La startup di Singapore realizzerà un impianto produttivo nel Nord Italia, dedicato al packaging innovativo dei chip prodotti per i clienti europei
Autore: Redazione ImpresaCity
Dopo che si è tanto parlato di giganti statunitensi del chip pronti ad investire per nuove fabbriche in Italia e in Europa, l'investimento ad oggi più significativo nel nostro Paese arriva invece da Singapore. La quasi-startup (ha tre anni di vita) Silicon Box ha annunciato un investimento di 3,2 miliardi di euro per realizzare in Italia una nuova struttura all'avanguardia per l'assemblaggio e il test dei semiconduttori. Questa struttura contribuirà, secondo la società, a soddisfare la necessità di sistemi di packaging per le tecnologie di nuova generazione a cui Silicon Box sta lavorando e che intende portare sul mercato entro il 2028.
L'idea è quella di replicare nel Nord Italia la "foundry" di punta di Silicon Box che si trova a Singapore. Una volta completata, la nuova struttura supporterà circa 1.600 dipendenti di Silicon Box in Italia. L'indotto dovrebbe essere ancora maggiore ed è valutato in "altre migliaia di posti di lavoro". La progettazione e la pianificazione del nuovo stabilimento italiano inizieranno immediatamente, mentre la costruzione sarà avviata in attesa dell'approvazione della Commissione Europea del sostegno finanziario previsto da parte dello Stato italiano.
Mettere piede direttamente in Italia è anche un passo per l'espansione di Silicon Box in Europa. Il nuovo impianto, infatti, dovrebbe fungere da catalizzatore per investimenti più ampi in Italia e nel resto dell'Unione Europea. Secondo l'azienda, le tecnologie introdotte dalla sede italiana potranno dare impulso allo sviluppo tecnologico locale in vari ambiti: design, AI, LLM, mobilità elettrica, mobile ed edge computing, scienza dei materiali.
"L'Italia è stata scelta come sede della prima espansione globale di Silicon Box per diversi motivi, tra cui le infrastrutture, la forte base di talenti e l'iniziativa del Governo di sostenere e semplificare l'ambiente imprenditoriale e il confronto con le principali parti interessate... L'Italia offre un ecosistema eccezionale per l'istruzione superiore, con forti tradizioni in varie discipline ingegneristiche. Questo è stato un fattore decisivo nella scelta di Silicon Box di costruire nel Nord Italia e sarà essenziale per il nostro successo a lungo termine", ha spiegato Byung Joon Han, co-fondatore e CEO di Silicon Box.
La fabbricazione di chip avviene a partire dai grandi "wafer" di silicio, in cui i microcircuiti vengono serigrafati. Il nuovo impianto italiano di Silicon Box si occupa di una fase successiva, quella del packaging: qui il wafer microlitografato viene suddiviso in singoli chip, che sono poi assemblati (packaged, appunto) nel prodotto finale, che va testato per garantire il suo buon funzionamento.
Silicon Box si è specializzata in una forma evoluta di packaging, basata sul concetto dei chiplet. Il modello classico di produzione prevede oggi la "costruzione" direttamente nei wafer di silicio di sistemi con più chip, per arrivare ai cosiddetti SoC, o System-on-Chip. Silicon Box segue invede un'altra strada: sui wafer sono realizzata chip singoli più semplici (i chiplet) che poi vengono combinati in un sistema più complesso durante l'operazione di packaging. Il risultato finale è un cosiddetto SiP, o System-in-Package.
"La nuova foundry di Silicon Box in Italia sarà in grado di accettare wafer da tutte le foundry e di supportare un'ampia varietà di clienti, in tutto il mondo, grazie al suo approccio innovativo", ha dichiarato Mike Han, Head of Business di Silicon Box. L'ubicazione del nuovo impianto viene giudicata ideale per una sinergia con i cluster europei di produzione di wafer di semiconduttori già esistenti e in fase di progettazione in Italia, Germania e Francia.
Non dovrebbe volerci molto per vedere l'impianto italiano in azione, una volta ottenuti i necessari fondi. Silicon Box infatti sottolinea di aver costruito il suo primo impianto di packaging avanzato, a Singapore, in un anno e di aver iniziato a spedire i prodotti finiti ai clienti tre mesi dopo l'apertura dello stabilimento. Questa capacità di operare velocemente "sarà applicata anche allo stabilimento italiano", spiega l'azienda.