Speciale Storage
Dall’on-premise al cloud: i dati nel nuovo scenario
Come tutto ciò che riguarda l’IT, anche lo storage è in continua evoluzione. Con il crescente bisogno di agilità, scalabilità e sicurezza, le imprese stanno sempre più adottando soluzioni basate su cloud per la gestione dei propri dati. Questo cambiamento non solo rivoluziona il modo in cui le aziende archiviano e accedono alle informazioni, ma ridefinisce anche gli approcci alla sicurezza e alla disponibilità dei dati. È in questo scenario in continua evoluzione che il cloud storage conquista sempre nuovi spazi tra gli approcci più indicati per la gestione dei dati, portando con sé sia sfide sia vantaggi, come accade sempre.
Uno scenario nuovo
Dovendo inquadrare lo stato attuale del mondo storage, un report gentilmente messo a disposizione di ImpresaCity da parte di IDC permette di fissare alcuni punti fermi. Per esempio, all’inizio del 2023, il rapporto di IDC indicava che oltre 3.800 Exabyte di dati erano archiviati nei data center di tutto il mondo, con quasi due terzi dei dati archiviati nei data center aziendali sotto la custodia dei provider cloud. Ancora più interessante il fatto che, sempre secondo IDC, la base installata di capacità di storage crescerà nel periodo 2022-2027con un CAGR del 18,5%.
Non solo: IDC rivela anche che i dati stanno diventando meno distribuiti man mano che la base installata di capacità di storage cloud continua a crescere e di converso ogni anno più dati vengono archiviati nel cloud. Detto ciò, i dati archiviati sono sempre più diversificati e dinamici poiché emergono nuovi metodi per analizzare una maggiore quantità di dati, mentre con i requisiti di latenza di trasferimento dei dati si espandono in nuovi casi d'uso.
È un fatto che ogni anno più dati vengono archiviati nel cloud rispetto ai sistemi non cloud, e i data center di tipo hyperscale/cloud sono particolarmente efficienti nell'utilizzare la loro base installata di capacità di storage dei data center. Grazie alla loro dimensione, un miglioramento relativamente piccolo nell'utilizzo dello spazio di archiviazione può ridurre significativamente la domanda di nuova capacità di supporti di archiviazione per diversi mesi o trimestri. Un modo per ottenere ciò, fa notare IDC, potrebbe essere apportare una piccola modifica agli schemi di codifica di cancellazione che riducono il volume dei dati di blocchi di parità necessari per la protezione dei dati.
Uno sguardo al lungo termine
Guardando più lungo termine, sempre insieme a IDC, i fattori economici dei data center aziendali spingeranno verso l’alto i tassi di utilizzo dello spazio di storage, specialmente per i supporti di archiviazione HDD utilizzati nei data center hyperscale/cloud. Nel 2022, lo storage su HDD rappresentava circa l'80% della base installata di capacità di storage nei data center hyperscale/cloud, mentre i supporti a nastro a basso costo rappresentavano circa il 10% della base installata. Entro il 2027, IDC prevede che lo storage su HDD costituirà circa il 75% della base installata e i nastri aumenteranno a circa il 12%.
IDC rileva però che il prezzo medio per terabyte degli HDD sta diminuendo più lentamente in questo decennio rispetto al precedente poiché i produttori di HDD faticano ad aumentare la densità dell'area dei supporti magnetici. Al contrario, il nastro sta seguendo una roadmap tecnologica pluriennale a livello industriale che dovrebbe aumentare costantemente, e soprattutto in modo affidabile, la densità di archiviazione del nastro e ridurre il costo del nastro a livello di prezzo-per-terabyte. Come però è noto, non tutti i dati sono adatti per l'archiviazione su nastro a causa delle limitazioni di latenza di accesso. Tuttavia, IDC prevede che una percentuale leggermente maggiore di dati sarà archiviata su cartucce di nastro nei data center hyperscale/cloud nel periodo di previsione.
