Microsoft è ormai orientata a supportare piattaforme di sistema operativo eterogenee. "E’ terminata l’
Era Windows Only", afferma
Donald Feinberg, Vp Distinguished Analyst di Gartner in un
post pubblicato in questi giorni. A sostegno di questa tesi Feinberg cita il caso di
Sql Server, il database di Microsoft che, per l’appunto, è da tempo disponibile da tempo sia su
Windows che su
Linux.
Non esiste più nessun lock-in, gli utenti possono valutare quale possa essere la piattaforma più corretta come sistema di gestione dei dati. D’altra parte è questa una strategia che si riflette in tutta evidenza da quando il baricentro di tutti gli sviluppi interni di Microsoft si è spostato sul cloud creando le opportunità per le aziende di interfacciarsi attraverso Azure con soluzioni dalle derivazioni più diverse, non solo Windows,.
“Oggi – dice Feinberg – Sql Server gira su Windows e Linux, così come su tecnologie container Docker e Kubernetes”. Ambienti questi ultimi che si stanno ampiamente affermando. Dal novembre l’adozione di Docker è stato associato a ben 2 milioni di istanze Sql Server 2017 for Linux.
La strategia multipiattaforma ha dato i suoi frutti. In ambito Dbms (valore globale 2016 pari a 34,4 miliardi di dollari) il market share di Microsoft è nell’ordine del 20%, superiore a quello di Ibm e secondo soltanto a quello di Oracle. Non solo, nel 2016 – sempre secondo quanto affermato da Feinberg – Microsoft ha visto il proprio fatturato Dbms crescere del 10,3% contro una crescita media del mercato del 7,7% mentre Oracle ha dovuto accontentarsi di un +3,3%. Una dinamica che, secondo Feinberg, ha tutte le possibilità di affermarsi ulteriromente, garantendo a Microsoft di far lievitare il già consistente market share il cui valore si aggira oggi intorno ai 7 miliardi di dollari.