La spesa in hardware di storage e calcolo ha accelerato la sua crescita, in particolare nel mondo cloud ma anche con una ripresa decisa nell'on-premise
Autore: Redazione ImpresaCity
Che l'AI avesse dato una spinta importante agli investimenti in infrastrutture IT già lo sapevamo. Ora però sembra evidente che questa spinta si è ulteriormente accelerata e che questa dinamica non interessa più solo il cloud, che ne è il destinatario più ovvio, ma anche le infrastrutture più tradizionali. A tratteggiare questo scenario sono alcune cifre pubblicate da IDC.
Secondo gli analisti, nel secondo trimestre del 2024 la spesa globale per i prodotti infrastrutturali di computing e storage per gli ambienti cloud - sia privato sia pubblico - è aumentata del 61,5% rispetto all'anno precedente, raggiungendo i 42,9 miliardi di dollari. Le cifre di un trimestre fa parlavano di una crescita inferiore: 36,9% anno su anno.
Spiccano di più le cifre relative alla crescita del tradizionale segmento non-cloud, che prevedibilmente brilla meno del mondo cloud ma chiude il secondo trimestre del 2024 con una crescita importante: +41,4% anno su anno, per un valore complessivo di 19,4 miliardi di dollari. Nel trimestre precedente IDC indicava una crescita molto più contenuta: +5,7% anno su anno.
Un altro elemento da considerare è che le crescite in valore sono molto più elevate delle crescite in volumi. Gli investimenti per la parte cloud sono cresciuti in unità solo del 17,7% nel trimestre, ma dato che la grande domanda di hardware - specie i server dedicati all'AI e carrozzati con adeguate GPU, ma anche lo storage ottimizzato - ne sta facendo salire i prezzi, la dinamica in valore è decisamente diversa.
L'AI è il motore primo di queste crescite. “La crescita della spesa per l'infrastruttura cloud continua a essere guidata dall'accelerazione degli investimenti legati all'Intelligenza Artificiale", spiega testualmente IDC, sottolineando che oggi l'AI sta indirizzando le priorità di investimento quasi ovunque. Con hyperscaler, service provider e cloud provider in prima fila.
A beneficiare di questi investimenti sono soprattutto gli ambienti di cloud pubblico, che nel secondo trimestre hanno raccolto 35,3 miliardi di dollari, una spesa pari a una crescita del 75% anno su anno. Brilla meno - ma comunque brilla - il cloud privato: 7,6 miliardi con una crescita annua del 19,2%. Come accennato, il segmento dell'on-premise tradizionale ha fatto meglio.
Guardando in avanti, IDC stima che il 2024 si chiuderà con una spesa complessiva di 164 miliardi di dollari in componenti di computing e storage per il cloud. La crescita anno su anno stimata è di quasi il 49%. La gran parte (132 miliardi) di questi investimenti sarà, come prevedibile, destinata al cloud pubblico.
Più a lungo termine, le cifre IDC indicano che la spesa infrastrutturale per il cloud avrà un tasso di crescita del 18,1% l'anno tra il 2023 e il 2028. A quel punto il cloud raccoglierà 253 miliardi di dollari di investimenti e rappresenterà più di tre quarti (il 76,4%) della spesa generale in computing e storage. Il cloud pubblico continuerà a fare la parte del leone in questa dinamica, con quasi 199 miliardi di dollari raccolti nel 2028.
E la parte non-cloud? Nel 2024 raccoglierà 67,5 miliardi di dollari e mostrerà una crescita annuale dell'11,7%. Questo - spiega IDC - riflette il fatto che, a fronte di una ovvia maggior crescita del mondo cloud, "i sistemi dedicati non-cloud in generale stanno consolidando la loro ripresa quest'anno". Più a lungo termine la ripresa si manterrà ma sarà più contenuta, con un tasso di crescita annuo del 5,3% e un giro d'affari, nel 2028, di 78,3 miliardi di dollari.