Le ragioni di un sorpasso
Passando a esaminare la base installata di storage non cloud, IDC rileva che questa sta crescendo più lentamente rispetto a quella cloud. E questo avviene per diversi motivi, tra cui in primo luogo il fatto che le aziende stanno spostando costantemente applicazioni, workload e dati verso i fornitori di servizi cloud. La capacità di storage viene aggiunta più rapidamente ai data center cloud/hyperscale rispetto ai data center non condivisi (on-premise), anche tenendo conto del rimpatrio di alcune applicazioni e di carichi di lavoro dai provider di servizi cloud e degli approcci di storage ibrido sempre più utilizzati dalle aziende.
Non solo: un altro fattore è che una base installata matura e ampia di dispositivi e sistemi endpoint sta crescendo molto lentamente. Questo aspetto, combinato con la crescita generalmente lenta della capacità di archiviazione media installata nei nuovi dispositivi e sistemi endpoint, rappresenta un ostacolo per la crescita della base installata di capacità di storage dei dispositivi e sistemi endpoint complessivamente.
E infine, come terzo fattore, il segmento dei consumatori sta affidando sempre più la custodia dei loro dati ad applicazioni (spesso in esecuzione su infrastrutture hyperscale/cloud) e/o fornitori di servizi cloud.
In considerazione di questi tre fattori, IDC prevede che la base installata di storage cloud su tutti i tipi di supporti dovrebbe crescere con un CAGR del 30,7% nel periodo 2022-2027, rispetto a un CAGR del 9,5% per lo storage non cloud.
Verso il cloud
Se nel 2022, i data center aziendali non cloud costituivano il 36% della base installata totale di capacità dei data center aziendali, durante il periodo di previsione, la base installata di storage cloud crescerà il doppio più velocemente rispetto alla base installata di storage dei data center non cloud. Entro il 2027, la base installata di capacità di storage dei data center non cloud scenderà al 22% della capacità totale di storage dei data center.
In conclusione, sintetizza IDC, l’archiviazione dei dati fluisce verso dove vi è base installata di capacità di storage e la tendenza è dai data center on-premise a quelli hyperscale/cloud. Poiché i data center hyperscale/cloud operano a un tasso di utilizzo dello spazio di archiviazione più elevato rispetto ai data center non cloud, la porzione di tutti i dati archiviati nei data center aziendali che viene archiviata nel cloud sta crescendo dal circa 40% del totale dei dati nei data center nel 2017 a quasi l'80% nel 2027.
Nelle pagine di questo Speciale, le risposte alle nostre due domande:
1 - Quali sono i principali vantaggi che si ottengono passando da uno storage on premise a soluzioni basate su cloud?
2 - Quali sono le piattaforme o tecnologie più raccomandate per lo storage in cloud e quali le best practice per la migrazione e la gestione?
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Dall’on-premise al cloud: i dati nel nuovo scenario
Come tutto ciò che riguarda l’IT, anche lo storage è in continua evoluzione. Con il crescente bisogno di agilità, scalabilità e sicurezza, le imprese stanno sempre più adottando soluzioni basate su cloud per la gestione dei propri dati. Questo cambiamento non solo rivoluziona il modo in cui le aziende archiviano e accedono alle informazioni, ma ridefinisce anche gli approcci alla sicurezza e alla disponibilità dei dati. È in questo scenario in continua evoluzione che il cloud storage conquista sempre nuovi spazi tra gli approcci più indicati per la gestione dei dati, portando con sé sia sfide sia vantaggi, come accade sempre.
Uno scenario nuovo
Dovendo inquadrare lo stato attuale del mondo storage, un report gentilmente messo a disposizione di ImpresaCity da parte di IDC permette di fissare alcuni punti fermi. Per esempio, all’inizio del 2023, il rapporto di IDC indicava che oltre 3.800 Exabyte di dati erano archiviati nei data center di tutto il mondo, con quasi due terzi dei dati archiviati nei data center aziendali sotto la custodia dei provider cloud. Ancora più interessante il fatto che, sempre secondo IDC, la base installata di capacità di storage crescerà nel periodo 2022-2027con un CAGR del 18,5%.
