Autore: Redazione ImpresaCity
Quali ritenete siano, dal vostro punto di vista, le principali sfide che attendono nel 2022 i CIO italiani?
Con il nuovo ruolo di “portatore sano di innovazione”, il CIO è oggi costretto ad abbandonare i vecchi paradigmi, fondati sulla scelta della migliore (e più costosa) tecnologia sul mercato e sui piani di rinnovamento decennali: la parola d’ordine è velocità e questa deve riflettersi su ogni anello della catena, dall’infrastruttura allo sviluppo, dai processi interni agli strumenti.
Dal punto di vista IT, le sfide del 2022 si concentreranno su infrastruttura, automazione, modernizzazione delle applicazioni e sicurezza. Ripensando l’infrastruttura in un’ottica di hybrid cloud, il CIO riuscirà ad abbattere i tempi per il procurement e la gestione ordinaria dei sistemi, e al contempo incrementare flessibilità e scalabilità. Tramite un uso sapiente dell’automazione potrà inoltre dirottare le risorse su attività a maggior valore, come la sperimentazione di nuove tecnologie. Mediante l’adozione delle metodologie Agile e DevOps e dello sviluppo cloud-native potrà accelerare il rilascio di nuovi servizi e funzionalità, permettendo all’azienda di reagire tempestivamente ai mutamenti del mercato.
L’agilità e la velocità non dovranno però impattare sulla sicurezza dei sistemi e delle informazioni: l’attivazione di servizi gestiti di cybersecurity permetterà di difendersi dalle moderne minacce informatiche senza doversi far carico di un costoso SOC interno. La sfida non sarà solo tecnologica ma anche organizzativa e culturale: insourcing delle competenze e creazione di un buon ecosistema di partner saranno le fondamenta sulle quali costruire il cambiamento.
In che modo aziende come la vostra possono affiancare i CIO nell’affrontare le loro priorità tecnologiche?
La selezione dei partner è il primo passo tattico che non può mancare nella strategia di un CIO: tentare di far tutto in autonomia e dominare ogni singola tecnologia drenerebbe troppe risorse alle tante sfide da affrontare. Un system integrator agile come Par-Tec può svolgere il duplice ruolo di “boutique” – dove trovare tecnologie d’avanguardia e affidabili – e laboratorio – dove studiare il modo migliore per calarle nella propria realtà.
Il trasferimento delle competenze è un altro tassello fondamentale che abilita il cliente a gestire e far evolvere le proprie piattaforme in autonomia, evitando così la classica trappola del lock-in. Guidando la trasformazione aziendale, il CIO si troverà sempre più spesso a operare come mediatore tra le diverse strutture interne. In questo scenario, il partner diventa un supporto essenziale per fare evangelizzazione, per contribuire ad allineare la visione dei diversi gruppi e per ridurre i potenziali attriti. Non tutti i CIO dispongono delle risorse interne necessarie per affrontare un simile percorso. Queste situazioni sono molto comuni ma fortunatamente sono gestibili mediante una nuova generazione di servizi che, tramite il pagamento di un canone mensile, consentono di fruire di control room e security operation center in modalità as-a-service. Tra questi troviamo il nostro Par-Tec Control Center e i servizi erogati da vendor specializzati come Sophos.
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