di AI genera anche descrizioni dettagliate e personalizzate dei beni, aiutando i clienti a fare la scelta giusta”.

Solo in cloud

Da notare che Joule è disponibile soltanto in cloud,perché il cloud è l’unica tecnologia che consente di essere costantemente al passo dell’innovazione, però occorre avere in azienda non solo il cloud infrastrutturale, ma anche la componente applicativa”, spiega Carla Masperi, sintetizzando anche che “cloud e AI generativa sono le due tecnologie abilitanti del futuro, ma bisogna anche conoscere bene i processi e soprattutto i dati, sui quali occorre investire continuamente”.



La ricerca della resilienza

Si tratta di indicazioni emerse anche dallo studio “The formula for Business Resilience”, condotto dal team di ricerca SAP Insights più di 4.200 manager di medie e grandi aziende in tredici Paesi tra cui l’Italia, dove sono state intervistate 326 imprese, equamente distribuite tra piccole, medie e grandi.

Secondo lo studio SAP, gli intervistati che hanno valutato “molto positivamente” le loro capacità di affrontare le sfide attuali o future hanno anche affermato di avere un migliore accesso ai dati a supporto dei loro processi decisionali. Ma è vero anche il contrario: le aziende che hanno valutato negativamente le loro capacità di resilienza hanno riconosciuto di non avere un accesso ai dati ottimale. Ciò significa che la resilienza nel presente, la resilienza futura e l'accesso ai dati vanno di pari passo, rafforzandosi a vicenda.

A tutta innovazione

L’innovazione è emersa come il secondo fattore per rendere un’organizzazione più resiliente, ma le aziende italiane hanno citato due barriere per essere più innovative, entrambe con il 37% di risposte: la difficoltà di abbandonare gli attuali modelli di business e l’esistenza di silos tra le diverse funzioni aziendali. Ecco quindi che come aree di miglioramento nel breve termine, le aziende italiane riconoscono nei miglioramenti tecnologici (53%) e nei processi (48%) le priorità più urgenti per rendere le proprie organizzazioni più reattive a rispondere ai cambiamenti.

Infine, sempre secondo le aziende italiane, le prime tre opportunità di crescita per i prossimi 12 mesi sono state identificate in sviluppo di nuovi prodotti e servizi, secondo il 50% del campione; espansione della propria organizzazione in mercati esistenti, per il 46%; e infine uso di tecnologie intelligenti per migliorare l’analisi dei dati e il processo decisionale, secondo il 45%.



Investire nei dati

Investire nei dati è essenziale. Una delle caratteristiche delle aziende resilienti è il loro elevato grado di accesso ai dati. Se non si hanno i dati per sapere come funzionano i processi attuali., risulta più difficile sapere quali processi necessitano di essere corretti per rendere la propria azienda più resiliente. Ecco perché le aziende che si affidano alle tecnologie intelligenti come l’AI hanno inoltre maggiori opportunità di crescita, sono più attrezzate a rispondere ai rischi e a prosperare nei ricavi, perché in grado di adattarsi rapidamente alle avversità e ai cambiamenti sia attuali sia futuri. E non si limitano a superare le sfide, ma emergono più forti di prima”, ha concluso Carla Masperi.


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