Il multicloud ibrido è sempre più un’architettura strategica, anche alla luce delle nuove dinamiche di mercato, ma anche per i workload AI, spiega il management italiano, illustrando anche una solida partnership con Cisco
Autore: Edoardo Bellocchi
È davvero un momento di grande accelerazione per Nutanix, anche in relazione ad alcune dinamiche di mercato, come per esempio il compimento dell’acquisizione di VMware da parte di Broadcom, che sta determinando a corollario movimenti di assestamento nei clienti.
Bene ha quindi fatto il top management italiano a fare il punto a metà marzo sull’evoluzione delle strategie, che prendono le mosse an che da un andamento di mercato più che positivo, come ha sottolineato Benjamin Jolivet, Country Manager di Nutanix Italia: “veniamo da un altro trimestre di prestazioni eccellenti, con tutti gli indicatori in crescita, a cominciare dal cash flow e dalla redditività e sulla crescita”. Nel dettaglio, il secondo quarter dell’anno fiscale 2024 fa registrare un incremento dei ricavi da abbonamento, gli Annual Recurring Revenue, del 26% su base trimestrale e del 16% su base annuale, per un free cash flow di 163 milioni di dollari: “sono numeri significativi anche perché ci danno modo di continuare a investire in un momento in cui il vento è molto favorevole, con un contesto competitivo che ci sta facendo accelerare e vedere più di un'opportunità di accrescere le nostre quote di mercato”.
Il riferimento evidente è all’affaire Broadcom-VMware, che sta determinando uno shift nel mercato, anche dal lato canale, come spiega Thomas Giudici, che da dicembre è entrato in Nutanix Italia nella posizione di Senior Sales manager per il business Commercial: “il cambiamento sul mercato c’è stato, anche perché fa parte in un certo senso delle regole del gioco. Oggi vediamo i clienti cercarci sostanzialmente con due esigenze diverse: da una parte, c’è chi davvero intende procedere a uno swap completo della propria infrastruttura, il che però non è qualcosa di semplice e immediato, trattandosi di un'analisi da compiere nell’arco di dodici mesi, e dall’altra parte c’è chi cerca in noi un'alternativa, per avere una vera dual vendor strategy”.
I riflessi di questo passaggio di mercato vi sono anche dal lato dei partner: “c’è una forte percentuale di partner che stanno arrivando da noi perché hanno bisogno di formazione e di altro, trovandosi alle prese con clienti che vivono una situazione di incertezza”, prosegue Thomas Giudici, spiegando che “Nutanix è in grado di rispondere a queste esigenze dando tutti gli strumenti corretti per soddisfare queste esigenze, avendo alle spalle un ecosistema forte anche in termini di alleanze, che ci aiuta ad aiutare i clienti a essere aiutati”. Lo sguardo di Nutanix si sta sempre più rivolgendo anche verso il mondo dei Managed Service Provider e dei fornitori di servizi cloud, con programmi specifici.
In questo scenario, anche le caratteristiche intrinseche della piattaforma Nutanix si rivelano utili, soprattutto perché dà modo di gestire i workload ovunque, dal multicloud all’edge, passando per i diversi tipi di cloud e il re-hosting, oltre ovviamente all’on prem del data center. Ma conta anche l’ecosistema, come racconta Marco Del Plato, Systems Engineer Manager di Nutanix Italia, parlando di “connessione tra la volontà di porsi come un partner in questo percorso con i nostri clienti e la crescente necessità di avere un ecosistema, perché non si può intraprendere un percorso di questo tipo se non si hanno a bordo i partner, sia dal punto di vista dell'integrazione sia dal punto di vista di altri vendor che ci permettono di offrire soluzioni a 360 gradi. È per questo che stiamo investendo molto in workshop, in incontri, in Proof of Concept e tanto altro, per proporci come alternativa innovativa: tutto questo lo facciamo in abbinamento ai system integrator oltre che con altri vendor, collaborando e trovando delle sinergie per poter offrire questo percorso al meglio”.
Di tutte le componenti della piattaforma, è oggi il caso di approfondire l’Intelligenza Artificiale, e questo “per una serie di motivi, non ultimo il fatto che sia un tema estremamente caldo, anche perché in qualunque discussione con i nostri clienti, in qualche modo il concetto di AI emerge sempre”, fa notare Marco Del Plato, sottolineando che “questo riflette la realtà attuale, che ci mostra come il concetto di intelligenza artificiale sia sempre più pervasivo. Parlando di intelligenza artificiale intendiamo un misto tra quello che è l'intelligenza artificiale generativa e il machine learning, con approccio olistico al concetto, nel senso che il dato deve essere in qualche modo gestito in tutte le sue componenti, che siano a livello Edge, quindi dove il dato nasce e deve essere consumato, ma deve poi prevedere un repository centrale dove avvengono le lavorazioni più complesse, o forse addirittura estendersi verso il cloud perché servono comunque modelli che spesso sono propri del cloud perché siano in grado di rispondere alle esigenze specifiche”.
