Pur essendo passato oltre un anno da quando si diffuse la notizia della separazione da Symantec, solo dal 1° febbraio di quest'anno
Veritas ha iniziato a tutti gli effetti a operare come società indipendente, essendo divenuta di proprietà del fondo
Carlyle.
Il lasso di tempo è stato utile per mettere a punto una strategia di riposizionamento nel settore dell’
information management, che amplia quello storico del
backup, sul quale l'azienda ha costruito il grosso della propria base installata.
Per capire quale ruolo Veritas intenda assumersi nell'attuale scenario fatto di moltiplicazione dei dati da
gestire, occorre rifarsi a quello che lo stesso vendor ha battezzato con il concetto di
databerg: “
In base a uno studio che abbiamo commissionato a Vanson Bourne su scala mondiale - illustra
Alessio Di Benedetto, senior presales manager di Veritas Italia -
le aziende classificano meno della metà dei dati presenti nei propri sistemi, ma solo una piccola parte riveste un ruolo critico per il business. Nel nostro Paese, la percentuale significativa e del 15%, mentre un altro 27% può essere definito ridondante, obsoleto o di valore ininfluente. Il vero problema, però, risiede nei cosiddetti dark data, ovvero il restante 58%, di cui si sa poco o nulla, pur consumando risorse per la gestione”.
In sostanza, una buona parte dei dati che circola nelle imprese viene trattato senza conoscerne il reale valore. Nel tempo, molti hanno preferito acquistare nuova capacità anziché occuparsi di una più attenta analisi, presumendo che affidarsi a soluzioni di archiviazione su cloud potesse essere una soluzione in quanto semplice ed economica. A questo si aggiunge il fatto che i dipendenti tendono a memorizzare dati personali su dispositivi aziendali e a esporre informazioni sensibili a rischi di furto o perdita.L'offerta di Veritas intende supportare le aziende nell'attivazione di una vera e propria
information governance, allo scopo di costruire policy utili per eliminare i dati non rilevanti in modo frequente, individuare e classificare i
dark data e stimolare comportamenti più virtuosi dei dipendenti: “
Le informazioni devono lavorare per il business, non sono tutte uguali e non basta affidarsi al cloud per la loro gestione”, aggiunge Di Benedetto.
La piattaforma proposta si occupa di una
gestione centralizzata di tutte le tipologie di dati, indipendentemente da dove si trovano è capace di proteggere ambienti fisici, virtuali e cloud, automatizzando le procedure di backup e prevenendo le perdite.
La roadmap delle evoluzioni tecnologiche
NetBackup, arrivato alla versione 7.7.2, resta uno dei prodotti di punta dell'azienda, ma a esso si andranno ad aggiungere nuove soluzioni più orientate al supporto e all'automazione necessari per concentrare l'attenzione sui dati effettivamente rilevanti per il business.
Veritas Velocity, attualmente in fase di test e disponibile verso fine anno, fornirà un accesso rapido e self service ai dati in base alle autorizzazioni collegate alle funzioni di business, utilizzando il backup tramite un portale con logica multi-tenant e interfaccia intuitiva.
Information Map, invece, disponibile verso metà 2016, servirà per sfruttare il lavoro di NetBackup, allo scopo di individuare i dati non regolarmente utilizzati e decidere così se consolidarli o eliminarli, attraverso la visualizzazione una mappa fisica dei dati presenti in azienda.Veritas si occupa anche di realizzare
assessment per le aziende e supportarli nella decisione di spostare componenti informative sul cloud: “
Risk Advisor aiuta a scoprire i punti oscuri - sottolinea
Roberto Dellavedova, principal presales consultant della filiale italiana -
per poi impostare procedure di disaster recovery con InfoScale Availability e arrivare acasa proteggere solo i dati realmente significativi”.