A qualche mese dall’ultimo incontro,
Marco Fanizzi, Ceo di Emc Italia fa il punto della situazione, mostrando un
atteggiamento positivo nel guardare al prossimo futuro, che traguarda l’i
mminente integrazione tra Dell ed Emc (il cui closing è verosimilmente atteso tra luglio e settembre),
forte di risultati economici che ben posizionano la filiale italiana nel panorama europeo. “Sono ottimista per definizione – è il mio mestiere, non potrei non esserlo come guida di un’azienda di oltre 500 persone – anche se non nego di essere lievemente preoccupato per il futuro che ci attende”.Marco Fanizzi, Ceo di Emc ItaliaUna preoccupazione legata al fatto di
non conoscere ancora nei dettagli i termini dell’intera integrazione e, di conseguenza,
non avere la completa visibilità su come si configurerà la nuova compagine aziendale
Dell-Emc, quella che a tutti gli effetti diventerà
l’anima enterprise della federazione Dell Technologies, presentata alla
recente edizione di Emc World a Las Vegas da Michael Dell in persona:
“Dall’osservazione dei lavori in corso, ritengo che si stia facendo tutto il possibile affinché il merge funzioni al meglio da subito. Se, infatti, le autorizzazioni sono state date dagli enti certificatori, oggi siamo alla definizione del terzo livello di management al di sotto di David Goulden (nominato a capo di Dell Emc) relativo ai profili di management delle aree geografiche. La fase ulteriore riguarderà le nomine nei singoli paesi. Si sta quindi accelerando in termini di organizzazione, modello di go-to-market, R&D e supply chain. Dal mio punto di vista, sarà fondamentale continuare a garantire il servizio ai clienti e rassicurarli sul futuro”.
Focus quest’ultimo che in Italia è stato ampiamente mantenuto e i numeri non fanno che testimoniarlo.
Un 2015 in crescita a doppia cifra
Non può infatti che
essere soddisfatto Fanizzi delle performance messe a segno nell’esercizio 2015 dalla filiale italiana:
un +12% di crescita del fatturato – con una
quota di mercato nello storage del 28,5% con picchi del 33,5% nel quarto trimestre, fonte Idc – con un
peso crescente della filiale nella Region Western Europe di riferimento, passato
dal 18% al 21% ma, soprattutto,
il riconoscimento di Best Performer a livello Emea assegnato secondo indicatori di crescita, produttività, fatturato,…
“E’ la conferma del fatto che stiamo procedendo nella direzione corretta. Lo spostamento forte sul canale dei partner – 70% del business oggi passa da loro rispetto al 40% di pochi anni fa, il graduale allargamento alle medie aziende - fermo restano la forte presenza sui grandi clienti - e l’attenzione maniacale a clienti e personale interno sta pagando. L’impostazione data al mio arrivo in azienda circa cinque anni fa procede con successo”, racconta.
Un fatturato quello realizzato nel 2015 che ha nei
prodotti l’incidenza maggiore (
70% di cui il 42% è ascrivibile alla componente software – è qui si registrano le crescite maggiori dell’azienda) e i
l 30% ai servizi: “Puntiamo a rimanere all’edge dei servizi, quelli più consulenziali. Il nostro compito è quello di investire per primi sull’innovazione e poi trasferire il verbo ai partner a cui va lo sviluppo dei servizi più tradizionali”. L'idea è quello di
traghettare i clienti verso infrastrutture virtualizzate per avere intercambi sia di data center off premise sia on premise con una dashboard di servizi fruibile sia dall'IT che dal business.
A detta di Fanizzi si è ormai
superata la fase di attendismo e stallo che ha frenato gli investimenti tra il 2014 e buona parte del 2015. A Si nota infatti una
ripresa degli investimenti da parte dei ‘big spender’. Gli scenari sono quelli verso
la Terza Piattaforma che abilita quell’IT bimodale ben delineata da Gartner, anche se
gli investimenti sono ancora molto concentrati sull’IT tradizionale in termini di efficientamento delle infrastrutture e del parco applicativo.
