Pare proprio che non si tratti di una leggenda, ma che sia davvero stato Gabriele D’Annunzio a stabilire una volta per tutte, circa un centinaio d’anni fa, il genere dell’automobile.
Autore: Redazione ImpresaCity
Pare proprio che non si tratti di una leggenda, ma che sia davvero stato Gabriele D’Annunzio a stabilire una volta per tutte, circa un centinaio d’anni fa, il genere dell’automobile. Nella lingua italiana dell’epoca, quella che oggi chiamiamo più spesso “macchina” oscillava infatti tra il femminile, derivato dal fatto che all’inizio si parlava di “vettura automobile”, e il maschile, fieramente sostenuto dai futuristi. Come sia andata a finire lo sappiamo.
Ma ancora non sappiamo come andrà a finire con l’acronimo del momento, quello dell’intelligenza artificiale, tema ormai diventato mainstream a tutti gli effetti da quando poco più di un anno fa ha fatto la sua comparsa sulla scena l’arcinoto ChatGPT. Se nella quasi totalità dei casi in italiano
si vede utilizzare AI, da Artificial Intelligence, si stanno però moltiplicando gli adepti all’acronimo IA, che risulta francamente indigeribile e soprattutto può creare disorientamento.
Visto che l’intelligenza artificiale pare proprio destinata ad accompagnarci a lungo, sarebbe forse opportuno uniformare l’espressione.
Ma, visto che di vati del calibro di D’Annunzio non se ne vedono in giro, non resta che affidarsi al buon senso. Quello stesso buon senso che ha da tempo decretato che gli acronimi IT o ICT rimangono in italiano tali quali, e...