Red Hat sta continuando ad investire in maniera consistente per rafforzare un portfolio di tecnologie e servizi in grado di consentire a clienti e partner di districarsi al meglio nelle complessità
Autore: Barbara Torresani
Red Hat Summit Connect: a novembre l’innovazione è andata in scena sull’asse Milano-Roma all’evento degli eventi di Red Hat, vendor di riferimento dell’Open Source Enterprise, oggi alla ribalta sulle scene di tutto il mondo.
Una giornata di approfondimento, relazione e confronto per gli oltre 4 mila partecipanti totali delle due tappe, mossi dalla necessità di capire quali direzioni prendere in uno scenario in continua evoluzione. E la risposta a questi quesiti passa necessariamente dall’innovazione; un’innovazione tecnologica che permette di gestire al meglio ciò di cui si è dotati oggi e di dare forma a ciò che succederà domani per continuare a crescere ed essere competitivi sul mercato.
Essere protagonisti in questo contesto evolutivo richiede quindi di seguire e abilitare l’innovazione. Lo ha ben spiegato sul palco Rodolfo Falcone, Country Manager di Red Hat Italia, illustrando i numeri dell’evento – organizzato per la 9a volta nelle due tappe di Milano e Roma - quest’anno con il coinvolgimento di 46 partner, 11 clienti nelle sessioni plenaria, 5 temi portanti (Hybrid Multicloud, AI/ML, Cloud Native, DevSecOps, Automation) nelle sessioni parallele con 36 speech, ma soprattutto i numeri del Mercato Digitale.
Un Digitale che può fare la differenza, correndo veloce in una dinamica di crescita molto più effervescente del PIL nostrano, favorendo percorsi di innovazione come quelli abilitati da Red Hat e dai suoi partner presso i clienti. I dati dell’analista NetConsulting parlano infatti di un valore del mercato digitale pari a 79,4 miliardi di euro nel 2023, che sfiorerà gli 83 nel 2024 e gli 87 nel 2025 per arrivare a quasi 92 nel 2026: “E’ un momento molto stimolante per tutti, in cui cloud ibrido e Intelligenza Artificiale stanno caratterizzando le nuove dinamiche di trasformazione; quasi come un nuovo avvento di Internet”.
Inevitabile soffermarsi sui trend tecnologici alla base dei processi evolutivi in atto: a partire appunto dal cloud computing in forma ibrida – un modello che Red Hat propone da diversi anni - e dall’Intelligenza Artificiale, abbracciata dal vendor da qualche anno. Un’AI in chiave moderna, inserita nei prodotti, capace di azzerare l'operatività ripetitiva per liberare valore, in grado di ridisegnare nuovi processi e modelli. A questa combinazione di hybrid cloud e Artificial Intelligence si affianca l’automazione, la cui adozione è estremamente o molto importante per il successo futuro dell’80% delle organizzazioni.
Un’IT baricentrica nelle dinamiche di business, in cui le tecnologie di hybrid cloud, AI e automazione rappresenteranno le fondamenta dei cammini evolutivi delle organizzazioni, come quelle presentati sul palco dai clienti di Red Hat, realizzati in una dinamica di stretta collaborazione coi partner, “perché oggi, più del passato, sottolinea Falcone, è impensabile fare tutto da soli. L’innovazione si abilita con l’ecosistema”.
A illustrare la strategia aziendale nelle sue linee principali vi sono Gianni Anguilletti, Vice President MED Region, Red Hat sul palco romano e Hans Roth, SVP e Direttore Generale Europa, Medio Oriente e Africa, Red Hat a Milano.
Anguilletti indica la Stella Polare che governa e guida le iniziative di innovazione tecnologica e organizzativa di Red Hat. Un riferimento a questo astro che rappresenta il nome in codice secondo cui in Red Hat sono catalogate tutte le attività relative al piano industriale del vendor, che si propone l’ambizioso obiettivo di abilitare, supportare e amplificare le capacità trasformative dei propri clienti e partner in ambito IT, attraverso la realizzazione di piattaforme cloud, ibride e aperte. Un compito che il vendor si propone di fare al meglio delle proprie capacità, cercando di interpretare le dinamiche all'interno delle quali si trovano ad operare con clienti e partner.