Largo ai progetti di consolidamento ma anche avvio del viaggio in direzione cloud, in particolare di workload non strategici:
“C’è molto rumore ma ancora pochi investimenti verso l’innovazione, per esempio in relazione a Big Data e Analytics. Si notano tentativi e fughe in avanti ma si è ancora alla fase di proof of concept e non di effettiva standardizzazione. Il grosso è ancora sull’IT tradizionale, che non significa necessariamente farlo in modo classico, ma portare innovazione sull’IT già esistente”. Sono il
bancario e il manifatturiero i comparti industriali che hanno contribuito a imprimere una
svolta positiva agli investimenti, accanto a sanità e la Pal. Grande assente le telco, alle prese con una revisione dell’intero settore, con segnali di risveglio verso nuovi fronti innovativi come la Network Function Virtualization.
2016, un inizio ancora in crescita
La
scia positiva della filiale italiana non sembra risentire particolarmente della fase di incertezza legata all’affare Dell-Emc.
Il primo trimestre 2016 (chiuso lo scorso 31 marzo)
ha riportato un + 7% in euro, lasciando ben sperare in
una buona performance anche del secondo trimestre e, più in generale, dell’intero esercizio: “Nonostante Emc sia nel mezzo di un’acquisizione e le condizioni a contorno non siano molto stabili – con i governi europei in crisi, una certa volatilità del mercato del lavoro, fusioni e aggregazioni di aziende che cambiano le dinamiche del mercato e un segmento storage in decrescita del 13% - puntiamo a crescere anche in questo esercizio. L’obiettivo dato alla filiale si attesta a un digit, ma io personalmente vorrei arrivare alla crescita a doppia cifra, dopo un 2013 a +14%, un 2014 al +4% e il 2015 a +12%.”Le
premesse sembrano esserci tutte per centrare l’obiettivo: un’
offerta ancora più estesa con l’inserimento delle
nuove tecnologie presentate nel corso della
recente edizione di Emc World a Las Vegas,
a partire da Unity,
la proposta all-flash che completa verso il basso l’offerta aziendale con
caratteristiche e prezzi adatti ad aziende di taglio medio – le tipiche realtà italiane - che va ad affiancarsi alla
proposta VxRail, lanciata lo scorso febbraio, anch’essa sviluppata per aziende mid-size, ma anche
tutta l’offerta convergente e iperconvergente, che integra in un’unica piattaforma più componenti architetturali, dove, pur arrivando magari più tardi di altri o in modo magari meno aggressivo
“Emc può oggi giocare degnamente la partita”, e, soprattutto,
la forza di una squadra solida e determinata che lavora in sinergia coi partner in grado di portare sul mercato un’offerta sempre più completa”.
L’integrazione Dell-Emc piace ai clienti
Fanizzi si dice convinto della bontà dell’operazione in corso: “Conosco personalmente molti dei Cio delle prime 100 aziende italiane e il loro feedback sul merge in corso è estremamente positivo”. A corroborare il tutto ci sono inoltre
i dati di una ricerca internazionale condotta da Enterprise Strategies Group lo scorso novembre su
un campione di 202 senior IT decision maker di aziende nordamericane (da 100 dipendenti a oltre i 1000) che utilizzano prodotti Dell e/o Emc- Federation da cui risulta che oltre i
tre quarti del campione (più del 75%) esprime un
parere più che positivo sulla combinata Dell-Emc, che potrà dare un ulteriore boost e avere un impatto positivo sulla loro crescita, che diventa entusiasmante (84%)
per gli intervistati clienti di entrambe le realtà che intravedono nell’integrazione di due noti brand un incremento di opportunità di business.
“E’ una combinazione ideale: le aree di sovrapposizione tra Dell ed Emc sono veramente minime. C’è forte complementarietà tra due realtà che mettono a fattor comune il meglio di due mondi, andando ad amplificare le opportunità per l’intera filiera: azienda, clienti e partner”. E’ a questi ultimi che guarda con attenzione il manager: “
La chiave del successo tutto italiano sta in una combinazione di fattori: prima di tutto l’’estrema focalizzazione su clienti e le persone dell’azienda. Senza dimenticare i partner. Faremo di tutto per non creare alcuna discontinuità”, conclude.
La sfida per il 2016 è aperta.