Il CDA di TIM ha approvato l’offerta del Ministero dell’Economia e delle Finanze e di Retelit per Sparkle
Autore: Redazione ImpresaCity
Per il momento ci sono poche informazioni a parte quelle - peraltro note - ribadite in una nota ufficiale, ma è comunque andata in porto l'operazione con cui TIM cede una delle sue controllate probabilmente più importanti e strategiche a livello internazionale, anche se questo valore - purtroppo - non è mai stato sottolineato abbastanza. Parliamo ovviamente di Sparkle: il Consiglio di Amministrazione di TIM ha esaminato ed approvato l’offerta vincolante per l’acquisto della partecipazione totalitaria detenuta da TIM in Sparkle, ricevuta da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e di Retelit.
Così MEF e Retelit prendono Sparkle per circa 700 milioni di euro. Un bell'affare, considerando che Sparkle negli anni ha visto rafforzarsi il suo ruolo di "ponte" digitale verso aree del mondo che stanno crescendo fortemente dal punto di vista dei mercati digitali. La firma dei contratti per la vendita avverrà entro l’11 aprile 2025 e il perfezionamento della cessione è atteso entro il primo trimestre del 2026, una volta superato lo scoglio delle autorizzazioni Antitrust e in materia di Golden Power.
In questo modo TIM conclude una parte importante della sua strategia di "delayering" definita ormai più di due anni fa. In sostanza, per TIM gli asset infrastrutturali di rete fissa e le attività wholesale domestiche e internazionali non sono considerati abbastanza remunerativi. E abbandonarli permette di avere la flessibilità che serve per approcciare i mercati di volta in volta più interessanti. Che al momento restano quelli della buona vecchia TIM Enterprise: cloud, IoT, cybersecurity, data center.
Di fatto TIM intende potenziare progressivamente il suo ruolo di "service company" e ha di recente dichiarato che "continuerà l’accelerazione dei ricavi da servizi" con un’evoluzione dell’offerta verso quelli a maggior valore aggiunto e con la crescita più veloce.
In questa visione rientrano anche gli investimenti, ribaditi, sulla propria rete di data center: una nuova struttura si aggiungerà alle 16 già esistenti e sarà operativa entro fine 2026 e altri due data center già esistenti saranno potenziati. Per TIM è una spesa stimata in circa 200 milioni di euro da qui al 2027. Per, si spiega, aumentare di oltre il 25% la capacità computazionale installata.