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ImpresaCity Magazine n83 anno 2024

Possono essere le nuove mosse di un lungo gioco delle parti alla fine innocuo, ma anche gli accenni di una nuova fase nella contrapposizione tecnologico- geopolitica tra USA e Cina

Autore: Redazione ImpresaCity

ImpresaCity Magazine n83 anno 2024

Possono essere le nuove mosse di un lungo gioco delle parti alla fine innocuo, ma anche gli accenni di una nuova fase nella contrapposizione tecnologico- geopolitica tra USA e Cina: nelle ultime settimane, da un lato gli USA hanno dato il via a maggiori misure restrittive sulle esportazioni di semiconduttori proprio verso la Cina, dall’altro Pechino ha risposto simbolicamente mandando avanti alcune importanti associazioni industriali cinesi, secondo cui - e l’agenzia di stampa Nuova Cina ha dato ampio risalto a questa posizione - le aziende cinesi dovrebbero sostanzialmente smettere di acquistare chip USA e invece “cercare di espandere la cooperazione con le imprese di chip di altri Paesi” e anche “utilizzare attivamente i chip prodotti e fabbricati in Cina da imprese nazionali e finanziate dall’estero”.

Insomma, come al solito Washington spara alto e Pechino risponde in maniera obliqua. Un film già visto, verrebbe da dire, se non fosse che tutte le questioni geopolitiche sul tavolo mondiale si stanno facendo più spinose e la tecnologia - la cronaca fa parlare di chip, ma si va ben oltre la microelettronica - è sia uno strumento, sia una vittima delle contrapposizioni tra nazioni e blocchi.

Contrapposizioni che per noi europei non sono affatto un vantaggio, nonostante ci consideriamo sempre strategicamente e commercialmente “apparentati” agli Stati Uniti. Strategicamente sarà anche vero, commercialmente rischiamo di essere il manzoniano vaso di coccio che se la vede male tra i vasi di ferro.


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