“Ogni azienda e organizzazione, a prescindere dal settore merceologico di appartenenza, desidera concepire, rilasciare prodotti o servizi sempre più innovativi attraverso processi più efficienti che possono fare leva sulla collaborazione, intra ed extra dipartimentale, anche per far fronte a picchi o cadute di domanda, che richiedono scalabilità ed agilità senza precedenti, proprio perché gli ambiti operativi nei quali si trovano a sviluppare le proprie operazioni diventano sempre più complessi”, chiarisce Anguilletti.
Sono sette le principali realtà operative individuate da Red Hat a cui i clienti devono dare una risposta. Occorre in primis massimizzare le competenze esistenti e colmare i gap di competenze. (1 - Efficienza vs. innovazione). “Nel perseguire l’efficienza operativa, le aziende si trovano spesso costrette a fare di più con meno. Massimizzare la produzione con un organico limitato significa sfruttare meglio le competenze esistenti, colmando le lacune di conoscenza, sviluppando nuove capacità e creando le condizioni per un’innovazione”, spiega Roth.
Oltre a ciò, il cammino inarrestabile dell’innovazione software promette un potenziale sconfinato, ma può anche generare molte complessità (2 - Gestire la complessità): “Ogni nuovo sistema e integrazione comporta dei rischi - minacce alla sicurezza, interruzioni del servizio o improvvise impennate della domanda. La popolarità del cloud computing ibrido può aumentare tutto ciò. Sebbene i sistemi di monitoraggio degli eventi offrano un certo livello di controllo, i team IT possono essere rapidamente sopraffatti dalla portata dell’ecosistema in crescita e dai volumi di dati”, prosegue il manager. Per questo, nel contesto di queste due prime realtà, l’automazione rappresenta oggi una priorità fondamentale (3- Abilitare l’automazione) per liberare il personale da compiti banali e destinarlo ad attività di maggior valore. Da parte sua l’automazione porta con sé questioni su cosa automatizzare, con quali strumenti e come essere certi che funzioni.
Inoltre, operare con risorse limitate è solo un aspetto della sfida che i team IT devono affrontare. (4 - Scalare in base alla domanda); essi devono scalare le loro operazioni per soddisfare l’impennata della domanda di applicazioni e servizi: tenere il passo con la richiesta di ambienti DevOps e di produzione vera e propria non è solo una questione di abilitazione, ma anche di gestione di ciò che si abilita.
Se i punti precedenti non fossero già una sfida sufficiente per l’IT, l’avvento dell’edge computing rende la vita ancora più difficile (5 – Connettere l’edge). “I data center non sono più l’unico centro di elaborazione dei dati e l’edge non rappresenta solo un ‘luogo’ diverso per l’elaborazione, ma un approccio completamente differente. Al centro della sfida c’è l’enigma di come applicare gli standard per l’elaborazione dei dati, l’accessibilità e la sicurezza alle infrastrutture e alle macchine edge, progettate in modo diverso”, chiarisce Roth.
L’innovazione senza limiti porta rischi di sicurezza, ma una sicurezza troppo zelante soffoca la volontà e i mezzi della creatività (6 - Bilanciare innovazione e sicurezza). “In questo senso, le aziende devono decidere quale sia la loro posizione e adattare continuamente operazioni e cultura per adattarsi ad esso. L’integrazione di funzionalità e protocolli di sicurezza all’interno del software supera la visione di sicurezza e innovazione come compromesso. Al contrario, questo approccio le colloca come funzioni complementari e infonde agli sviluppatori certezza e fiducia in relazione alla sicurezza”, dice.
C’è poi il tema della sostenibilità: governi, azionisti, clienti e dipendenti chiedono alle organizzazioni di assumersi le proprie responsabilità in materia di sostenibilità come mai prima d’ora (7 - Pianificazione della sostenibilità). Tutto ciò può creare un messaggio contrastante per i team IT: da un lato, fare di più, dall’altro, preservare l’energia. "La chiave corretta è la capacità di tracciare e riportare le informazioni sulla sostenibilità e adattare i modelli di lavoro per promuovere pratiche più sostenibili".
