Nel mondo Banking/Finance l'onboarding digitale soddisfa i clienti ma è anche un rischio per la sicurezza. La PMI innovativa INEO ha le tecnologie per metterlo in sicurezza.
Autore: Francesco Pignatelli
L'onboarding tutto digitale dei clienti aiuta sicuramente a realizzare quelle esperienze d'uso "frictionless" che tanto si cercano anche nel mondo del Banking e dei servizi finanziari. Ma è anche un fattore di rischio potenziale, perché i sistemi di identificazione e verifica da remoto, se non ben progettati, si possono in qualche modo ingannare. Non è facile, ma il semplice rischio basta ad elevare il livello di attenzione. Un rischio che peraltro c'è sempre stato: ora è amplificato dalle potenzialità dell'AI come strumento per aggirare le verifiche, anche biometriche, di sicurezza.
Di certo, però, le banche e le altre istituzioni finanziarie continueranno ad adottare sempre più forme di onboarding digitale automatico per i loro clienti. Questa possibilità esiste grazie al fatto che Banca d'Italia ha recepito le nuove linee guida della European Banking Authority in materia di vigilanza nelle soluzioni di onboarding a distanza dei clienti. In sintesi e semplificando, grazie alle nuove norme banche e società di intermediazione ora possono progettare in autonomia i propri processi di onboarding da remoto, avvalendosi anche dei servizi proposti da provider esterni.
Proprio il boom del digital onboarding ha portato alla diffusione di soluzioni che non necessariamente hanno i requisiti di cui le istituzioni finanziarie hanno ora bisogno. È una questione di tecnologie e di competenze, due elementi su cui fa oggi leva una PMI innovativa italiana specializzata - INEO - che ha però anche oltre dieci anni di esperienza utile alle spalle. INEO è infatti il nuovo volto di Lending Solution, nata nel 2010 e specializzata nei controlli antifrode e antiriciclaggio.
Proprio questa specializzazione fa ora la differenza, come racconta il CEO e founder Salvatore Mafodda: "Storicamente l'identificazione da remoto e l'onboarding sono stati collegati soprattutto alla firma digitale e, anche dal punto di vista regolamentare, l'attenzione non era davvero posta alla parte di identificazione personale. Oggi lo scenario è diverso e si richiede di garantire per l'identificazione remota anche gli alti standard dei controlli antifrode e antiriciclaggio. Noi siamo primo soggetto in Italia in grado di farlo in maniera progressiva ed omnicanale".
INEO ha sviluppato - e brevettato - un proprio sistema di identificazione basato su funzioni di AI. Il sistema permette tra l'altro di acquisire da remoto vari tipi di documenti, verificandone immediatamente l'autenticità, e di confrontarli con il volto della persona che sta identificandosi. In questa fase entrano in gioco controlli di liveness attiva per evitare il rischio deepfake, oltre che altre verifiche in tempo reale delle classiche PEP/Crime/Sanctions List e delle liste antiriclaggio/antiterrorismo.
A complementare le singole funzioni di controllo e verifica - dal face matching alla geolocalizzazione, dalla ricerca nelle banche dati in tempo reale ad altri elementi di digital forensics - c'è anche un servizio "umano" di secondo livello, asincrono, che valida le decisioni prese dai sistemi di valutazione automatizzata.
Il punto importante, però, "non è tanto il cosa facciamo ma come lo facciamo", sottolinea Mafodda: "Il 'come' è legato a quanto le nostre soluzioni presidiano lo specifico processo di onboarding e identificazione e si integrano strettamente con esso. A fare da garanzia per un cliente non sono infatti solo le tecnologie in sé ma anche e soprattutto il modo in cui si applicano".
Anche il modo in cui le tecnologie si ottimizzano nel tempo, perché un sistema efficace di digital onboarding "sicuro" non è statico. Come indicano le norme EBA, il sistema deve essere flessibile e adattabile. Va commisurato ai rischi valutati per il processo coinvolto - scegliere sempre il massimo livello di "blindatura" non è la strada corretta - e va regolarmente adattato in funzione a come variano le normative e soprattutto il suo livello di efficacia. Se questo nel tempo non è più adeguato, bisogna intervenire con le giuste competenze. "Questo è un approccio che seguiamo da sempre, ora possiamo implementarlo anche per l'identificazione digitale da remoto", racconta Mafodda.
Data la sua storia e le sue competenze, appare forse curioso che INEO abbia scelto, per crescere, anche la strada del crowdfunding (la società è presente su Mamacrowd fino al 18 febbraio, poi l'aumento di capitale continua ma offline fino al 31 marzo). "Stiamo discutendo ovviamente anche con soggetti industriali e fondi di investimento, ma nel frattempo il crowdfunding è un modo per fare squadra con professionisti e imprese che condividono le nostre sfide tecnologiche", spiega Mafodda. Al crowdfunding hanno infatti partecipato anche, ad esempio, ricercatori in campo AI che apprezzano le tecnologie INEO e società che le hanno già utilizzate direttamente.