La connettività resta un elemento di cui le aziende non percepiscono il vero valore e questo si riflette anche sulla difficile crescita delle applicazioni basate sul 5G
Autore: Redazione ImpresaCity
Il 5G piace alle aziende italiane, ma non abbastanza da investirci con decisione. È un po' questa la morale che si può trarre dalle analisi dell’Osservatorio 5G & Beyond della School of Management del Politecnico di Milano, analisi che tratteggiano uno scenario non troppo soddisfacente per una tecnologia - o meglio, un complesso di tecnologie - sul mercato ormai da anni e per cui si erano previsti grandi risultati. Anche se, a dire il vero, erano stati proprio gli operatori mobili a indicare per primi, e più volte, che le rosee prospettive del marketing non si stavano affatto concretizzando.
Lo studio del Politecnico si è concentrato sui progetti 5G che in questa fase del mercato appaiono alla fine più concreti e di valore, ossia il 5G industriale realizzato con reti private e dedicate (il Private 5G) e, in alcuni casi, applicazioni specifiche. Questo mercato in Italia chiuderà il 2024 con una spesa stimata in 14,5 milioni di euro: poco in termini assoluti, anche se la cifra rappresenta pur sempre un +70% anno su anno.
Più in dettaglio, lo studio ha censito in Europa 198 progetti pubblicizzati di reti private e dedicate 5G, di cui 35 sono nuovi e annunciati nel 2024. Si stima che i progetti 5G riservati siano il 60-70% del totale, quindi una quota di 198 progetti noti al pubblico fa stimare una quota totale di progetti Private 5G nell’intorno dei 500, poco più di un terzo del numero di progetti a livello globale (circa 1.400).
In questo scenario l'Italia cuba poco: con 31 aziende che hanno implementato almeno una rete 5G privata o dedicata, il nostro Paese rappresenta circa il 7% dei progetti attivi in Europa, con 7 nuovi progetti nell’ultimo anno. E nella spesa complessiva (i citati 14,5 milioni di euro) i fondi pubblici hanno un peso ancora (troppo) rilevante: rappresentano circa il 40% del valore totale cumulato in spesa in progetti 5G industriale in Italia tra il 2021 e il 2024.
In Italia le principali aree di applicazione del 5G riguardano prima di tutto l’ambito manifatturiero, che raccoglie il 26% dei progetti considerati. Qui i principali casi d'uso riguardano il monitoraggio di infrastrutture fisse come impianti di produzione, l’automazione di veicoli e sistemi mobili e il supporto da remoto dell’operatore sul campo. Seguono per numero di progetti il mondo delle Università e dei centri di innovazione (23%) e poi l’ambito logistico (13%). In questo ultimo settore, decisamente importante dal punto di vista strategico del mercato, il maggior numero dei progetti riguarda le aree portuali.
Ma, come si accennava, il 5G industriale non sta crescendo quanto si prevedeva e si sperava. A frenarlo sono vari fattori, alcuni concreti ma diversi legati anche a una limitata percezione delle possibilità del 5G stesso e del ruolo più generale della connettività nell'ambito dell'innovazione digitale e tecnologica.
Le aziende vedono il 5G come una soluzione su cui sviluppare casi d’uso difficilmente realizzabili con altri tipi di tecnologie, ma non sembrano aver compreso del tutto cosa la tecnologia permette effettivamente di fare di particolarmente innovativo, il che frena effettivamente la domanda. E poi ci sono i costi, percepiti come ancora molto elevati per la progettazione di una rete privata e l’adeguamento dei dispositivi al 5G. Un elemento, questo, non favorito dal fatto che l'offerta di soluzioni "chiavi in mano" per il 5G industriale potrebbe essere decisamente meglio strutturata.
Peraltro, una analisi del mercato 5G nazionale fa notare che anche le componenti tecnologiche potrebbero evolvere con più velocità. Dovrebbe farlo ad esempio la copertura via reti 5G, che in Italia ha sì superato il 75% della popolazione ma solo con reti 5G NSA (Non Stand Alone), mentre lo sviluppo del "vero" 5G SA è in corso ma con tempistiche ignote. Non è poi solo una questione di copertura: diverse applicazioni industriali del 5G richiedono prestazioni elevate che di fatto non sono facilmente ottenibili. A questo serve in particolare il Private 5G, un ambito però a cui i principali operatori di telecomunicazioni in Italia si stanno interssando da poco.
Sullo sfondo resta un limite storico del mercato italiano: la percezione che la connettività è una quasi-commodity con un suo costo da ridurre e non un abilitatore indispensabile dell’innovazione digitale. E la vecchia concezione delle reti - wireless in questo caso, ma il ragionamento vale in generale - come "cavi e tubi" di poco valore in sé, concezione che purtroppo anche gli stessi operatori di telecomunicazioni hanno contribuito a rafforzare dandosi, per anni, battaglia solo sui prezzi e non sul valore aggiunto.
Per questo serve un cambio di marcia da parte delle imprese utenti ma anche dell’offerta, che deve portare sul mercato una proposta fatta di servizi e applicazioni che vada ben oltre la mera connettività "un tanto al Gigabit". Anche perché il mercato latente comunque c'è, e non sarebbe la prima volta che un operatore non tradizionale riesce a sorpassare a destra quelli consolidati inventado qualcosa di nuovo. Se, tanto per fare un esempio, AWS offre in alcune nazioni anche la connettività satellitare, un motivo - legato proprio alle applicazioni industriali - c'è di sicuro.