In meno di un decennio (la fondazione dell’azienda risale al 2006 ma il lancio del prodotto bandiera è nel 2008, ndr)
Veeam Software ha dato vita a un nuovo mercato, quello della
disponibilità continua di dati e applicazioni – all’inglese
Availability for always on business – che, oggi più che mai,
riveste un ruolo di fondamentale importanza in un mondo sempre iperconnesso.
E’ questo i
l tema che nei giorni scorsi ha catalizzato l’attenzione di circa 400 persone – tra clienti, partner e prospect –
giunte al VeeamOn Forum a Roma, un
evento che per la prima volta si è svolto in Italia:
“Abbiamo scelto Roma sia perché dal punto di vista logistico è in una posizione baricentrica sia perché riteniamo che la vera innovazione e l’ammodernamento dell’Italia debba necessariamente passare dalla Pubblica Amministrazione, motore di crescita del Paese”, afferma
Albert Zammar in apertura di giornata, nella
nuova veste di Regional Vice President Southern Emea. Albert Zammar, Regional Vice President Southern Emea Accanto a lui alcuni
figure manageriali aziendali di spicco giunte alla prima romana a testimoniare la
strategicità del tema portante dell’evento ma anche
dell’Italia all’interno dell’organizzazione globale: “E’ indubbio: la trasformazione digitale guida la domanda del business always on: i dati e le applicazioni sono al centro della trasformazione digitale delle aziende e la loro disponibilità continua diventa un must sia a livello professionale sia personale.Tutto sta diventando digitale ed è fondamentale garantirne la continuità”, sostiene
Daniel Fried, Senior Vice President Worldwide Sales and Field Marketing -
“Se i dati non sono disponibili, infatti, il business e le attività si fermano con pesanti ripercussioni per le aziende ma anche forte insoddisfazione dei consumatori che ne fanno uso”. Gli fa eco Zammar:“Quello dell’Availability è un mercato dalle grande potenzialità di crescita oggi e nel futuro. Fino a pochi anni fa all’interno dei data center tradizionali circa un 5% di applicazioni erano considerate critiche e per questo si investivano cifre ingenti per garantire la protezione continua dei dati. Oggi però la situazione è cambiata radicalmente: quelle che prima non erano considerate applicazioni critiche lo sono diventate; ne consegue che tutte le applicazioni di un data center diventano critiche, così come l’intera infrastruttura”. Daniel Fried, Senior Vice President Worldwide Sales and Field Marketing L’assunto è quindi quello che
tutti dipendiamo da dati e applicazioni e dal software che permette alle applicazioni di essere utilizzate –
“si dice che tutte le aziende sono destinate a diventare software company” - basti pensare al modo di lavorare moderno, di interagire al lavoro e nella vita personale.
“La tempesta digitale è in atto: cloud, social, mobile, analytics sono scenari tecnologici che si intersecano e combinano che stanno inevitabilmente cambiando i modelli di business tradizionali. Nell’era della Terza Piattaforma in cui la comunicazione, la collaborazione, lo scambio e l’analisi dei dati diventano sempre più fondamentali anche i modelli di business di aziende tradizionali stanno cambiando. Nessun settore sarà escluso da questo processo evolutivo. Un esempio su tutti: quello dell’industria automobilistica, tra i principali a essere fortemente impattato e modificato da questo processo di trasformazione; nel giro di un triennio il business relativo ai servizi software degli autoveicoli infatti supererà il business relativo ai ricambi meccanici”, dichiara
Zammar.
L’Availability permette di rendere sempre disponibili i dati e applicazioni in modalità 24x7x365: “E’ uno degli obiettivi principali dei responsabili IT perché oggi non è più tollerabile e non ci si può permettere di avere disservizi di questo tipo”, rimarca Zammar.
Una tesi corroborata da una
ricerca commissionata dalla stessa Veeam alla società inglese Vanson Bourn di analisi di mercato, condotta su un campione di
1140 decision maker IT di grandi aziende americane ed europee (di 24 paesi, Italia compresa) da cui emerge che per il 96% del campione uno degli obiettivi principali è
ridurre il disservizio applicativo e per il 94% quello di
garantire l’accesso ai dati 24x7. Il fatto è che per l
’84% degli intervistati esiste un ‘availability gap’ tra quanto possono offrire con le infrastrutture esistenti e quello che è l’obiettivo del business.
La sfida è quindi quella di colmare e superare questo gap per non incappare nella situazione di non avere il servizio disponibile quando, per esempio, ci si reca presso uno sportello bancario o in contesti più consumer quando si è alle prese con lo shopping on line.
“Ignorare la necessità di rendere le applicazioni disponibili in modalità always on (24x7) costa in media alle aziende 16 milioni di dollari, calcolati non solo sulla base dell’effettivo costo di hardware e software per il ripristino del servizio quanto piuttosto sulla perdita del business, sul danno alla reputazione dell’azienda e sulla perdita di fiducia dei consumatori ma anche degli stessi responsabili delle Lob aziendali che non si sentono più confidenti di garantire la continuità di servizio attesa dal mercato”, continua Zammar.
