L'Italia digitale avanza, ma tra luci e ombre

Nello scenario della digitalizzazione del sistema-Italia fatto da TEHA Group spiccano soprattutto i contrasti: il Paese ha eccellenze tecnologiche ma anche gap storici ancora da colmare 

Autore: Redazione ImpresaCity

Luci e ombre, sfide e successi: l'Italia digitale fotografata dal Rapporto 2024 dell’Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell’Italia, realizzato da TEHA Group in collaborazione con Fondazione IBM Italia, è un mosaico complesso e, purtroppo, non abbastanza omogeneo e coeso nelle sue dinamiche. Il rapporto infatti evidenzia una realtà articolata, in cui il Paese si trova ad affrontare sfide strutturali per poter cogliere opportunità significative nel contesto della digitalizzazione europea.

Uno dei principali aspetti critici evidenziati dal rapporto riguarda le competenze digitali della popolazione. Solo il 46% degli adulti italiani possiede competenze informatiche di base, il che colloca il Paese tra i meno performanti a livello europeo. Il rapporto sottolinea come l’Italia si posizioni al 23° posto in Europa per competenze digitali avanzate, con solo il 22% della popolazione dotata di abilità superiori a quelle di base.

Tuttavia, si osserva un incremento nell’utilizzo di Internet, con l’85% degli italiani che si collegano almeno una volta a settimana, un dato in crescita rispetto al 2023. Questo trend positivo suggerisce che, nonostante le difficoltà, esiste un interesse crescente verso le tecnologie digitali, che potrebbe essere ulteriormente stimolato attraverso politiche di educazione e sensibilizzazione.

Lato formazione e conseguenti impatti sul mondo del lavoro, in Italia il tasso di laureati in discipline legate alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione è pari all’1,5%, uno dei più bassi nell’Unione Europea. Questa situazione è aggravata dalla scarsa partecipazione femminile al settore digitale: le donne rappresentano appena il 16% della forza lavoro in questo ambito. Tali dati indicano un gap significativo nella formazione e nella partecipazione sociale, gap che richiede interventi mirati per migliorare le competenze della popolazione e favorire l’accesso paritario al settore.

Nonostante queste lacune, il Paese vanta alcuni risultati positivi, che rappresentano un punto di forza per la sua transizione digitale. L’Italia ad esempio occupa il sesto posto a livello europeo per la copertura 5G, un risultato che evidenzia progressi infrastrutturali significativi. Inoltre, il PNRR destina 48 miliardi di euro alla transizione digitale, la quota più alta tra i principali Paesi europei.

Nel settore delle imprese, il panorama appare eterogeneo. Solo il 28% delle aziende italiane ha raggiunto un livello di intensità digitale alto o molto alto, evidenziando una necessità urgente di integrare maggiormente le tecnologie nei processi produttivi. Tuttavia, si registra un lieve aumento del numero di esperti ICT, segnale che alcuni progressi stanno avvenendo, seppur lentamente. Le imprese italiane, in particolare le piccole e medie imprese, devono affrontare sfide legate alla mancanza di risorse e competenze per adottare soluzioni digitali più avanzate.

Per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione, i servizi digitali stanno migliorando, ma solo il 68,5% degli italiani interagisce online con la PA, una percentuale inferiore alla media europea. Nonostante ciò, l’Italia si distingue per il numero di sperimentazioni e progetti implementati in ambito di intelligenza artificiale nella Pubblica Amministrazione, collocandosi al secondo posto in Europa per le sperimentazioni totali. Questo risultato evidenzia un impegno concreto per rendere la PA più efficiente e innovativa, ma resta ancora molto lavoro da fare per garantire un accesso più inclusivo e diffuso ai servizi digitali.

Il rapporto identifica anche alcune sfide strutturali che potrebbero ostacolare il progresso della digitalizzazione. Una delle principali preoccupazioni riguarda il rischio di frammentazione delle politiche a livello europeo, che potrebbe compromettere la coerenza e la sostenibilità delle iniziative. Per affrontare queste criticità, il documento suggerisce un maggiore coordinamento tra gli Stati membri UE e l’adozione di regolamentazioni equilibrate, capaci di bilanciare la necessità di innovazione con la tutela dei diritti e la sostenibilità.

Infine, il rapporto propone alcune priorità strategiche per accelerare la trasformazione digitale in Italia. Tra queste, emerge la necessità di un approccio multidisciplinare alla formazione digitale, che includa non solo competenze tecniche ma anche una comprensione più ampia delle implicazioni etiche e sociali della digitalizzazione. Si sottolinea inoltre l’importanza di migliorare l’interoperabilità dei dati, adottando standard comuni e rafforzando le infrastrutture digitali centrali. Questi interventi, insieme a un maggiore coordinamento tra pubblico e privato, potrebbero contribuire a rendere il sistema digitale italiano più competitivo.


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