Si può definire
una StorageCraft Tecnology 2.0 quella che si presenta
oggi sul mercato internazionale, Italia compresa. Dopo essere stata azzerata è infatti ripartita lo scorso gennaio grazie all’
investimento di 187 milioni di dollari effettuato dal fondo di private equity TA Associates, che punta sulle aziende dal forte potenziale di crescita.
Specializzata nell’ambito del
software per il backup e il ripristino, l’azienda
fondata nel 2003 a Draper, nello Utah, con
sede europea a Cork in Irlanda e
numerosi uffici locali dislocati nel mondo, ha oggi un
organico che solo in Europa è passato da gennaio 2016 a oggi da 23 a 70 persone, con l’introduzione di circa 15 persone e con otto posizioni ancora aperte.
Sotto la guida di
Matt Madeiros, nel ruolo di Presidente e Amministratore Delegato (una percorso manageriale in Sonicwall) oggi l
’azienda vuole accelerare la crescita estendendo il proprio raggio d’azione nel
mercato delle piccole e medie imprese (per traguardare a tendere aziende di taglio più grande e i service provider), attraverso l
’estensione della propria offerta e il numero di partner, elemento quest’ultimo di particolare importanza visto la scelta di un
modello di go-to-market basato sul canale di partner, con oltre 8 mila Var e 10 mila MSP a livello mondiale.
A capo delle vendite europee
Andy Zollo, VP sales Emea (SonicWall e Dell tra le sue passate esperienze),
giunto in Italia a presentare la squadra italiana oggi composta da quattro persone:
Matteo Nemeth, Channel Manager Italia e
Francesco Aeri, Senior System Engineer a cui si aggiungono Gionata Frau, Inside Sales e Daniele Ricciardi, Support Engineer, quest’ultimi due basati nella sede europea a Cork.
Andy Zollo, VP sales EmeaGarantire la Business & IT Continuity
Il tema della
Business & IT Continuity è quello indirizzato da StorageCraft. Solo qualche numero per delimitarne i contorni:
“Oggi l’85% dei sistemi non sono backuppati, l’80% degli errori è dovuto a guasti operativi (errore umano) o a guasti applicativi. Per questo l’attenzione deve essere massima: il problema non è tanto se capiterà un guasto ma quando capiterà ed è quindi fondamentale adottare una strategia di Business & IT Continuity, mercato in cui StorageCraft vuole posizionarsi al meglio”, afferma
Matteo Nemeth. Uno spazio quello della
Business Continuity e del Disaster Recovery che in un mercato cloud italiano del valore di circa 1,51 miliardi di euro incide per circa il 5% (
50-70 milioni di euro).
“Quello dell’errore umano è il problema principale anche in Italia, particolarmente esposta a problemi idrogeologici – alluvioni e allagamenti i primis – solo per citare alcuni esempi. Basti dire che 459,700 aziende italiane hanno rischi idrogeologici e il 44% del territorio italiano soffre di instabilità idrogeologica”, rimarca Nemeth. Ed ecco che backup e disaster recovery vengono in soccorso delle organizzazioni per risolvere queste problematiche. Attenzione però:
“Il problema più importante da risolvere non è il backup, attività svolta da tutti, ma il recupero dei dati in modo semplice e veloce in caso di disastro. E’ fondamentale adottare un piano di Disaster Recovery con metodologie di lavoro definite”, sottolinea Nemeth. A cui si affianca
Francesco Aeri: “Un'attività garantita da StorageCraft attraverso non semplici tecnologie ma un approccio filosofico completo che poggia su una suite costituita da una serie di componenti”. Gli elementi costitutivi della suite sono:
backup (con la soluzione ShadowProtect) – si prende il dato dalla sorgente e lo si porta a destinazione;
gestione (ImageManager) - cura la gestione e la qualità delle informazioni mettendo particolare attenzione alla fase di test di quanto scritto precedentemente;
replica – si portano fuori i dati da un sito principale a un sito di Disaster recovery o nel cloud sfruttando i servizi cloud di StorageCraft;
management, attraverso una console per gestire in modo centralizzato tutti i backup grazie a una solida reportistica;
recovery, come possibilità di ripristinare un’immagine fatta su un Pc anche su un’altra macchina per farla funzionare andando a introdurre uno strato di componenti univoci, così come la possibilità di convertire immagini di server fisici in macchine virtuali, dotando i clienti della componente BDR unit che permette di avviare le macchine virtuali consentendo al cliente di avere zero down time e nel frattempo di ripristinare la parte compromessa.
