Microsoft tende una mano a Intel e ridimensiona Nvidia

Un accordo per proteggere la produzione Usa e tutelarsi da eventuali ritardi di produzione.

Autore: Valerio Mariani

Nella costa est si esulta, in quella ovest si tende una mano. Alla prima edizione dell’evento Intel Foundry Direct Connect, il CEO di Microsoft, Satya Nadella ha annunciato che la casa di Redmond ha deciso di sviluppare un progetto basato sul processo Intel 18A, e già questa è una notizia. È noto da novembre che Microsoft stia lavorando a due nuovi chip per i propri data center. Si tratta di Azure Maia Accelerator pensato per le sue applicazioni AI e di Azure Cobalt CPU per altre applicazioni e servizi per il comparto consumer e business. La partnership con Intel è pensata per dare un’accelerata a questi progetti.

Durante l’evento, Nadella ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di una fornitura affidabile dei semiconduttori più avanzati, ad alte prestazioni e di alta qualità. Ecco perché siamo così entusiasti di lavorare con Intel Foundry e abbiamo scelto un progetto di chip che prevediamo di realizzare con il processo Intel 18A”. Di tutte le parole, sottolineiamo l'aggettivo affidabile, ci torna utile dopo.

Intel Foundry è, secondo Intel, la fonderia di sistemi sostenibile progettata per l’era dell’intelligenza artificiale. Durante l’evento, il Ceo Pat Gelsinger ha annunciato una “roadmap di processo produttivo estesa, concepita per raggiungere una posizione di leadership nell’ultima parte di questo decennio”, ovvero posizionarsi in seconda posizione entro il 2030. Per raggiungere questo risultato, Intel lavorerà con partner di ecosistema come Synopsys, Cadence, Siemens e Ansys, che aiuteranno a spingere sull’acceleratore nella progettazione di chip per i clienti di Intel Foundry con tool, flussi di progettazione e portfolio di IP verificati per il packaging avanzato di Intel e le tecnologie di processo Intel 18A.

Alla luce di questa (necessaria e impellente) focalizzazione sull’AI, Intel ha ripensato la roadmap relativa alla tecnologia di processo. Si aggiunge Intel 14A e si intende accelerare il piano d’azione 5N4Y, cinque nodi in quattro anni, per fornire la prima soluzione di retroalimentazione del settore. La nuova roadmap – cita il comunicato ufficiale - include un’evoluzione delle tecnologie di processo Intel 3, Intel 18A e Intel 14A, oltre a Intel 3-T, ottimizzato con connessioni elettriche passanti in silicio per progetti di packaging avanzati 3D. Sono inoltre in fase avanzata i nodi di processo maturi, compresi i nuovi nodi a 12 nanometri, attesi a seguito dello sviluppo congiunto con il partner UMC annunciato il mese scorso. Intel ha inoltre annunciato l'aggiunta di Intel Foundry FCBGA 2D+ alla sua suite completa di offerte ASAT (Advanced System Assembly and Test), che già include FCBGA 2D, EMIB, Foveros e Foveros Direct.

Intel Foundry ha in programma di presentare un nuovo nodo ogni due anni e prevede evoluzioni dei nodi nel tempo, offrendo ai clienti un percorso per evolvere continuamente la propria offerta basata sulla tecnologia di processo di Intel. In questo modo, Intel prevede di riconquistare la leadership nei processi con Intel 18A nel 2025 e, intanto, l’azienda dichiara di aver concluso quattro grandi accordi con i clienti 18A, incluso un importante accordo di “pagamento anticipato”. Inoltre, il management di Intel ha dichiarato che ha ordini per 15 miliardi di dollari per la sua Foundry.


Nvidia e Intel, un’occhiata ai conti

Dichiarazioni forti a San Jose, California, costa ovest, in risposta a ciò che succede a Wall Street, New York, costa est. Nella Grande Mela, infatti, Nvidia raccoglie successi. Nel quarto trimestre il produttore di chip ha raggiunto 22 miliardi di dollari di fatturato, con un incremento bulgaro del 270% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e un conseguente +9% del valore dell’azione.

La GPU H100 di Nvidia, un chip da 30mila dollari alla base dei sistemi basati su AI generativa è un successo indiscutibile. La stessa Microsoft ha già investito 4,5 miliardi di dollari sul chip, risultando, insieme a Meta, il maggior cliente di Nvidia, seguito da Google, Amazon e Oracle. Inoltre, il fatturato del quarto trimestre relativo alle vendite ai data center ha superato i 18 miliardi di dollari, il 409% in più rispetto all’anno precedente.

E Intel, invece, come sta? A fine gennaio 2024 l’azienda aveva superato le aspettative degli analisti (2,7 miliardi di dollari di guadagni, 15,4 di fatturato nel quarto trimestre fiscale) ma aveva avvisato che, nel primo trimestre del 2024, ci si dovrebbe aspettare un fatturato in calo, compreso tra i 12,2 e il 13,2 miliardi di dollari.

L’impressione, insomma, è che Intel stia rincorrendo Nvidia e che Microsoft gli stia dando una spintarella, strizzando l’occhio anche a una certa protezione del mercato interno USA, visto che per la produzione Nvidia, nonostante abbia il quartier generale negli USA, si affida quasi completamente alla taiwanese TSMC, terzo player del settore. La motivazione ufficiale di Microsoft è che “il mercato”, ovvero Nvidia, possa non tenere il passo con la domanda, sia per problemi di produzione che di distribuzione, e che sia sempre bene affidarsi a più fornitori.


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