Tuttavia, le aziende intervistate hanno anche evidenziato la mancanza di corsi mirati a coprire nuove aree di interesse nel mercato della formazione e hanno dichiarato che i training non sempre portano i risultati attesi.
Autore: Redazione ImpresaCity
Una recente ricerca di Kaspersky ha rivelato che oltre il 70% delle aziende spende ogni anno oltre 100.000 dollari per la formazione professionale aggiuntiva, al fine di garantire l’aggiornamento dei propri dipendenti nel campo della cybersecurity.
Nella sua recente ricerca “The portrait of the modern Information Security Professional”, Kaspersky ha esaminato il problema della carenza di personale a livello globale nel campo della cybersecurity, analizzando le motivazioni e identificando i metodi di valutazione e aggiornamento della loro workforce dedicata alla sicurezza IT.
Secondo la ricerca, le aziende investono in modo significativo per l’aggiornamento dei propri team di cybersecurity: il 43% spende abitualmente tra i 100.000 e i 200.000 dollari all’anno, il 31% addirittura più di 200.000 dollari mentre il restante 26% investe abitualmente meno di 100.000 dollari.
Inoltre, la ricerca ha rivelato che il 39% dei professionisti della cybersecurity, dato che sale al 42% in Europa, ritengono che la formazione aziendale non sia sufficiente. Per essere competitivi sul mercato e aggiornare le conoscenze e le competenze, sono disposti a frequentare ulteriori corsi di formazione a proprie spese.
Tuttavia, i professionisti della cybersecurity osservano anche che il mercato della formazione fatica a stare al passo con un settore in rapida evoluzione e non riesce a fornire in tempo i programmi di aggiornamento necessari. La ricerca mostra che la scarsità di corsi che coprono nuovi ambiti di interesse (49%) è il problema principale per chi cerca una formazione sulla cybersecurity.
Il 47% degli intervistati ha anche affermato che i tirocinanti tendono a dimenticare quanto appreso perché non hanno avuto la possibilità di applicare le conoscenze appena acquisite, quindi per loro i corsi si sono rivelati inefficaci. Inoltre, per il 45% degli operatori risulta complicato richiedere prerequisiti formativi specializzati, come la codifica e la programmazione avanzata, che non sono stati specificati durante la fase di pre-registrazione.