Autore: Edoardo Bellocchi
Da poco più di un anno, ovvero dal debutto a fine novembre 2023 di ChatGPT, il dibattito sull’intelligenza artificiale generativa non si è mai fermato. Così come si sono moltiplicate le iniziative messe in campo dai vendor per dare concretezza, e soprattutto valore tangibile per le aziende e le persone, all’intelligenza artificiale generativa. È il caso di Microsoft, che è come noto tra i maggiori investitori in OpenAI, cui si deve ChatGPT. Per conoscere più da vicino le iniziative messe in campo da Microsoft, tra le quali spicca in particolare AI L.A.B., sviluppata in collaborazione con l’ecosistema dei partner, ImpresaCity ne ha parlato con Vincenzo Esposito, Amministratore Delegato di Microsoft Italia, e con Sara Anselmi, a capo della Divisione Global Partner Solutions di Microsoft Italia.
“Si è parlato e si continua a parlare molto di AI generativa, e un risultato positivo di questo dibattito è che capirne il funzionamento e soprattutto intuirne le potenzialità non è un affare da iniziati”, esordisce Vincenzo Esposito, sottolineando però che “la vera differenza oggi consiste nella capacità e anche nella lungimiranza delle aziende nel passare a utilizzare gli strumenti messi a disposizione dall’AI generativa, invece di limitarsi a conoscerli solo a livello teorico”. Passare presto alla pratica è la vera opzione: “chiunque abbia avuto a che fare con ChatGPT, anche in logica consumer, ha potuto rendersi subito conto delle potenzialità, e lo stesso vale all'interno delle aziende, che appena cominciano a servirsi dell’AI generativa scoprono sempre nuovi scenari applicativi”, prosegue Esposito.
Riguardo alle applicazioni concrete, bisogna però tener presente due grandi fattori abilitanti, fa notare Esposito: abbracciare il cloud pubblico come infrastruttura e porre massima attenzione alla qualità dei dati. Il perché è presto detto: “se l’azienda ha un’infrastruttura nella quale i dati sono sparpagliati e non accessibili, i potenziali vantaggi dell’AI generativa sarebbero limitati da questa scarsa accessibilità, e per quanto riguarda la qualità dei dati, è noto che gli LLM, i modelli su cui si basa l’AI generativa, ragionano sui dati che vengono forniti, e se questi sono incoerenti, sbagliati o in quantità limitata, l'output non sarà sicuramente quello che ci si attende. È anche per questo che avere dati di qualità diventa l’elemento che dà modo alle aziende di utilizzare l’intelligenza artificiale generativa come nuova benzina per spingere in avanti il loro business”, sottolinea Esposito.
Guardandone più da vicino le potenzialità, l’AI di nuova generazione va intesa per Microsoft come un copilota sempre disponibile, in grado di amplificare il lavoro delle persone e delle aziende, liberando il tempo da attività a valore ridotto e dando più spazio alla creatività e all’ingegno umano. Alcuni dati possono aiutare a comprendere la portata di questa che va intesa come una vera e propria rivoluzione: una ricerca di The European House – Ambrosetti e Microsoft Italia, presentata a settembre, ha calcolato che un’adozione pervasiva dell’AI generativa può produrre, a parità di ore lavorate, fino a 312 miliardi di euro di valore aggiunto annuo, pari al 18% del PIL italiano, mentre a parità di ricchezza prodotta, gli strumenti di AI generativa possono liberare un totale di 5,4 miliardi di ore, che possono essere dedicate ad altre attività a maggior valore.
Da notare che i vantaggi dell’AI generativa sono trasversali a tutti i settori: attualmente, Finance, il Manufacturing e l’Healthcare sono quelli più maturi, mentre i processi di business che ne stanno traendo maggiori benefici, grazie a una più efficiente gestione di grandi quantità di dati, sono la R&S, la progettazione e la produzione e supply chain. Più in dettaglio, un recente studio di IDC ha analizzato i casi d'uso e le applicazioni dell'AI generativa, individuando tra le aree più promettenti la generazione di contenuti multimediali, come immagini, video, audio o testi, che può essere usata per vari scopi, come la comunicazione, il marketing, l'intrattenimento, la formazione o la simulazione; la progettazione assistita, che può supportare i processi creativi e innovativi, offrendo soluzioni alternative, ottimizzando le risorse e riducendo gli errori; la creazione di scenari e previsioni, che può aiutare a esplorare le possibili conseguenze di decisioni strategiche, a testare ipotesi e a identificare rischi e opportunità; e infine l'automazione di attività ripetitive o complesse, che può migliorare l'efficienza, la qualità e la sicurezza del lavoro, liberando tempo e risorse per attività più critiche e creative.
