Il nuovo volto dell’observability

L’observability non è più un tema solo da IT managenent: adeguatamente implementata, diventa la base tecnologica per una innovazione digitale allo stesso tempo rapida ed affidabile

Autore: Redazione ImpresaCity

Non si può gestire bene quello che non si vede: questo è stato a lungo il mantra della osservabilità - più tecnicamente, observability - quando il tema interessava più che altro chi si occupava di IT operations. Poi la Trasformazione Digitale ha accelerato il passo, cambiando il modo di "costruire" gli assi tecnologici delle aziende. Questo ha reso l'observability da un lato ancora più preziosa, dall'altro però più complessa, perché ne ha ampliato il raggio d'azione.

Il tema di fondo è quello della complessità delle moderne infrastrutture IT. In un'azienda tecnologicamente "al passo con i tempi", le risorse e i dati aziendali sono distribuiti tra on-premise e multicloud, a supporto di applicazioni che da tempo non sono più monolitiche ma virtualizzate, modulari, scomposte in microservizi, sempre più destrutturate. Questa complessità non si può eliminare, a meno di non voler tornare indietro nell'evoluzione tecnologica. Va invece compresa e fatta propria, per poterla "nascondere" agli utenti con componenti che ne semplifichino la gestione.

Le aziende utenti che hanno intrapreso il loro percorso di Trasformazione Digitale hanno ben presente questo scenario. E hanno compreso che lo si può affrontare solo ripensando i propri approcci in primis alla gestione delle attività IT, ma subito dopo alla gestione dei processi aziendali veri e propri. Questo perché oggi il legame tra i processi di business e le tecnologie che li supportano è molto più stretto che in passato. Considerare gli uni senza le altre è diventato molto difficile, ma soprattutto dannoso.

Qui entra in gioco il nuovo concetto di observability, che non si limita a raccogliere metriche o monitorare eventi per arrivare a un migliore IT management. Va oltre, per fornire una visione completa e dettagliata dell'intera impresa come ecosistema di tecnologie, processi, ruoli. In una logica che non è solo di gestione ma anche di ottimizzazione continua, che non è solo indicare perché è successo quello che è successo ma anche prevedere cosa potrà succedere. Grazie anche all'AI.

Così l'osservabilità diventa una vera e propria leva strategica che facilita la Trasformazione Digitale: le informazioni raccolte ed elaborate dalle piattaforme di observability aiutano a guidare l'innovazione sino nei suoi dettagli più concreti - come quali tecnologie o progetti innovativi performano meglio e quali no, e perché - e permettono comunque di migliorare i processi interni, identificando inefficienze, colli di bottiglia o aree in cui è possibile introdurre ottimizzazioni. Questo tipo di conoscenza è essenziale, perché mette un'azienda in grado di reagire rapidamente ai cambiamenti del mercato.

I temi dell’observability e delle sue applicazioni saranno trattati in dettaglio all’evento Dynatrace Innovate Roadshow che si terrà a Milano il prossimo 3 dicembre 2024. Maggiori dettagli al link: www.dynatrace.com/innovate/roadshow/milan/

Soprattutto, la "nuova" observability consente alle imprese di innovare in maniera resiliente, ossia di far evolvere i propri sistemi in modo rapido e sicuro, implementando nuove funzionalità senza compromettere la stabilità delle operations. Questo è molto importante per le aziende innovative, che fanno sempre più fatica a portare in produzione i loro numerosi progetti pilota proprio perché non si sentono abbastanza sicure della loro stabilità una volta integrati con il resto dell'IT.

In questa evoluzione la componente di osservabilità classica non è scomparsa, ma si è anch'essa potenziata. Qui il ruolo principale dell'observability è ancora permettere una comprensione profonda del comportamento dei sistemi analizzando il maggior numero di dati possibili. Cambia semmai la logica - avere una visione allo stesso granulare e olistica - e cambia l'obiettivo: facilitare la diagnosi ex-post ma soprattutto predittiva, con una conseguente ottimizzazione dei sistemi.

L'osservabilità ha assunto un ruolo chiave anche per i temi fondamentali della cybersecurity e della user experience. La cybersecurity sta diventando sempre più "data-centric", ossia legata al controllo costante di chi sta intervenendo, e in che modo, sui dati aziendali: l'osservabilità permette di farlo, soprattutto monitorando in modo dettagliato gli accessi e le modifiche ai dati, rilevando attività potenzialmente malevole, fornendo informazioni utili per la compliance e le analisi forensi.

La user experience è un altro elemento oggi essenziale. La "qualità" di un servizio o di una applicazione è solo quella percepita da chi li utilizza e capire in tempo reale cosa eventualmente non stia funzionando come dovrebbe è complesso, come lo è dare la possibilità di risolvere in maniera semplice, e possibilmente automatica, i problemi rilevati. Serve una observability evoluta per poterlo fare.

Non tutti i vendor tecnologici hanno saputo supportare l'evoluzione della observability da ambito tecnico a tecnologia abilitante della Trasformazione Digitale. Per dare agli utenti tutte le funzioni che abbiamo descritto - e ce ne sono molte altre in più - serve avere tecnologie avanzate che spaziano su vari domini: dalla telemetria alla gestione di data lake eterogenei, dal machine learning all'AI generativa, dalle basi fondanti del multicloud alla cybersecurity. Il tutto armonizzato in una visione integrata, tecnologicamente e strategicamente.

C'è un passo importante in più: oggi il valore dell'observability non è limitato alla dimensione tecnica. Puntare a un'IT "osservabile" significa anche dare le basi tecnologiche per un cambiamento culturale che punta verso l'innovazione, la collaborazione tra dipartimenti, la condivisione delle informazioni, il problem solving. Sembrano temi astratti, ma sono quelli che permettono alle imprese di crescere senza farsi frenare dalla complessità. E in questa visione il partner tecnologico di riferimento diventa un partner a tutto tondo per l’evoluzione a lungo termine dell’impresa. Non è cosa da tutti.


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