Non solo: IDC rivela anche che i dati stanno diventando meno distribuiti man mano che la base installata di capacità di storage cloud continua a crescere e di converso ogni anno più dati vengono archiviati nel cloud. Detto ciò, i dati archiviati sono sempre più diversificati e dinamici poiché emergono nuovi metodi per analizzare una maggiore quantità di dati, mentre con i requisiti di latenza di trasferimento dei dati si espandono in nuovi casi d'uso.
È un fatto che ogni anno più dati vengono archiviati nel cloud rispetto ai sistemi non cloud, e i data center di tipo hyperscale/cloud sono particolarmente efficienti nell'utilizzare la loro base installata di capacità di storage dei data center. Grazie alla loro dimensione, un miglioramento relativamente piccolo nell'utilizzo dello spazio di archiviazione può ridurre significativamente la domanda di nuova capacità di supporti di archiviazione per diversi mesi o trimestri. Un modo per ottenere ciò, fa notare IDC, potrebbe essere apportare una piccola modifica agli schemi di codifica di cancellazione che riducono il volume dei dati di blocchi di parità necessari per la protezione dei dati.
Uno sguardo al lungo termine
Guardando più lungo termine, sempre insieme a IDC, i fattori economici dei data center aziendali spingeranno verso l’alto i tassi di utilizzo dello spazio di storage, specialmente per i supporti di archiviazione HDD utilizzati nei data center hyperscale/cloud. Nel 2022, lo storage su HDD rappresentava circa l'80% della base installata di capacità di storage nei data center hyperscale/cloud, mentre i supporti a nastro a basso costo rappresentavano circa il 10% della base installata. Entro il 2027, IDC prevede che lo storage su HDD costituirà circa il 75% della base installata e i nastri aumenteranno a circa il 12%.
IDC rileva però che il prezzo medio per terabyte degli HDD sta diminuendo più lentamente in questo decennio rispetto al precedente poiché i produttori di HDD faticano ad aumentare la densità dell'area dei supporti magnetici. Al contrario, il nastro sta seguendo una roadmap tecnologica pluriennale a livello industriale che dovrebbe aumentare costantemente, e soprattutto in modo affidabile, la densità di archiviazione del nastro e ridurre il costo del nastro a livello di prezzo-per-terabyte. Come però è noto, non tutti i dati sono adatti per l'archiviazione su nastro a causa delle limitazioni di latenza di accesso. Tuttavia, IDC prevede che una percentuale leggermente maggiore di dati sarà archiviata su cartucce di nastro nei data center hyperscale/cloud nel periodo di previsione.
Le ragioni di un sorpasso
Passando a esaminare la base installata di storage non cloud, IDC rileva che questa sta crescendo più lentamente rispetto a quella cloud. E questo avviene per diversi motivi, tra cui in primo luogo il fatto che le aziende stanno spostando costantemente applicazioni, workload e dati verso i fornitori di servizi cloud. La capacità di storage viene aggiunta più rapidamente ai data center cloud/hyperscale rispetto ai data center non condivisi (on-premise), anche tenendo conto del rimpatrio di alcune applicazioni e di carichi di lavoro dai provider di servizi cloud e degli approcci di storage ibrido sempre più utilizzati dalle aziende.
Non solo: un altro fattore è che una base installata matura e ampia di dispositivi e sistemi endpoint sta crescendo molto lentamente. Questo aspetto, combinato con la crescita generalmente lenta della capacità di archiviazione media installata nei nuovi dispositivi e sistemi endpoint, rappresenta un ostacolo per la crescita della base installata di capacità di storage dei dispositivi e sistemi endpoint complessivamente.
E infine, come terzo fattore, il segmento dei consumatori sta affidando sempre più la custodia dei loro dati ad applicazioni (spesso in esecuzione su infrastrutture hyperscale/cloud) e/o fornitori di servizi cloud.
In considerazione di questi tre fattori, IDC prevede che la base installata di storage cloud su tutti i tipi di supporti dovrebbe crescere con un CAGR del 30,7% nel periodo 2022-2027, rispetto a un CAGR del 9,5% per lo storage non cloud.
