L’amministratore delegato italiano, Marco Fanizzi, fa il punto sull’andamento di un’azienda caratterizzata dal numero quattro: le entità che controlla e i pilastri del proprio business.
Quattro brand, quattro pilastri. Il numero ricorrente identifica l’attuale realtà di
Emc, in una fase storica dove si iniziano a tirare le somme di un cambiamento ancora in divenire.
Ormai, non stiamo più parlando semplicemente del leader mondiale dello
storage, ma di una multiforme realtà, costruita su numerose acquisizioni che ne hanno profondamente mutato il mix di business e stanno definendo anche il cammino futuro, sulla base di un
piano triennale in via di definizione.
Marco Fanizzi, amministratore delegato della filiale italiana, non può fare a meno di ricordare come al suo arrivo, oltre tre anni fa, il quadro di riferimento fosse poco incoraggiante: “
Il paese era nella fase economica più critica ed era necessario reimpostare il modello di go-to-market. Oggi, complice l’evoluzione globale della società, abbiamo impostato un percorso destinato a procedere lungo i pilastri del mobile, del cloud, dei big data e degli analytics”.
Non è certo originale la definizione degli assi di sviluppo, che stanno caratterizzando un po’ tutto il comparto Ict, ma Emc può contare sulla “federazione” che ha costruito in questi anni, aggiungendo al proprio brand quelli di
VMware,
Pivotal,
Rsa e
Vce. L’offerta creata dall’integrazione di realtà che mantengono un’anima indipendente, ma convergono evidentemente verso un obiettivo di business comune ha fatto sì che già oggi il 40% del fatturato (24,4 miliardi di dollari nel mondo, contro i 14,8 di soli cinque anni fa) sia realizzato con il software e il trend sia destinato a proseguire nel tempo a venire: “
Le aziende sono alle prese con il processo di trasformazione digitale – sottolinea Fanizzi –
che porta con sé tempi di esecuzione ed evoluzione con una logica tipicamente consumer e cambiamenti continui. Il software guida questo percorso e la ricchezza della nostra proposta ci consente di proporci come interlocutore di riferimento, che si tratti di recuperare efficienza con la virtualizzazione o la convergenza delle infrastrutture, gestire quantità crescenti di dati o proteggere il patrimonio tecnologico”.
Mobile, cloud e analytics motori anche in Italia
L’andamento in
Italia riflette quello globale, con una caratterizzazione più marcata sul
mobile, che sta segnando gran parte degli sviluppi progettuali: “
Solo quattro anni fa le app erano utilizzate solo per scopi personali – commenta Fanizzi –
mentre oggi, per fare un esempio, non si può pensare a una banca che non offra la possibilità di operare in mobilità. Lo scenario è in continua evoluzione, con l’arrivo di Apple Pay e altri fenomeni”. Questo percorso porta dritto ai
big data, perché in parallelo sta crescendo la mole di dati da gestire e gli
strumenti analitici sono sempre più richiesti, per comprendere le dinamiche dei mercati: “
Gli analytics presentano il vantaggio di poter essere implementati più rapidamente rispetto a quanto accadeva in passato per la business intelligence – aggiunge il country manager –
e questo si può fare grazie al cloud, che consente di compensare i picchi di necessità”.
Per capire meglio come Emc sta orientando il piano triennale italiano, basta analizzare l’andamento dell’economia, che negli ultimi anni ha visto consolidarsi soprattutto le realtà che hanno puntato sulle
esportazioni. Qui si sono generati, più che altrove,
modelli di business e
best practice che possono essere replicati o adattati anche per le aziende top e del midmarket. In questo contesto, sarà fondamentale il ruolo, già importante, dei partner, soprattutto quelli che hanno abbandonato un approccio purista per cavalcare l’evoluzione software-defined che, magari in abbinamento a tecnologie flash-based che promettono di ridurre di un decimo i costi dello storage, danno fiducia a Emc e al suo amministratore delegato per la crescita dell’azienda nel futuro a breve e medio termine.
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