E per far fronte a queste realtà operative – continua Anguilletti - Red Hat sta continuando ad investire in maniera consistente per rafforzare un portfolio di tecnologie e servizi in grado di consentire a clienti e partner di districarsi al meglio nelle complessità. Un portfolio che si basa su tre pilastri principali: framework per lo sviluppo di applicazioni moderne native per il cloud, capaci di fare leva anche su nuovi paradigmi tecnologici come microservizi e container così come Intelligenza Artificiale, Machine Learning ed Edge Computing; tecnologie per la costruzione e gestione di architetture cloud ibride e aperte per lo sviluppo, l’utilizzo e la gestione di applicazioni in qualsiasi momento e su o da qualsiasi tipo di piattaforma; strumenti per l'automazione di infrastrutture informatiche capaci di rendere le relative operazioni non solo più rapide ed economiche, ma anche più resilienti, sicure e affidabili proprio grazie alla integrazione di algoritmi di Intelligenza Artificiale.
A tutto ciò si aggiunge un'ulteriore dimensione nella quale Red Hat sta investendo in maniera significativa che è rappresentata dal voler rendere le tecnologie acquisibili, fruibili, gestibili con la maggior libertà di scelta e flessibilità possibile, nonché in totale autonomia presso i propri data center piuttosto che acquisibili sempre e installabili presso i data center di uno più cloud provider di riferimento e di fiducia, mantenendone comunque il controllo operativo, per arrivare poi al massimo grado di flessibilità e di libertà rappresentato dal delegare in toto tanto la gestione commerciale con politiche, per esempio, pay ‘per use, quanto la gestione operativa della tecnologia a un cloud provider di riferimento e di fiducia e/o a più cloud provider.
Una strategia che sta ottenendo il riscontro positivo da parte del mercato IT e degli analisti, come riporta Anguilletti, basti pensare che oggi il 94% delle aziende inserite nella classifica Fortune 500 sono clienti di Red Hat o come Crédit Agricole che grazie a Red Hat ha automatizzato la gestione di circa 20 mila server ottenendo un ritorno dell'investimento molto significativo, trovando risposte efficaci alle sfide operative citate, ovvero fare di più con meno e più velocemente e curare in modo molto focalizzato la sicurezza dei propri data center. Ma anche Airbus che sta sfruttando l'Intelligenza Artificiale per cogliere nuove opportunità di business, riuscendo a fare di più con meno, ma anche implementando ambienti operativi più dinamici che utilizzando l’AI e l’Edge Computing.
“Con una punta di orgoglio mi preme evidenziare come di recente Red Hat abbia ottenuto una serie di riconoscimenti prestigiosi tra cui quello assegnato da Forrester per la tecnologia Red Hat OpenShift, come miglior piattaforma di gestione container in ambito multicloud, un posizionamento quasi fuori scala e fuori quadrante nonché altri riconoscimenti prestigiosi, come quelli di Gartner in due categorie rilevanti, DevOps Platform e Container Management”, enfatizza Anguilletti. E conclude: “E’ sicuramente il momento giusto per instaurare o rafforzare una partnership tecnologica con Red Hat, volta a fare innovazione, collaborazione e scalabilità.”
E, in conclusione, un accenno al tema della diversity molto sentito dal vendor: “Mai come oggi la diversity è un tema fondamentale su cui Red Hat si impegna profondamente. Siamo un'organizzazione basata sull'open source: la diversità contribuisce alla nostra cultura inclusiva offrendo la possibilità di valutare idee e punti di vista diversi, mettere in discussione le nostre supposizioni e favorire l'innovazione. Attraverso le community si può fare molto più di quanto si possa fare individualmente. I nostri dipendenti partecipano a gruppi di affinità che si occupano di diversità, equità e inclusione, per valorizzare le differenze e condividere esperienze. All’interno della community Diversità, Equità ed Inclusione di Red Hat, la Women’s Leadership Community ha l’obiettivo di supportare lo sviluppo e la crescita professionale delle donne e di promuovere all’esterno l’istruzione STEM ed i percorsi di carriera nel mondo IT alle ragazze e giovani donne, con l’obiettivo di ridurre il gender gap, che in questo settore è ancora più marcato”, conclude Falcone.