Ma prima di entrare nel dettaglio dei numerosi progetti già in corso sotto il cappello dell’iniziativa AI L.A.B., acronimo che deriva da Learn – Adopt – Benefit, che a oggi sono oltre 200 con circa 30 partner partecipanti, a Vincenzo Esposito preme sottolineare che “rispetto al classico progetto IT, con l’AI generativa ci troviamo di fronte a un paradigma diverso, nel quale la componente tecnologica è relativamente semplice. L'azienda, infatti, non deve affrontare investimenti gravosi in termini di infrastruttura, di system integration oppure di acquisto di materiale, per poi procedere a un Proof of Concept dal quale verificare il valore del progetto”. Nel caso dei progetti con l’AI generativa, “la prova può essere svolta ‘a consumo’, in modo tale che si riesca a verificare molto rapidamente se lo use case immaginato è in grado di fornire i risultati desiderati una volta portato sul campo, e in caso affermativo si potrà decidere se scalare il progetto. In sintesi, il modello è molto simile a quello del cloud, nel quale una logica a consumo permette di poter testare le soluzioni a costi iniziali molto molto bassi”, prosegue Esposito.
Sulla base di queste constatazioni, l’iniziativa AI L.A.B. di Microsoft nasce proprio dall'idea di implementare e rendere reali le potenzialità offerte dall’AI generativa: “insieme alle aziende e ai nostri partner abbiamo costruito un processo di adozione per step che è molto semplice: si parte da una fase di scoperta e apprendimento, cioè da quello che è il livello di conoscenza dell’AI da parte delle aziende, per poi passare al secondo punto che consiste nell'individuazione dei casi d'uso all'interno dell'impresa stessa, ovvero quali sono gli ambiti di applicazione che sembrano più promettenti in base alle potenzialità offerte dall’AI generativa. Il terzo pilastro è quello dell’implementazione concreta del progetto, ovvero il portarlo più rapidamente possibile a scala”, racconta Esposito, sottolineando che “come Microsoft, insieme ai nostri partner, ci occupiamo di accompagnare le aziende attraverso l’intero processo”.
In questo scenario, Microsoft non manca di sottolineare che “si impegna a promuovere uno sviluppo sicuro e trasparente e un’adozione responsabile dell’AI generativa, a beneficio della società intera”. Oltre ai principi per un approccio etico all’Intelligenza Artificiale – Equità, Inclusione, Affidabilità, Trasparenza, Sicurezza e Responsabilità – enunciati già nel 2020, Microsoft fa sapere di “aver ulteriormente rafforzato le misure per costruire sistemi di AI sicuri e aiutare le organizzazioni pubbliche e private a orientarsi in questi scenari complessi, contribuendo al contempo al dialogo tra tutti gli attori sulla definizione di politiche e pratiche efficaci per governare le tecnologie avanzate di AI e la loro diffusione”. Microsoft lavora infatti per mappare, misurare e gestire i rischi e applica una governance a più livelli che prevede controlli solidi su processi e risultati in materia di AI.
Con Sara Anselmi, a capo della Divisione Global Partner Solutions di Microsoft Italia, si entra più nel dettaglio del ruolo dei partner nelle iniziative per l’AI generativa. Da sempre per Microsoft la collaborazione con l'ecosistema dei partner è chiave a livello globale e locale: in particolare, in Italia “il network dei partner è cresciuto negli ultimi tre anni del 30%: oggi conta 14mila partner con circa 400mila professionisti che vi lavorano, accompagnando le aziende nei percorsi di trasformazione”, sottolinea Sara Anselmi.