Verso il cloud
Se nel 2022, i data center aziendali non cloud costituivano il 36% della base installata totale di capacità dei data center aziendali, durante il periodo di previsione, la base installata di storage cloud crescerà il doppio più velocemente rispetto alla base installata di storage dei data center non cloud. Entro il 2027, la base installata di capacità di storage dei data center non cloud scenderà al 22% della capacità totale di storage dei data center.
In conclusione, sintetizza IDC, l’archiviazione dei dati fluisce verso dove vi è base installata di capacità di storage e la tendenza è dai data center on-premise a quelli hyperscale/cloud. Poiché i data center hyperscale/cloud operano a un tasso di utilizzo dello spazio di archiviazione più elevato rispetto ai data center non cloud, la porzione di tutti i dati archiviati nei data center aziendali che viene archiviata nel cloud sta crescendo dal circa 40% del totale dei dati nei data center nel 2017 a quasi l'80% nel 2027.
Nelle pagine di questo Speciale, le risposte alle nostre due domande:
1 - Quali sono i principali vantaggi che si ottengono passando da uno storage on premise a soluzioni basate su cloud?
2 - Quali sono le piattaforme o tecnologie più raccomandate per lo storage in cloud e quali le best practice per la migrazione e la gestione?
Speciale Storage
Dall’on-premise al cloud: i dati nel nuovo scenario
Come tutto ciò che riguarda l’IT, anche lo storage è in continua evoluzione. Con il crescente bisogno di agilità, scalabilità e sicurezza, le imprese stanno sempre più adottando soluzioni basate su cloud per la gestione dei propri dati. Questo cambiamento non solo rivoluziona il modo in cui le aziende archiviano e accedono alle informazioni, ma ridefinisce anche gli approcci alla sicurezza e alla disponibilità dei dati. È in questo scenario in continua evoluzione che il cloud storage conquista sempre nuovi spazi tra gli approcci più indicati per la gestione dei dati, portando con sé sia sfide sia vantaggi, come accade sempre.
Uno scenario nuovo
Dovendo inquadrare lo stato attuale del mondo storage, un report gentilmente messo a disposizione di ImpresaCity da parte di IDC permette di fissare alcuni punti fermi. Per esempio, all’inizio del 2023, il rapporto di IDC indicava che oltre 3.800 Exabyte di dati erano archiviati nei data center di tutto il mondo, con quasi due terzi dei dati archiviati nei data center aziendali sotto la custodia dei provider cloud. Ancora più interessante il fatto che, sempre secondo IDC, la base installata di capacità di storage crescerà nel periodo 2022-2027con un CAGR del 18,5%.
Non solo: IDC rivela anche che i dati stanno diventando meno distribuiti man mano che la base installata di capacità di storage cloud continua a crescere e di converso ogni anno più dati vengono archiviati nel cloud. Detto ciò, i dati archiviati sono sempre più diversificati e dinamici poiché emergono nuovi metodi per analizzare una maggiore quantità di dati, mentre con i requisiti di latenza di trasferimento dei dati si espandono in nuovi casi d'uso.
È un fatto che ogni anno più dati vengono archiviati nel cloud rispetto ai sistemi non cloud, e i data center di tipo hyperscale/cloud sono particolarmente efficienti nell'utilizzare la loro base installata di capacità di storage dei data center. Grazie alla loro dimensione, un miglioramento relativamente piccolo nell'utilizzo dello spazio di archiviazione può ridurre significativamente la domanda di nuova capacità di supporti di archiviazione per diversi mesi o trimestri. Un modo per ottenere ciò, fa notare IDC, potrebbe essere apportare una piccola modifica agli schemi di codifica di cancellazione che riducono il volume dei dati di blocchi di parità necessari per la protezione dei dati.
