Nutanix, focus su cloud ibrido e AI

Un incontro a Milano con il top management, tra cui il numero uno mondiale Rajiv Ramaswami, per fare il punto sulle ultime novità e sui progetti per il 2025, anche per l’Italia

Autore: Edoardo Bellocchi

Un incontro a Milano a metà gennaio con i vertici di Nutanix ha costituito l’occasione per fare il punto su risultati e prospettive. Tra i temi sul tappeto, il multicloud ibrido, lo sviluppo di Kubernetes e ovviamente l’AI generativa, sui quali hanno discusso Rajiv Ramaswami, Presidente e Ceo di Nutanix, insiieme a Tobi Knaup, Senior director e general manager Cloud Native, e a Benjamin Jolivet, Country manager per l’Italia.

Percorso di trasformazione

Il 2024 è stato per noi un anno di grandi progressi nel proseguire nell’estensione della nostra visione e nell’esecuzione delle nostre strategie”, ha esordito Rajiv Ramaswami, sottolineando che “siamo partiti dalle infrastrutture iperconvergenti, dove siamo stati pionieri, e quattro anni fa, quando sono entrato in azienda, abbiamo intrapreso un percorso di trasformazione verso l’approccio ibrido multi-cloud, anche siglando partnership strategiche con player chiave come Azure e AWS. Più recentemente, nel 2023, abbiamo compiuto un altro passo cruciale, ampliando la nostra visione per posizionarci non solo come la piattaforma ideale per le applicazioni di oggi, ma anche per quelle del futuro, come l’AI, indipendentemente da dove siano ospitate”.

Piattaforma semplificata

Più nel dettaglio, ha proseguito Rajiv Ramaswami, “il cuore della nostra piattaforma rimane l’infrastruttura iperconvergente, che continua a dimostrare la sua affidabilità supportando carichi di lavoro mission-critical per clienti di tutto il mondo. Recentemente l’abbiamo semplificata, e offre tutto il necessario per costruire, gestire e operare un cloud e gestire i dati. Di recente, abbiamo notato dinamiche interessanti: la maggior parte dei nostri clienti tende a iniziare utilizzandoci on-premise nei data center, e successivamente, estendono l'uso di Nutanix anche al cloud pubblico insieme a noi. In genere, il primo utilizzo di Nutanix avviene per migrare verso Nutanix carichi di lavoro VMware che si trovano nel cloud pubblico, come per esempio VMware Cloud su AWS. Dopo, tendono anche a usarci on-premise: anche se forse è presto per parlare di una tendenza consolidata, si tratta certamente un cambiamento interessante in termini di come i clienti percepiscono il nostro utilizzo nel cloud pubblico".


Rajiv Ramaswami, Presidente e Ceo di Nutanix

Focus su Kubernetes

Un altro pilastro fondamentale della strategia di Nutanix nel 2024 è stata l’espansione verso il mondo Kubernetes legato all’AI. L’acquisizione di D2IQ, avvenuta circa un anno fa a inizio 2024, “ha portato un incredibile know-how all’interno del nostro team: ora disponiamo di una piattaforma Kubernetes completa che risponde alle esigenze sia di applicazioni moderne sia di quelle tradizionali”, fa notare Rajiv Ramaswami.

Kubernetes, prosegue il numero uno mondiale di Nutanix, “continuerà a essere un'area centrale per noi, anche perché oggi su Kubernetes, l'applicazione più moderna è l’AI, e nel 2024 abbiamo introdotto il componente Nutanix Enterprise AI, che può essere impiegato ovunque, su qualsiasi substrato Kubernetes sottostante, per fornire un endpoint di inferenza per gli LLM. L’idea è che la maggior parte delle aziende, almeno di quelle nostre clienti, non si occupa di addestrare questi grandi modelli, che però saranno addestrati da un ristretto gruppo di hyperscaler e grandi player del settore. La maggior parte delle imprese cercherà di capire come sfruttare questi modelli, magari affinandoli con i propri dati, e poi utilizzarli per l'inferenza, e noi semplifichiamo proprio questa parte di inferenza, offrendo uno stack chiavi in mano che comprende Nutanix Enterprise AI, la piattaforma Kubernetes e il resto della nostra piattaforma centrale, tutto integrato. Questo è ciò che chiamiamo ‘GPT in a box’. Non solo: se c’è chi desidera impiegare la soluzione nel cloud pubblico, è possibile implementare direttamente l'endpoint di inferenza su uno stack cloud-native”.


