Autore: Redazione ImpresaCity
Quali sono a vostro parere i requisiti irrinunciabili di un cloud provider?
La migliore tecnologia è alla base. In Netalia la adottiamo per definizione ma soprattutto la interpretiamo come strumento al servizio degli obiettivi, a cui concorrono anche uno specifico orientamento culturale e logiche di sistema, almeno altrettanto importanti. Un cloud provider deve essere qualificato sotto il profilo della compliance normativa e Netalia ha già perseguito con rigore e in tempi rapidi la qualificazione QI3 e QC3 di ACN. Ai dati vanno poi garantiti privacy e sicurezza e va in questa direzione anche la direttiva Nis2 di prossima implementazione, a cui Netalia si è già adeguata. Poi c’è il tema del supporto allo sviluppo del SaaS, il diamante della catena del valore digitale oggi. Che siano applicazioni basate sull’AI generativa o di tipo più tradizionale, se ancora ne esistono, la fame di memoria e potenza di calcolo resta: un provider deve offrirle virtualmente senza limiti, in modalità scalabile e a costi controllabili.
In ottica multicloud è fondamentale l’integrazione seamless, attraverso architetture collaborative che orchestrino la sicurezza, l’identità degli utenti e i dati nell’ambito delle soluzioni. L’approccio cloud edge si muove in questa direzione e implica che il CSP locale predisponga infrastrutture di calcolo sempre più vicine all’utente, in grado di garantire una maggiore velocità di esecuzione e una minore latenza, in abbinamento alla grande capacità di calcolo che gli hyperscaler devono poter offrire.
Quali sono oggi i fattori di differenziazione nello scenario cloud italiano?
In Italia ci sono circa 4,4 milioni di aziende, di cui solo lo 0,1% sono grandi imprese. Sebbene molte delle nostre PMI siano innovative e ad alto valore aggiunto, non è pensabile che abbiano capacità e infrastrutture digitali autonome e adeguate a garantire competitività. Abbiamo bisogno di fare sistema sulle infrastrutture strategiche e di contare su economie di scala per i servizi condivisi, a cui demandare il possesso di competenze specialistiche e la messa a terra dei continui aggiornamenti tecnologici, evitando costosi lock-in. Ciò implica l’adozione dell’approccio Public come standard, compliant e sicuro by design. Significa anche che il cloud provider dev’essere un partner strategico affidabile, culturalmente vicino all’azienda, proattivo nell’assistenza personalizzata e con un approccio di progetto consulenziale. Netalia ha scelto di porsi come azienda di sistema e collaboriamo anche con gli altri operatori sul territorio, fornendo loro, tra l’altro, gli elementi di abilitazione per lo sviluppo applicativo.
Per Netalia il contesto regolatorio e normativo è un punto distintivo fondamentale, anche rispetto all’offerta dei grandi operatori globali. Garantire la residenza fisica, normativa e giuridica dei dati in Italia significa appartenere a una filiera che opera nel comune interesse nazionale. Ultimo, ma non meno importante: il nostro Paese deve spingere sulla digitalizzazione della PA e dei servizi ai cittadini: serve il contributo del Cloud italiano qualificato da ACN per poter gestire i dati pubblici più strategici.