Uno sguardo al lungo termine
Guardando più lungo termine, sempre insieme a IDC, i fattori economici dei data center aziendali spingeranno verso l’alto i tassi di utilizzo dello spazio di storage, specialmente per i supporti di archiviazione HDD utilizzati nei data center hyperscale/cloud. Nel 2022, lo storage su HDD rappresentava circa l'80% della base installata di capacità di storage nei data center hyperscale/cloud, mentre i supporti a nastro a basso costo rappresentavano circa il 10% della base installata. Entro il 2027, IDC prevede che lo storage su HDD costituirà circa il 75% della base installata e i nastri aumenteranno a circa il 12%.
IDC rileva però che il prezzo medio per terabyte degli HDD sta diminuendo più lentamente in questo decennio rispetto al precedente poiché i produttori di HDD faticano ad aumentare la densità dell'area dei supporti magnetici. Al contrario, il nastro sta seguendo una roadmap tecnologica pluriennale a livello industriale che dovrebbe aumentare costantemente, e soprattutto in modo affidabile, la densità di archiviazione del nastro e ridurre il costo del nastro a livello di prezzo-per-terabyte. Come però è noto, non tutti i dati sono adatti per l'archiviazione su nastro a causa delle limitazioni di latenza di accesso. Tuttavia, IDC prevede che una percentuale leggermente maggiore di dati sarà archiviata su cartucce di nastro nei data center hyperscale/cloud nel periodo di previsione.
Le ragioni di un sorpasso
Passando a esaminare la base installata di storage non cloud, IDC rileva che questa sta crescendo più lentamente rispetto a quella cloud. E questo avviene per diversi motivi, tra cui in primo luogo il fatto che le aziende stanno spostando costantemente applicazioni, workload e dati verso i fornitori di servizi cloud. La capacità di storage viene aggiunta più rapidamente ai data center cloud/hyperscale rispetto ai data center non condivisi (on-premise), anche tenendo conto del rimpatrio di alcune applicazioni e di carichi di lavoro dai provider di servizi cloud e degli approcci di storage ibrido sempre più utilizzati dalle aziende.
Non solo: un altro fattore è che una base installata matura e ampia di dispositivi e sistemi endpoint sta crescendo molto lentamente. Questo aspetto, combinato con la crescita generalmente lenta della capacità di archiviazione media installata nei nuovi dispositivi e sistemi endpoint, rappresenta un ostacolo per la crescita della base installata di capacità di storage dei dispositivi e sistemi endpoint complessivamente.
E infine, come terzo fattore, il segmento dei consumatori sta affidando sempre più la custodia dei loro dati ad applicazioni (spesso in esecuzione su infrastrutture hyperscale/cloud) e/o fornitori di servizi cloud.
In considerazione di questi tre fattori, IDC prevede che la base installata di storage cloud su tutti i tipi di supporti dovrebbe crescere con un CAGR del 30,7% nel periodo 2022-2027, rispetto a un CAGR del 9,5% per lo storage non cloud.
Verso il cloud
Se nel 2022, i data center aziendali non cloud costituivano il 36% della base installata totale di capacità dei data center aziendali, durante il periodo di previsione, la base installata di storage cloud crescerà il doppio più velocemente rispetto alla base installata di storage dei data center non cloud. Entro il 2027, la base installata di capacità di storage dei data center non cloud scenderà al 22% della capacità totale di storage dei data center.
In conclusione, sintetizza IDC, l’archiviazione dei dati fluisce verso dove vi è base installata di capacità di storage e la tendenza è dai data center on-premise a quelli hyperscale/cloud. Poiché i data center hyperscale/cloud operano a un tasso di utilizzo dello spazio di archiviazione più elevato rispetto ai data center non cloud, la porzione di tutti i dati archiviati nei data center aziendali che viene archiviata nel cloud sta crescendo dal circa 40% del totale dei dati nei data center nel 2017 a quasi l'80% nel 2027.
Nelle pagine di questo Speciale, le risposte alle nostre due domande:
1 - Quali sono i principali vantaggi che si ottengono passando da uno storage on premise a soluzioni basate su cloud?
2 - Quali sono le piattaforme o tecnologie più raccomandate per lo storage in cloud e quali le best practice per la migrazione e la gestione?