Prosegue il trend inarrestabile, naturalmente fino al prossimo giro di giostra tecnologica, che vede i dispositivi per la memorizzazione ed archiviazione dei dati sempre più al centro delle infrastrutture tecnologiche aziendali.
Inutile dire che l’arrivo di fenomeni dirompenti come i big data e Internet of Things (ma soprattutto delle opportunità di business che ne scaturiscono se ben sfruttati) ha dato ulteriore lustro a questa componente già fondamentale dei sistemi IT, che si occupa di registrare e custodire l’enorme flusso di dati, anche e soprattutto non strutturati, in arrivo ormai da dovunque e da qualunque cosa. Ma le strade aperte dalla tecnologia sono altrettanto larghe, e si chiamano “Flash” e “Software Defined”.
Iniziati quasi in sordina, in un primo momento riservati a pochi CIO visionari o (più prosaicamente) con il portafoglio gonfio, questi trend sono ora consolidati e alla portata quasi di tutti. Non solo, inequivocabilmente migliorano in modo sostanziale le prestazioni da una parte e la flessibilità (elemento sempre più strategico) dall’altra di un sistema informativo che è, oggi più di ieri, la spina dorsale, o meglio il sistema nervoso, delle imprese e della Pubblica Amministrazione.
Se i sistemi basati su tecnologia Flash, e in particolare quelli All Flash, consentono di operare sul mare di dati che lambisce le aziende in modo finalmente efficace...