In questo contesto, “l’AI generativa ha sicuramente un impatto rivoluzionario, sia in termini di accelerazione delle progettualità, sia di nuovi scenari, e anche benefici economici. Ecco perché è fondamentale poter disporre di un ecosistema così articolato, che è in grado di aiutarci anche nelle verticalizzazioni, per fare in modo che l'intelligenza artificiale sia integrata al meglio nei settori di attività delle singole aziende, oppure venga implementata nelle applicazioni verticali che i partner sviluppano”, prosegue Sara Anselmi.
Un tema fondamentale è quello dei programmi di formazione dedicati all’ecosistema dei partner: “in primo luogo, spicca il nuovo Microsoft Artificial Intelligence Cloud Program, che aiuta i partner ad acquisire competenze sull'AI e a fornire soluzioni basate su questa tecnologia, supportandoli nell'intero ciclo di business. Ma non ci sono solo formazione e supporto, ma anche go-to-market e co-selling, oltre a incentivi specifici sulle soluzioni di AI. A questo si aggiungono i programmi globali: uno è l'Enterprise Skills Initiatives, attraverso il quale i partner vengono seguiti in percorsi di formazione ad hoc, definiti dai partner stessi sulla base delle loro esigenze specifiche, in modo da acquisire certificazioni. Inoltre, vi sono anche programmi di gamification, come Cloud Skills Challenge, e i programmi locali come Cloud City, che dove forniamo ai partner contenuti in italiano selezionati dal team dei cloud solution architect italiani”.
In questo contesto, AI L.A.B. è “un programma strategico nel quale di fatto i nostri partner svolgono un ruolo centrale, in quanto guidano i clienti nell'adozione degli strumenti di AI generativa, quindi di Microsoft Copilot e di Azure OpenAI, in funzione del livello di maturità dell'azienda”, sottolinea Sara Anselmi, spiegando che il programma “si articola in tre fasi: Approach, che riguarda le aziende che si approcciano per la prima volta all’AI, alle quali forniamo programmi di formazione e workshop di envisioning; vi è poi la fase Accelerate, per le aziende che hanno già approcciato l’AI, alle quali proponiamo assessment e sessioni architetturali congiuntamente ai nostri partner; e infine Advanced, ovvero le aziende più avanti nell’innovazione, per le quali realizziamo roadmap di adozione con i partner”.
L'iniziativa sta riscuotendo un notevole successo: a tutt’oggi, ovvero a inizio 2024, “sono già stati coinvolti 30 partner, ma ve ne sono molti altri in via di accreditamento”, fa sapere Sara Anselmi, sottolineando che “nei primi tre mesi dal lancio di AI L.A.B. abbiamo toccato 111 clienti, con 212 progetti in corso, alcuni dei quali già in produzione”. È il caso per esempio di Iveco, che ha sviluppato un chatbot interno chiamato ChatIVG e messo a disposizione degli utenti tramite Teams, per aiutarli a cercare informazioni aziendali e recuperare documenti. Un altro caso di rilievo è quello di Inps, che ha realizzato un’interfaccia virtuale per guidare gli utenti tra i diversi servizi offerti dall'istituto. Nel dettaglio, utilizzando i fondi messi a disposizione dal Pnrr, l’Inps ha adottato l’AI generativa per sviluppare un servizio di assistenza virtuale intelligente, che fornisce risposte puntuali, aiuta a orientarsi tra le prestazioni e i servizi: l’AI utilizza i primi risultati del motore di ricerca per restringere la cornice informativa, così da offrire risposte circostanziate alle successive domande tratte da fonti ufficiali e certificate, operando sempre in linea con la normativa sulla privacy.
Da notare che, nella nuova edizione del Work Trend Index, Microsoft ha valutato l’impatto dell’AI generativa nelle organizzazioni, in termini di produttività, qualità del lavoro e tempo: il 70% degli utenti di Copilot ha dichiarato di aver incrementato la propria produttività e il 68% ha affermato che Copilot ha migliorato la qualità del proprio lavoro, mentre il 57% spiega di riuscire a essere più creativo proprio grazie a Copilot. Non solo: per il 29% degli intervistati è aumentata la rapidità nello svolgere compiti specifici quali ricerca, scrittura e sintesi, tanto che il 77% non intende più rinunciarvi.
