La classifica del valore aggiunto pro-capite 2022 è capitanata da ben tre province del Nord con Milano in testa (55.483 euro), seguita da Bolzano/Bozen (49.177) e Bologna (41.737).
Autore: Redazione ImpresaCity
Milano resta saldamente in testa alla classifica italiana per valore aggiunto pro-capite da oltre vent’anni, raggiungendo lo scorso anno quota 55.483 euro. Un valore tre volte e mezzo superiore a quello generato da Agrigento (15.665 euro), fanalino di coda e quasi doppio quello della media nazionale (29.703). Tuttavia, complice l’incremento dei prezzi delle materie prime, è stata Potenza la provincia che ha corso di più nel 2022 rispetto al 2021 con un incremento del valore aggiunto del 16,4% contro il 6,9% medio nazionale a prezzi correnti.
A livello settoriale crescite a due cifre si rilevano in particolare in corrispondenza delle Costruzioni (10,4%), anche per effetto del superbonus 110%, e dei servizi (+10,6%), mentre l’industria in senso stretto cresce del 9,5%. Guardando al pre-pandemia, solo a Firenze il valore aggiunto prodotto resta ancora sotto i livelli precedenti al Covid segnando un calo del 4,7% nel 2022 rispetto al 2019, ma è in crescita dell’8,8% rispetto al 2021. Mentre allungando l’orizzonte all’ultimo decennio, tra il 2012 e il 2022, a mostrare maggiore vigore sono soprattutto le province più “giovani”, più “industrializzate”, più strutturate e orientate all’export.
È quanto emerge dall’analisi realizzata dal Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere sul valore aggiunto provinciale del 2022 che è una delle tradizionali attività di misurazione dell’economia dei territori realizzata dal sistema camerale.
“L'analisi dei livelli provinciali di sviluppo evidenzia come uno dei fattori di successo e di resilienza anche a livello territoriale sia rappresentato dall'avere più motori di crescita. In particolare, guardando alle performance provinciali due sembrano quelli più rilevanti: un sistema industriale saldo e interconnesso e una capacità di attrare e far crescere la filiera dei servizi collegata al turismo." Lo ha evidenziato il Presidente di Unioncamere Andrea Prete che ha sottolineato “il tutto si è accompagnato al buon andamento dell'edilizia, in parte consistente però legato anche ai provvedimenti di incentivazione. L'apertura ai mercati internazionali si è poi dimostrata un deciso fattore propulsivo. In una fase di rallentamento che interessa l'economia europea dobbiamo perciò valorizzare queste caratteristiche per poter continuare a competere con successo”.
L’articolazione geografica del valore aggiunto mette in risalto le differenze ancora esistenti in termini di valore aggiunto prodotto tra il Nord e il Sud del Paese. La classifica del valore aggiunto pro-capite 2022 è capitanata, infatti, da ben tre province del Nord con Milano in testa (55.483 euro), seguita da Bolzano/Bozen (49.177) e Bologna (41.737). E bisogna scorrere fino al 47esimo posto per trovare la prima provincia appartenente al Mezzogiorno. Mentre le ultime 32 posizioni sono tutte occupate da province meridionali. Ma in soli quattro anni, tra il 2019 e il 2022, diverse province del Sud si sono distinte per avere fatto sensibili passi avanti.
Tra le prime dieci province che mostrano avanzamenti più significativi Potenza è migliorata di 20 posizioni, Brindisi e Matera di 7. Ed è ancora Potenza ad essere schizzata al primo posto per crescita del valore aggiunto prodotto tra il 2021 e il 2022 con un + 16,4%, seguita nella top cinque da Bolzano/Bozen (+12,4%), Trento (+11,8%), Matera (+11,5%) e Valle d’Aosta/Vallée d'Aoste (10,9%).
Tuttavia, nel complesso è il Centro Italia a registrare nel 2022 rispetto all’anno precedente una crescita più sostenuta rispetto alla media italiana (7,8% contro 6,9% a prezzi correnti) - grazie soprattutto al buon andamento della Toscana (+8,6%) e del Lazio (+ 8,1%)- , seguita da Nord est (+7,3%), Sud (+7,2%) e Nord Ovest (+6,1%).