Per quanto possa sembrare avveniristico, l’idea di avere sulle strade veicoli a guida autonoma sta prendendo progressivamente forma. Ma non avverrà certo nell’immediato: sarà un viaggio in progressione che porterà nel giro di poco più di un decennio a un mercato multimiliardario (tre miliari di dollari il valore stimato da McKinsey nel 2030).
Le grandi case automobolistiche sono già all’opera e stanno mettendo in atto le alleanze tecnologiche per promuovere e accelerare questo obiettivo. Di questi giorni l’alleanza Fiat Chrisler con il gigante tedesco Bmw, Intel e MobilEye. L’idea è quella di collaborare per mettere a punto una piattaforma che potrà essere utilizzata da diversi costruttori automobilistici pur mantenendo inalterata l’identità specifica dei rispettivi marchi.
Secondo Frost & Sullivan il mercato dei veicoli a guida autonoma rappresenterà una quota di circa il 10% dei veicoli in circolazione nel 2030 in Europa. Un mercato, comunque, tutto da definire, e immaginare. Si parla, per esempio, di veicoli che potranno fare concorrenza al trasporto pubblico, in particolare Taxi e Bus, una ipotesi di sviluppo che concorrerebbe a una riduzione drastica degli addetti nel settore dei tarsporti, uno di quelli più esposti nel medio lungo periodo a una trasformazione senza precedenti, così come ripetutamente affermato da recenti studi realizzati negli Stati Uniti.
E’ indubbio che il settore automobilistico sta approssimandosi a una svolta decisiva. L’automazione, che si tradurrà in un prossimo futuro nella capacità di gestire remotamente un veicolo, apre nuove prospettive e competizioni su scala globale. Lo stesso attuale assetto del mercato di riferimento è soggetto a forti mutamenti.
Chi e quali saranno le aziende che riusciranno a conquistare una posizione dominante da qui al 2030 è tutto da vedere. Saranno sempre le stesse realtà industriali che oggi conosciamo? Probabilmente no. E lo vediamo dall’interesse crescente espresso dal mondo delle aziende digitali, vedi Apple e Google.
Sotto la spinta di una più intensa globalizzazione, che sottende necessità di maggiori sinergie e di una sempre più stringente sostenibilità economica, aziende del calbro di Fca potrebbero essere acquisite da nuovi player. Un'ipotesi non troppo remota, basti leggere la notizia pubblicata in questi giurni da A
dnkronos in merito all'interesse sollevato da aziende cinesi.