In tutto questo, “si inserisce una enorme mole di dati che in qualche modo devono essere gestiti, messi in sicurezza, mantenuti e aggiornati. Modelli di learning, quindi di addestramento, che possono essere propri nel mondo hyperscaler oppure possono essere utilizzati in locale. Mettendo insieme queste tre cose, si nota che servono dati, modelli e repository, che sono i tre blocchi di base per i progetti di AI”, prosegue Del Plato. Nutanix, anche in collaborazione con l’ecosistema, offre gli elementi necessari: lo scopo finale è quello di avere, sempre nella filosofia “One Click”, la possibilità di generare un ambiente di intelligenza artificiale che sia in grado di “deployarsi” nell’ambiente IT semplicemente cliccando un bottone.
Tra le partnership rilevanti, quella con Cisco viene raccontata nel dettaglio da Fabrizio Gergely, Architecture Sales Leader di Cisco Italia, che esordisce citando alcuni dati di un assessment di Cisco stessa su oltre 5mila clienti di tutto il mondo: “la stragrande maggioranza dei clienti, l’82% per l’esattezza, è già nel mondo ibrido, quindi sia on prem sia su più cloud, e quasi la metà, ovvero il 45%, ma con spazio di crescita, sta già usando o utilizzerà le capacità evolute di gestione delle infrastrutture, cioè AIOps, con un utilizzo profondo e dettagliato delle informazioni di visibilità, di telemetria, di observability, su cui poi creare e realizzare delle infrastrutture sempre più innovative e predittive”.
Si inserisce in questa tendenza l’acquisizione di Splunk, che serve a Cisco anche declinare l’AI “fondamentalmente su due grandi macrotemi: da una parte, come noi stessi in Cisco utilizziamo l'intelligenza artificiale all'interno delle nostre soluzioni di rete, di collaboration, di sicurezza, e dall’altra parte come realizzare capaci nella maniera migliore possibile di supportare i nuovi carichi applicativi legati all'intelligenza artificiale”.
E la collaborazione con Nutanix avviene tra due aziende che “hanno la stessa spinta di innovazione e di tecnologia che ci porta ad avere obiettivi tecnologici comuni, come per esempio quello di costruire un modello operativo, orientato al cloud, che sia più semplice, consistente e di facile utilizzo per partner e clienti”, prosegue Gergely.
Sviluppando il tema della collaborazione Cisco-Nutanix, si tratta di una partnership a 360 gradi, che vede quattro aree di maggiore importanza: strategia, engineering, go to market e supporto. Per la strategia, “o comunque la leadership tecnologica, Cisco e Nutanix hanno l'obiettivo di proporre la convergenza più completa, flessibile, performante e innovativa del mercato, per esempio con le soluzioni di Software Defined Networking con Cisco ACI, Application Centric Infrastructure, che è già pronto per l’utilizzo con Nutanix”, spiega Gergely, evidenziando che il secondo punto prevede “roadmap di engineering condivise, al fine di avere una sempre maggiore integrazione delle soluzioni, in particolare proprio dal punto di vista delle operation e dell'accesso, fermo restando che già vi sono punti di integrazione assolutamente rilevanti”.
Al terzo punto è il go to market “o in generale l’ecosistema, che è fondamentale in quanto sono sempre necessarie tante competenze e capacità diverse: un esempio concreto è che vi saranno sempre più Cisco Validated Design, ovvero i documenti sviluppati insieme ai nostri partner di soluzioni che comprendono tecnologie di Cisco e tecnologie di diverse parti, e che però dettagliano in maniera puntuale e precisa come implementare le soluzioni. E questo ovviamente è un grande vantaggio per partner e clienti, perché permette di ridurre tempi, rischi e costi dei progetti”.
Infine, il supporto: “anche questo è un aspetto chiave, in quanto nella soluzione congiunta di iperconvergenza Cisco-Nutanix, noi come Cisco diventiamo il front-end per il supporto con il nostro Technical Assistance Center, che agisce da punto unico di ingresso per i clienti, mentre poi sarà nostra cura collaborare con i centri di assistenza Nutanix per risolvere eventuali problemi”, conclude Fabrizio Gergely.