Autore: Edoardo Bellocchi
Da leader dell’IT a decisore aziendale chiave: è ormai un fatto che i CIO si sono trasformati in veri e propri “innovation manager”, perché sempre più spesso solo il CIO sa vedere come le tecnologie possono spianare la strada alla sua impresa.
In sostanza, anche alla luce delle recenti rapide trasformazioni sia dell’IT sia del contesto in cui operano le aziende, oggi al CIO non basta più gestire le tecnologie a disposizione, che già non era un compito facile, ma deve anche conoscerle a fondo, identificare quelle più adatte alla sua impresa, soprattutto guidarne l’adozione.
E in effetti sono molti i fattori che influenzano le priorità dei CIO per il 2022. Tra i più importanti, secondo IDC, vi sono “la necessità di accelerare ulteriormente la digitalizzazione, la sicurezza informatica, l’ecosistema digitale sempre più multipiattaforma e l’emergere dell’Intelligence on Demand, che vede l’AI svolgere un ruolo chiave nell'interpretazione e nello sfruttamento degli enormi volumi di dati a disposizione delle aziende per creare informazioni e valore”.
Ma vi sono anche, sempre secondo IDC, “la responsabilità ambientale e sociale, che è un nuovo imperativo guidato dagli stakeholder, riassunto nell’ESG, ovvero la governance ambientale, sociale e aziendale, e il nuovo scenario del lavoro, che impone di ridefinire i team, reinventare i modelli e ripensare la leadership”. A quest’ultimo riguardo, avverte ancora IDC, “una maggiore attenzione all'employee experience sta favorendo la collaborazione digitale e i modelli di lavoro ibridi, che consentono ai dipendenti di operare sia da remoto sia dalle strutture aziendali, mentre le organizzazioni stanno diventando più agili e meno gerarchiche, rifocalizzandosi sul coinvolgimento dei dipendenti e sulla collaborazione interfunzionale e ridisegnando i confini tradizionali”.
In sostanza, spiega Fabio Rizzotto, Vice President, Head of Research and Consulting di IDC Italia, “oggi, date le prospettive economiche volatili e incerte in tutto il mondo, ciò che ha funzionato bene in passato non è un viatico per il successo futuro. In questo scenario, è possibile che i CIO debbano assumersi responsabilità più complesse, anche riguardo all'IT sostenibile. È per questo che i CIO hanno bisogno di nuove strategie per la prossima era, incentrate sulla costruzione di infrastrutture digitali modulari e adattabili, sulla creazione e sull'orchestrazione di ecosistemi che funzionino come estensioni dell'IT, sulla padronanza di ambienti cloud complessi e sulla creazione di culture e pratiche incentrate sui dati, che liberino il vero valore dell'impresa”.
È in questo nuovo scenario che si inseriscono le previsioni IDC a breve e lungo termine, indicate nelle “Worldwide CIO Agenda 2022 Predictions”, sulle quali spicca in primo luogo il fatto che “entro il 2023, le aziende richiederanno al 55% dei CIO del G2000 di implementare un’IT sostenibile, incorporando pratiche ambientali, sociali e di governance nel ciclo di vita delle tecnologie, dall'acquisizione alla dismissione. Dato che la sostenibilità e la responsabilità sociale sono entrate nel lessico aziendale, i CIO sono inevitabilmente in prima linea nell’incorporare la sostenibilità nelle loro organizzazioni IT, e i CIO che non agiscono in modo proattivo saranno probabilmente costretti a farlo”.
Sempre entro il 2023, prosegue IDC, “il 60% dei CIO sarà misurato principalmente per la capacità di co-creare nuovi modelli di business e risultati attraverso un'ampia collaborazione a livello di intera azienda e a livello di ecosistema. Man mano che l'IT diventa intrinseco all'azienda, i CIO devono diventare leader di business e non solo tecnologici. Mentre co-creano nuovi modelli e approcci con i colleghi delle linee di business e con i partner dell'ecosistema, devono essere in grado di reinventarsi tra l’essere consulenti esperti di tecnologia e innovatori con un profondo senso degli affari. Per i CIO cresciuti a sistemi e operazioni, questo cambiamento sarà profondo: dovranno acquisire dimestichezza con i modelli di business emergenti, la creazione e la gestione di ecosistemi e la collaborazione senza confini”.
Infine, da qui al 2026, “il 65% dei CIO avrà a che fare con un ciclo di empowerment, agilità e resilienza basato sulla tecnologia, attraverso una governance collaborativa, nuovi modelli di erogazione dei servizi e un orientamento ai risultati di business. Per raggiungere questo obiettivo, i CIO hanno bisogno di nuovi modelli di governance basati sull'orchestrazione e la collaborazione ben oltre i confini delle organizzazioni IT, estendendosi alle organizzazioni delle line of business e agli ecosistemi dei diversi settori. I nuovi modelli di servizio saranno basati sull'apertura, con API aperte, dati aperti e condivisione aperta della proprietà intellettuale, ma protetti da reti di partner affidabili e sicure”, conclude IDC.
Nelle pagine che seguono, sono riportate le risposte di alcuni dei principali protagonisti del mercato a due domande:
1 - Quali ritenete siano, dal vostro punto di vista, le principali sfide che attendono nel 2022 i CIO italiani?
2 - In che modo aziende come la vostra possono affiancare i CIO nell’affrontare le loro priorità tecnologiche?
Puoi trovare la versione completa dello speciale sulla rivista "ImpresaCity Magazine".