Matteo Nemeth, Channel Manager Italia L’azienda propone
varie tipologie di backup, suggerendo un
backup continuo e incrementale con un tempo minimo di 15 minuti e con la sua filosofia di approccio si propone quindi di
semplificare il concetto di backup attraverso ShadowProtect, strumento semplice da utilizzare e intuitivo, che supporta ambienti Microsoft e Windows, fisici e virtuali,
garantendo il disaster recovery anche in ambienti virtuali. Non solo: oltre al backup di desktop e server può fare il backup dei latpop.
Più in dettaglio
la console centralizzata grafica – ShadowControl – permette di
gestire tutti i backup e se ci sono problemi attiva le procedure previste. Inserita su una macchina virtuale, riceve reportistica, test via mail e nelle prossime versioni sarà integrabile con le principali piattaforme di monitoraggio (nel corso di fine anno o Q1) per garantire un
processo automatico di gestione dell’immagine. Da parte sua ImageManager è un sistema di consolidamento dell’immagine che ogni giorno consolida in un unico file giornaliero, settimanale e mensile tutti gli incrementali per un
ripristino di server più veloce del 70% grazie alla tecnologia di consolidamento effettuata in background. Per quanto riguarda i
servizi cloud, all’interno di ImageManager vi sono invece due sistemi di replica dei dati o su NAS o storage su storage o storage su cloud.
IntellingentFTP è la soluzione basata su protocollo FTP che crea una
connessione punto-punto e scarica le informazioni sul sito di destinazione che può essere sul cloud proprietario o su cloud di terze parti. L’altro sistema di connessione, in caso scarsa qualità di Internet,
utilizza il protocollo proprietario ShadowStream che consente di
gestire la comunicazione sito cliente/cloud o siti clienti ottimizzando le scritture e aprendo più porte: in pratica si spezzetta il file e si invia nel sito di disaster recovery sfruttando più porte di connessioni a livello di TCP/IP.
StorageCraft mette a disposizione due data center (Dublino e Francoforte)
Tier 3 per offrire sostanzialmente
tre livelli di servizi cloud: base – BMR drives - per scaricare le immagini stile Amazon Web Services;
Medium per fare un’attività di file&folder recovery - scaricare l’immagine con possibilità di prendere i file dal cloud e riportarli in produzione;
Premium per fare il Virtual Failover, switchando completamente dalla sede cliente a quella cloud.
“Il feedback che stiamo ottenendo su questi servizi è ottimo in termini di fiducia. Immaginiamo una declinazione di questo servizio come test e sviluppo per esempio di applicazioni come il Crm senza dover affrontare spese per l’implementazione di nuovo hardware. In sostanza, mettiamo in campo una soluzione end-to-end dalla sorgente alla destinazione offrendo al cliente vari livelli di sicurezza del dato”, sottolinea Aeri.
Per quanto riguarda il
Recovery, StorageCraft offre
diversi metodi di recovery: il classico Bar Metal Restore; HIR – Hardware Indipendent Restore con supporto di Windows (dal 2003 al 2016) e Linux (CentOs, Ubuntu e Red Hat – è in valutazione Suse);
fisico e virtuale (P2P/P2V/V2P/ V2V);
Virtual Failover (VMware, HyperV, VirtualBox) con la capacità di convertire l’immagine in base all’hypervisor del cliente;
Complete System Recovery; File/Folder Recovery; granular Recovery for Exchange Mailboxes, Attachments, Emails, Contacts, Calendar Items – l’integrazione della suite con le varie applicazioni di Microsoft (oggi con Exchange; a breve è prevista quella con Sql e SharePoint).
La
suite aziendale – adatta per realtà che spaziano dal mercato Soho alle Pmi per spingersi fino al mid-enterprise è oggi proposta
in modalità on premise (la parte core) a cui in aggiunta si pongono i servizi complementari che prevedono servizi cloud, così come quelli di
professional services ed MSP.Tra le
ultime novità di prodotto rientra la soluzione StorageCraft Cloud to Cloud, rilasciata ad agosto, al fine di fare il
backup e il restore delle applicazioni già in cloud, come le applicazioni Saas (Office 365, salaseforce.com, Box, Google Apps) nel cloud StorageCraft. I
nuovi fronti di sviluppo a cui guarda invece il vendor puntano all
’Object Storage per il dato non strutturato, così come alla frontiera
mobile (iOS e Android probabilmente per il secondo trimestre 2017) e all’
integrazione con il mondo applicativo.
Così strutturata, l’organizzazione rinnovata di StorageCraft sembra quindi pronta ad
affrontare le nuove sfide del mercato: “
Siamo in concorrenza sia coi vendor che fanno recupero dati nel mondo fisico sia nel mondo virtuale; tutti stanno cercando di essere in tutti gli ambienti. Noi ci siamo già”, concludono Nemeth e Aeri.