Tobi Knaup, Senior director e general manager Cloud Native di Nutanix

Un’infrastruttura per l’AI

Di Nutanix Enterprise AI se ne era già parlato diffusamente a Milano all’evento di fine novembre scorso AI & Data Summit, ma la presenza all’incontro di metà gennaio di Tobi Knaup, Senior director e general manager Cloud Native di Nutanix, permette di approfondire alcuni aspetti, soprattutto riguardo al ruolo di Kubernetes. Anche in relazione alla storia professionale di Tobi Knaup stesso, che oltre a essere stato un co-fondatore di Mesosphere nel 2013, poi divenuta D2IQ e acquisita come detto da Nutanix nel 2024, è anche stato uno dei primi sviluppatori di Airbnb, di cui è poi stato responsabile dell’infrastruttura cloud, e per lungo tempo contributore di CNCF, la Cloud Native Compute Foundation.

“Con l'attuale portafoglio Nutanix”, spiega Tobi Knaup, “possiamo offrire ai clienti una piattaforma unica per gestire sia macchine virtuali sia container, utilizzando lo stesso substrato dati sottostante: una piattaforma dati estremamente resiliente e scalabile, sviluppata da Nutanix nel corso del tempo. Si tratta di un'offerta particolarmente forte per chiunque utilizzi container su larga scala. Anche per questo abbiamo progettato la nostra soluzione Kubernetes, NKP, Nutanix Kubernetes Platform, per renderla eseguibile ovunque. Funziona su qualsiasi cloud pubblico, ovviamente sulla piattaforma di Nutanix, ma anche su server bare metal, in ambienti edge e persino in siti isolati, i dark site, che non hanno connessione a Internet. Grazie alla sua capacità di funzionare ovunque, NKP diventa una piattaforma unica con un piano di gestione centralizzato e un modello operativo comune per tutte le implementazioni Kubernetes di un'azienda, indipendentemente da dove vengano eseguite”.

Partnership in atto

Un altro elemento chiave dell’anno appena trascorso sono state le partnership, con il consolidamento degli accordi strategici con Cisco e AWS, e l’avvio di una nuova collaborazione con Dell Technologies: “quest’ultima ha già iniziato a portare sul mercato la nostra soluzione HCI, e ci aspettiamo ulteriori sviluppi con l’integrazione delle loro soluzioni di storage PowerFlex nei prossimi mesi”, dettaglia Rajiv Ramaswami, spiegando anche che “il nostro programma di migrazione con AWS sta facilitando il passaggio dei clienti VMware verso soluzioni Nutanix in modo rapido ed efficace, eliminando le barriere tradizionali legate all’hardware. Questo approccio ha attratto un numero significativo di nuovi clienti, con un incremento del 50% nei nuovi brand rispetto all’anno precedente. Anche per merito di questo, nell’ultimo trimestre abbiamo registrato 591 milioni di dollari di fatturato, per un livello vicino ai 2 miliardi di dollari di revenue annuali ricorrenti.

Riguardo alle prospettive per l’anno appena iniziato, Rajiv Ramaswami vede “un’opportunità unica per consolidare la nostra posizione di mercato, passando da ‘challenger’ a piattaforma di riferimento per tutte le applicazioni. Il riconoscimento ricevuto da Gartner, che ci ha posizionato nel quadrante dei leader nelle infrastrutture ibride insieme a hyperscaler come AWS e Azure, dimostra che stiamo procedendo nella giusta direzione”.


Benjamin Jolivet, Country manager per l’Italia di Nutanix

Il business in Italia

Infine, c’è il tempo per qualche battuta sull’andamento del business nel nostro Paese con Benjamin Jolivet: “anche in Italia, Nutanix ha registrato una crescita significativa nel 2024, grazie anche all’apporto fondamentale dell’ecosistema dei partner. Il nostro focus non è solo sui reseller, ma anche nel collaborare con chi integra la strategia nell'infrastruttura: partner come Accenture, Amaviva Engineering e Reply stanno accelerando insieme a noi. Per quanto riguarda i settori, stiamo accelerando su alcuni fronti, uno dei quali è quello della Pubblica Amministrazione, dove siamo oggi molto presenti sia a livello centrale sia regionale, grazie anche alle iniziative intraprese nel quadro del Pnrr”.


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