Non solo: da uno studio di IDC sviluppato in collaborazione con Microsoft su un campione di 100 aziende italiane che hanno pianificato l’integrazione dell’AI all’interno dei loro processi, è emerso che “ogni dollaro investito in progetti legati all’Intelligenza Artificiale produce nel Paese un ritorno sull’investimento pari a 3,14 dollari”, sottolinea Sara Anselmi, evidenziando che “il 72% del campione ha già portato a termine il processo di implementazione di soluzioni di AI, il 53% ha indicato dai tre ai sei mesi il periodo necessario a una effettiva integrazione dell’AI nei processi aziendali”.
È anche per questo che gli esempi di casi d’uso di successo cominciano a moltiplicarsi: oltre ai casi di Iveco e Inps appena visti, tra i primi progetti di innovazione legati all’adozione dell’AI generativa vi è una serie di grandi aziende italiane che sono entrate nell’Early Access Program di Microsoft 365 Copilot e che hanno iniziato a integrare questo strumento all’interno dei propri flussi di lavoro per migliorare la produttività e la qualità del lavoro. Aziende ed enti come A2A, CNH, Maire, Nexi, Saipem e Siae hanno avviato prime sperimentazioni di Copilot su gruppi più o meno ampi di dipendenti che hanno iniziato a usarlo come loro alleato, aiutandoli in tutte quelle attività di routine come ricerche, analisi, nella gestione dei meeting e dei flussi di mail.
Tornando a AI L.A.B., si tratta di un progetto che si traduce in un programma personalizzato per imprese, Pubblica Amministrazione, lavoratori e studenti volto a massimizzare l’impatto positivo delle nuove tecnologie e sostenere un’adozione responsabile dell’AI generativa. Nel dettaglio, prevede diversi pillar con target specifici: AI L.A.B. per le Imprese è quello che consente alle aziende di avviare un percorso di valutazione, sviluppo congiunto, implementazione delle migliori soluzioni di AI generativa e formazione per accrescere il loro vantaggio competitivo nel mercato globale. Vi è poi AI L.A.B. per i Professionisti, che attraverso collaborazioni strategiche prevede percorsi di formazione per guidare i professionisti nell’acquisizione di competenze tecniche e di business, necessarie a governare i nuovi processi abilitati dall’AI. Inoltre, In ambito Università e Ricerca, Microsoft Italia si propone di promuovere una stretta collaborazione con gli Atenei del nostro Paese per creare percorsi dedicati all’AI generativa, focalizzati all’applicazione pratica dei casi d’uso reali. Grazie all’adesione al programma AI L.A.B., gli atenei potranno integrare all’interno dei percorsi di studio corsi specifici sull’AI generativa e attività di ricerca sulle nuove tecnologie.
A partire da gennaio 2024, l’iniziativa AI L.A.B. si amplia con due nuovi tasselli, il primo dei quali è Ital.IA L.A.B., un programma di formazione sull’AI generativa, sviluppato in collaborazione con Fondazione Mondo Digitale, aperto a tutti i lavoratori, persone in cerca di occupazione e studenti nel nostro Paese. Il progetto si traduce nella creazione di 20 hub distribuiti su tutto il territorio italiano, con particolare concentrazione nel Sud Italia e nelle periferie delle grandi città, dove i partecipanti potranno seguire percorsi di formazione personalizzati e gratuiti sulle opportunità e i benefici dell’AI generativa. Obiettivo di Ital.IA L.A.B. è quello di raggiungere oltre 8000 persone tra studenti, lavoratori e persone in cerca di occupazione.
Il secondo ampliamento è AI L.A.B. for Digital Entrepreneurs: un programma specifico pensato per le PMI e le startup che hanno già avviato percorsi di innovazione e che vogliono acquisire un ulteriore vantaggio competitivo grazie all’Intelligenza Artificiale generativa. Microsoft Italia insieme all’ecosistema di partner mette a disposizione tecnologia e servizi, formazione e competenze per una crescita sostenibile. Le organizzazioni più piccole che aderiranno al programma potranno accedere a nuove tecnologie e soluzioni Microsoft, partendo da una valutazione del proprio livello di maturità digitale e a percorsi di formazione anche sull’AI di nuova generazione, oltre all’ingresso all’interno di una community dove confrontarsi, aggiornare le proprie competenze e condividere sfide ed esperienze di successo.