L’interesse verso il
cloud sta crescendo e sono le cifre a confermarlo.
L’Osservatorio del Politecnico di Milano ha da poco comunicato di prevedere un valore complessivo pari a 1,51 miliardi di euro per il 2015, con un aumento del 25% rispetto all’anno scorso, mentre
Sirmi aveva indicato in un 20,9% il progresso nel 2014, in rapporto all’anno precedente.
In sostanza, le analisi mostrano una tendenza numerica ben definita e destinata a perdurare anche per i prossimi anni. Sempre secondo la School of management del Politecnico, gli investimenti vanno soprattutto in direzione dell’
aggiornamento delle infrastrutture esistenti e, in modo ancor più marcato, verso il
cloud pubblico, che crescerà del 35% quest’anno.
Questi indicatori sembrano dar ragione alle scelte effettuate da
Netalia,
cloud provider italiano al 100%, nato circa cinque anni fa a Genova e oggi pronto a fornire infrastrutture e soluzioni per le
aziende che stanno affrontando, seppur ancora con cautela, il passaggio al nuovo paradigma: “
Permangono le paure che da sempre hanno contrassegnato le valutazioni sulle potenzialità del cloud – conferma
Michele Zunino, Ceo di Netalia –
ed è per questo che abbiamo scelto di focalizzare la nostra attenzione sul cloud ibrido e su una connotazione locale, per accompagnare le aziende verso un’evoluzione il meno possibile traumatica e garantire che i dati rimangono allocati in Italia, nel totale rispetto delle normative”.
La fondamentale peculiarità dell’operatore è legata a un modello di business totalmente affidato al
canale, puntando su investimenti essenzialmente infrastrutturali (due data center sono già attivi e un terzo lo sarà a breve) e sui rapporti con la clientela già avviati dai
partner: “
Loro sono in grado di intercettare le opportunità, hanno relazioni spesso consolidate e conoscono le architetture già messe in opera dai loro clienti – specifica Zunino -.
Noi ci occupiamo di supportarli con l’assistenza, la formazione e l’individuazione dei più efficaci servizi a valore aggiunto”.
Non è una scelta facile da sostenere, non tanto dal punto di vista gestionale quanto per la difficoltà di individuare i partner con l’adeguato “
gusto per la complessità – come lo definisce
Alberto Clavarino, responsabile vendite di Netalia –
e la capacità di tradurre le esigenze dei clienti in soluzioni a valore. Oggi la rete è composta da una trentina di soggetti, ma è prevedibile che faremo un’ulteriore opera di selezione, per concentrarci sui soggetti più validi e individuarne di nuovi, con l’obiettivo di raggiungere i sessanta partner entro metà del prossimo anno”.
Fra i più attivi già ora, si trovano
Axiom (progettazione, realizzazione e manutenzione di data center evoluti),
I&S Integrazione e Sistemi (divisione di Bsc specializzata in sicurezza, compliance e customer lifecycle management) e
Longwave (consulenza e servizi con competenze soprattutto nella comunicazione e collaborazione).
Tre sono le linee di business sulle quali si concentra la proposta di Netalia. Quella più classica ha a che fare con gli aspetti
infrastrutturali ed è orientata soprattutto alla fascia media e grande delle aziende italiane, con strumenti e servizi per la migrazione verso il cloud arricchiti da funzionalità di
virtualizzazione,
disaster recovery,
hosting e
sicurezza. Una seconda area di interesse è quella dell’
unified communication in chiave di
collaborazione, offrendo ai system integrator la possibilità di creare soluzioni indirizzate non solo al
sync & share o alla
videoconferenza, ma anche alla gestione delle identità attraverso
single sign-on. Infine, il fronte di sviluppo più recente è collegato alla
videosorveglianza e al
digital signage.