Autore: Redazione ImpresaCity
La figura del CIO aziendale come guida solitaria dell'innovazione digitale delle imprese, a quanto pare, sta diventando solo un ricordo dell'immaginario collettivo business. Quantomeno lo anticipa Gartner, guardano ai risultati di una indagine che ha condotto sui CIO della regione EMEA. Regione che, lo sappiamo bene, è fortemente influenzata a livello statistico da quanto accade nell'Europa Occidentale. Quindi, lo studio di Gartner è un riferimento significativo per le imprese più vicine a noi.
Nella regione EMEA, spiegano gli analisti, le decisioni e le strategie per concretizzare l'innovazione digitale non sono più esclusive dei CIO, almeno per una buona parte di loro. Il 46% dei CIO, infatti, collabora con i "colleghi" manager CxO per fare in modo che IT e business - come funzioni astratte ma anche e soprattutto come staff - siano in un certo senso "coproprietari" dell'innovazione stessa. O, come dice Gartner, della "digital delivery".
L'obiettivo per cui si sviluppa questo nuovo rapporto dei CIO con i colleghi CxO, secondo gli analisti, è riuscire a trarre il meglio dagli investimenti digitali. E anche a farlo il prima possibile, portando "la progettazione, la gestione e l'erogazione delle funzioni digitali ai team più vicini al punto in cui viene creato il valore".
In questa democratizzazione della digital delivery il CIO agisce sempre e comunque in un ruolo chiave, ma non più unico. Opera come "franchisor" della tecnologia all'interno della propria organizzazione, spingendo le tecnologie e le soluzioni che individua come più opportune grazie alla sua esperienza e alle sue competenze.
I CIO che considerano negativamente questa evoluzione - ammesso che ce ne siano - sono un po' metaforicamente causa del proprio male. Sono stati proprio loro, consapevolmente o meno, a portare in azienda tecnologie che hanno allargato l'accesso all'innovazione digitale. Gartner cita in questo senso le piattaforme low-code e, ovviamente, in prospettiva l'AI in tutte le sue nuove evoluzioni.
Nella regione EMEA, secondo la survey di Gartner, il 66% dei CIO ha già implementato, o ha in programma di implementare nei prossimi 24 mesi, piattaforme low-code. Il 72% dei CIO dichiara poi che l'AI sarà una tecnologia rivoluzionaria nei prossimi tre anni, percentuale che cala al 29% per l'AI generativa. La loro implementazione farà comunque progredire rapidamente la democratizzazione dell'innovazione digitale al di là della funzione IT.
In realtà il modello dell'innovazione "collaborativa" tra CxO sembra funzionare bene. I CIO che operano "attraverso la co-leadership, la co-delivery e il co-governo delle iniziative digitali con i loro colleghi CxO", per Gartner, ottengono risultati significativamente migliori nella gestione generale dell'IT. In particolare, hanno il doppio delle probabilità di soddisfare o superare le aspettative legate agli investimenti digitali.
Accettare in questo che non sia solo il dipartimento IT ma anche altre divisioni di business a "produrre" IT, senza esserne più solo utenti passivi, può spaventare i CIO ma ha anche un immediato risvolto positivo. I CxO non IT diventano inevitabilmente "responsabili del successo delle applicazioni e dei sistemi IT che producono", sottolinea Gartner, con una responsabilità che va dalla gestione all'implementazione, sino alla costruzione di vere e proprie iniziative tecnologiche.
Il percorso che va dal CIO "innovation leader" al CIO "franchisor" non è immediato e non è nemmeno unico. Lo influenzano diversi fattori, dalla specifica cultura aziendale sino al livello di sponsorizzazione del CEO per questa evoluzione. Il CIO deve comunque sempre affiancare gli altri CxO non tecnici, fornendo la sua competenza e facendo da tramite nelle relazioni che i business manager devono sviluppare per gestire la propria quota di digitalizzazione.