Autore: f.p.
Da diversi anni i fautori della Sanità digitale spingono le nuove tecnologie come base per un modello di Sanità "estesa" in cui l'assistenza e la cura siano attività continuative e distribuite. La nuova Sanità post-Covid tratteggiata dal PNRR va in questa direzione, ma le potenzialità offerte dalla digitalizzazione arrivano anche parecchio oltre. Ad esempio verso il modello di assistenza integrata a più livelli che traguarda PuntoFarma, una nuova piattaforma sviluppata dalla software house siciliana Qwince.
Qwince è stata la prima startup tecnologica incubata dall'Università di Palermo ma da allora di strada ne ha fatta parecchia. "Siamo partiti - racconta Gianmarco Troìa, Amministratore Delegato di Qwince - con l'idea precisa di fare innovazione nel settore farmaceutico e della Sanità. In questi ultimi 15 anni abbiamo lavorato su diversi progetti a valore, sviluppando rapporti con quasi tutto il mercato farmaceutico e approfondendo l'integrazione dei dispositivi medici nella Trasformazione Digitale".
PuntoFarma è un po' il compendio della visione che Qwince ha di come la tecnologia e il digitale, insieme a un modo nuovo di vedere l'assistenza, possono cambiare la relazione tra il paziente e la sua rete di protezione. In particolare, arrivando a rafforzare ed ampliare la rete stessa e ad agevolarne il funzionamento attraverso servizi digitali.
Nella sostanza, PuntoFarma è una piattaforma attraverso cui si erogano soluzioni e servizi genericamente di Digital Therapeutics, in cui i software agiscono come dispositivi medici veri e propri. Spesso in sinergia con componenti hardware, in particolare i wearable medicali ma anche componenti più semplici e diffusi come smartphone e tablet.
I software diventano quindi il mezzo attraverso cui si effettuano interventi terapeutici che spaziano dalla guida verso nuovi, e migliori, stili di vita sino alla erogazione di terapie in senso più convenzionale, passando per il monitoraggio della salute del paziente e dei risultati delle sue terapie.
In questo modello il raggio d'azione potenziale di PuntoFarma è, prevdibilmente, molto ampio. Più che un prodotto, PuntoFarma va vista come la combinazione di una piattaforma tecnologica abilitante e di un framework concettuale e funzionale che permette di declinare il concetto di Digital Therapeutics in molti sensi. Per questo Qwince ha provveduto subito a "confezionare" queste potenzialità in quattro moduli mirati che ne mostrano chiaramente il valore.
Tra questi, .Terapia è concettualmente il principale: consente all’operatore sanitario di prendere in carico il paziente e impostare un percorso di cura. Qui ad esempio si raccolgono tutte le informazioni sanitarie sulla persona in cura e si instaura la relazione tra operatori privati, Sanità pubblica, paziente, caregiver. Il modulo .Screening prevede elementi di monitoraggio da remoto e follow-up, usando tra l'altro dispositivi medici, wearable, questionari. Componenti di machine learning analizzano parametri e comportamenti in modo da evidenziare anomalie anche latenti e inoltrare alert mirati agli operatori sanitari.
I moduli .Prenotazioni e .Teleconsulto agevolano i processi da cui prendono il nome. Il primo permette di prenotare esami, visite e prestazioni (medicinali compresi) in modo rapido via web, app o chatbot. Il secondo abilita un consulto da remoto gestendo anche la relativa parte amministrativa, tra cui la condivisione (controllata) di informazioni mediche, referti e immagini diagnostiche.
PuntoFarma appare, concettualmente, come una scommessa vinta in partenza. Ci sono pochi dubbi sul fatto che la nuova Sanità debba assistere i malati, cronici e non, continuativamente e il più possibile a casa, portando nelle strutture solo i casi acuti. E questo risultato si può ottenere solo con la prevenzione e grazie a una una relazione collaborativa tra Sanità tradizionale, operatori privati, professionisti, caregiver, paziente. Dal successo teorico a quello pratico, però, il passo non è breve.
"Post-pandemia il tema della Sanità digitale riscuote molto interesse - conferma Troìa - e si è certamente sviluppata una maggiore sensibilità su questo genere di tecnologie. Che però devono anche mostrare un ritorno tangibile per le strutture sanitarie che decidono di adottarle". I progetti pilota portati avanti da Qwince per certificare PuntoFarma come SaMD dimostrano che questo ritorno esiste: ad esempio in una maggiore efficienza gestionale, in meno accessi alla struttura, in più attenzione alla prevenzione.
Anche per queste valutazioni, attualmente è il settore della Sanità privata/convenzionata che dimostra il maggiore interesse per la piattaforma di Qwince. Anche se qualche resistenza culturale da superare c'è ancora. Non tanto nei pazienti, per i quali PuntoFarma è evidentemente un bel passo in avanti in quanto a praticità e flessibilità, quanto negli operatori sanitari. Che, spiega Troìa, "storicamente non sono sempre pronti a un rapporto a distanza che scardina il paradigma per cui la prestazione sanitaria va comunque erogata in un centro autorizzato".
Sono in un certo senso i dolori di crescita del mercato della Digital Health. Ai quali peraltro, sottolinea Troìa, chi propone soluzioni deve rispondere anche "impacchettando" opportunamente le tecnologie perché cancellino qualsiasi dubbio potenziale, in aspetti che vanno dalla semplicità d'uso alla tutela della privacy per informazioni assolutamente sensibili come quelle mediche.
Non da ultimo, serve anche un piano di sviluppo di nuove funzioni altrettanto convincente. In questo senso per PuntoFarma è già stata pianificata una roadmap che Troìa definisce "abbastanza serrata", non solo per gli aspetti tecnologici in sé ma anche per quelli di servizio. Che servono per agevolare l'onboarding tanto del paziente quanto degli operatori sanitari.