Olivier Robinne, Vice President Emea Si parla quindi di danni economici enormi:
il costo medio orario di un disservizio è stato quantificato in 80 mila dollari, ma ancora più grave è
il costo medio orario della perdita di dati che pari a 90 mila dollari.
Una
situazione insostenibile a cui si sta cercando di porre rimedio. La ricerca evidenzia infatti che
il 99% del campione ha in atto processi di modernizzazione per rendere possibile la disponibilità del business 24x7 e il
71% ritiene necessario abilitare operazioni 24x7 perché lo richiede il mercato.
E’
una strada obbligata, come argomenta sul palco il Professor
Carlo Alberto Carnevale Maffè,
Professore di Strategia e Imprenditorialità, SDA Bocconi School of Management, che va diretto al punto:
“O si è Always on o si è destinati a essere Forever off: l’availability è leva competitiva e la logica delle Always On Enterprise spinge le organizzazioni a evolvere da semplici piattaforme tecnologiche a vere e proprie istituzioni economiche. L’Availability è la madre di tutte le tecnologie; non è un tema tecnico ma una promessa organizzativa in cui il dato rappresenta la nuova moneta.“Lo sanno bene
le aziende giunti sul palco a testimoniare la loro esperienza: Anas, Banca Popolare di Sondrio e Kuwait Petroleum Italia; organizzazioni clienti di Veeam la cui credibilità passa inevitabilmente dall’availability.
L’alta disponibilità ha casa qui
Dalle origini, quindi,
Veeam ha dato una risposta all’esigenza del mercato dell’alta disponibilità, dell’Always on business proponendo
Veeam Availibility Suite, cuore dell’offerta societaria che permette di
ripristinare e recuperare i servizi in pochissimi minuti invece di ore per tutte le applicazioni e le infrastrutture e per qualsiasi dato per cui bisogna garantire l’alta disponibilità.
Una scelta quella dell’
Availability che sta portando l’azienda a ritagliarsi un posto di rilievo nel panorama IT. “Sono i numeri a parlare – afferma Fried: oltre 200 mila clienti in 180 paesi, di cui 48% delle Global 2000, 70% delle Fortune 500, 39 mila Propartner e soprattutto circa 12 milioni di virtual machine protette”. Per la fine del 2018 c'è il traguardo del
1 miliardo di dollari di fatturato da raggiungere
.Di recente, inoltre,
Veeam è entrato nel Magic Quadrant di Gartner tra i
leader (dopo solo tre anni dall’entrata nel quadrante magico):
“Il fatto di essere posizionati tra i leader, aziende IT che sono sul mercato da molti anni è un traguardo importantissimo. Significa che siamo percepiti a livello enterprise al pari di nomi più che blasonati”, enfatizza Fried.
Luca Dell'Oca, Emea Evangelist Un indicatore ulteriore del valore di Veeam è rappresentato dal
Net Promoter Score, un indice di quanto i clienti siano favorevoli non solo a continuare ad acquistare soluzioni di un vendor ma anche a consigliarlo ad altri facendo da sponsor – un valore che va da -100 a 100 su scala logaritmica - e
quello di Veeam è pari a 61;
“significa che l’88% dei clienti è soddisfatto della soluzione e pronto a raccomandarlo. E’ uno dei valori più alti per questo mercato”, aggiunge Zammar, che esprime
molta soddisfazione anche per i risultati locali.
La filiale, infatti, in crescita continua dall’avvio delle attività nel 2010,
nel 2015 ha registrato una crescita dei ricavi del 31%, distinguendosi come
Top Performer country a livello Emea, e nel
primo trimestre del 2016 ha messo a segno un +32% di fatturato rispetto al periodo corrispettivo dell’anno precedente, con circa
2.200 Propartner e circa 12 mila clienti –
il volume delle vendite nel mercato enterprise nel 2015 è quasi triplicato con una crescita del 292%.
Un’offerta in evoluzione
Nella veste di
fornitore di soluzioni di alta disponibilità, Veaam guarda ai nuovi trend del mercato
quali Cloud computing, IoT, Social, Big Data - solo per citarne alcuni - legati a doppio filo al tema dell’availability - e in
quella direzione evolve la propria proposizione, cercando di
stringere alleanze con i principali player del mercato. Pur riconoscendo la propria natura di Independent Software Vendor, vincolato esclusivamente all’hypervisor e quindi alla virtualizzazione alla base della propria offerta tecnologica,
il vendor ha infatti sviluppato nel tempo partnership e alleanze tecnologiche con alcuni player di rilievo nel settore hardware, tra cui quelle con
Cisco, HPE, VMware, Microsoft e coi primari vendor storage.
In particolare,
il cloud computing sta emergendo come un’area di forte attenzione su cui il vendor sta facendo evolvere la propria offerta, che vede oggi un coinvolgimento attivo dei
partner, anello di congiunzione con il mercato,
elemento strategico per portare l’offerta alle aziende clienti sul mercato.La strada futura è tracciata:
l’availability abilita la trasformazione delle aziende e Veeam la sta percorrendo, indicandola alle aziende clienti al fianco dei partner.